TIM, il piano di Labriola per fermare l’assalto di KKR


Il direttore generale Pietro Labriola starebbe preparando un piano che prevede lo scorporo di alcune attività del gruppo, facendo emergere le potenzialità delle singole parti e rendere meno interessante un’eventuale nuova OPA del fondo americano.


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TIM ancora positiva a Piazza Affari

Seconda seduta 2022 consecutiva in verde per Telecom Italia a Piazza Affari dopo la chiusura di slancio di ieri (+3,43%) arrivata grazie al rilancio sull’operazione di rete unica di banda larga da parte dell’azionista Cassa Depositi e Prestiti.

Le indiscrezioni sul piano allo studio del direttore generale di TIM, Pietro Labriola, sostengono nuovamente il titolo a Milano, in crescita dell’1% dopo i primi minuti di scambi, con un massimo toccato a 0,4546 euro.

Labriola lavora al piano di Telecom Italia

Indiscrezioni rivelate dal quotidiano La Repubblica raccontano di un piano industriale che punterebbe a separare le attività del gruppo di telecomunicazioni, con lo scopo di “far emergere il valore delle singole parti e renderlo un boccone indigesto da scalare”. In particolare, aggiunge il giornale, la separazione riguarderebbe alcune attività come il cloud e le infrastrutture di rete.

Obiettivo di questa operazione sarebbe quello di bloccare qualsiasi mossa del fondo americano KKR attraverso una manifestazione di forza del valore della compagnia agli investitori.

Il piano di Labriola dovrà essere presentato al mercato il 2 marzo, passando prima per il consiglio di amministrazione con il quale dovrà essere condiviso nei suoi diversi punti.

Anche se ancora non è stato convocato ufficialmente, da La Repubblica indicano che la data potrebbe essere quella di domenica 16 gennaio, giorno in cui dovrà vagliare le linee del piano e nominare l’amministratore delegato del gruppo.

Nuovi fondi entrano nella partita?

L’offerta di KKR, pari ad un prezzo indicativo di 0,505 euro, viene considerata insufficiente e Vivendi sarebbe pronta a rispondere ad un’eventuale Opa vincolante da parte degli americani, con il fondo Cvc o altri come Macquarie, che entrerebbero nella partita a sostegno dei francesi.

Relativamente ai tempi, ipotizza ancora il quotidiano edito dalla famiglia Agnelli, la partita potrebbe entrare nel vivo solo dopo l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

La necessità di avere il nome del nuovo capo di Stato era stata confermata dalle parole di Mario Draghi nel corso della conferenza stampa svoltasi prima di Natale. Il premier aveva confermato che su Tim ancora non era stata presa una decisione, riaffermando la necessità di nominare un ad dopo le dimissioni di Luigi Gubitosi.

Nessuna alternativa all’accordo tra Tim e Open Fiber

Il rally di ieri di Telecom Italia a Piazza Affari era stato avviato dalle dichiarazioni del presidente di Cdp, Giovanni Gorno Tempini, il quale si era espresso a favore della necessità della creazione di una rete unica a banda larga in Italia.

Secondo Tempini, membro del cda di Tim, ha affermato di non vedere alternative ad un accordo tra Tim e Open Fiber, controllata al 60% da Cdp, per realizzare il progetto, aggiungendo la “necessità di fare in fretta” perché “tra due anni le possibili sinergie di investimenti e progetti potrebbero essere meno rilevanti di quello che sono oggi”.

L’apertura a KKR

Tempini, poi, non ha chiuso le porte al fondo KKR, affermando che “essere affiancati da investitori privati per noi è sempre stata la normalità. Il capitale privato riduce la necessità dell'intervento di Cassa e ne valida le scelte" ha risposto il presidente”.

Gli analisti di Equita Sim considerano le indicazioni di Tempini come un supporto importante per il titolo sia “per il sostegno al piano della rete unica”, che costituisce un elemento importante per aumentare il valore dell'azienda rispetto alla situazione stand alone sia “per il messaggio non ostile a KKR”.

La SIM milanese ricorda che alcune indiscrezioni di stampa avevano indicato proprio Gorno Tempini come l'unico voto a favore nel Cda del 17 dicembre per avviare fin da subito la due diligence.

La SIM milanese stima 15-20 centesimi di euro di valore addizionale attribuendo alla rete unica un multiplo enterprise value/Ebitda superiore a 10 volte, anche se molto dipende da perimetro e modalità di realizzazione, non noti.

Non cambia intanto la view di Equita SIM che su Telecom Italia mantiene fermo il rating ‘hold’, con un prezzo obiettivo a 0,32 euro.

Dagli analisti di Intesa Sanpaolo, inoltre, mantengono la raccomandazione ‘buy’ su Telecom Italia, con un prezzo obiettivo a 0,47 euro, soprattutto a seguito dell’intervista del presidente di Cdp, viste come segnale di ripartenza per il dossier della rete unica.

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