TIM, in arrivo l’offerta di CDP-Macquarie per superare KKR

Domenica dovrebbe svolgersi un cda di CDP per preparare l’offerta per la rete di TIM con l’obiettivo di superare quella del fondo americano di KKR e in vista del board dell’ex monopolista attesa per il 24 febbraio.

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CDP e l’offerta per la rete TIM

Hanno anticipato la riunione del consiglio di amministrazione apposta per preparare la contro offerta per la rete di TIM scorporata in NetCo da presentare in alternativa a quella di KKR, ma la strada di CDP in coppia con Macquarie sembra ancora in salita nonostante il presunto sostegno del Ministero dell’Economia.

Domenica, infatti, il board cercherà di superare quanto presentato da KKR nei giorni scorsi, circa 20 miliardi, e secondo rumor di stampa potrebbe metterne sul piatto 23, di cui 18 miliardi in cash (con 10 miliardi di leva) e 5 miliardi ottenuti dal conferimento degli asset di Open Fiber.

Secondo l’ad Luigi Labriola, “la cessione di NetCo potrebbe innescare un effetto domino di consolidamento nel settore telefonico, come sostenuto anche dal CEP di Iliad Italia”, anche se ha smentito i rumours su trattative in corso con Iliad per un accordo.

L’offerta di KKR

Sempre secondo indiscrezioni di stampa, il futuro di TIM con KKR vedrebbe il fondo americano al 51% con Mef attraverso una società e il restante 49% da TIM.

La possibilità di restare in minoranza per TIM “dipende molto dall’eventuale negoziazione” in quanto “industrialmente mantenere una quota di minoranza non è un’ipotesi sempre valida”, spiegava Labriola.

“In termini antitrust”, proseguiva Labriola, “quale sarebbe il vantaggio di mantenere una quota di minoranza nella rete? Perché dovrei spogliarmi di ogni tipo di diritto di veto o di voto, diventerebbe una partecipazione finanziaria” e comunque per il manager avrebbe senso “solo se un domani in questa partecipazione ci fosse un upside”.

Il cda del 24 febbraio

La ‘partita’ potrebbe concludersi il prossimo 24 febbraio quando è convocato il cda di TIM per valutare l’offerta di KKR e, eventualmente, quella di CDP-Macquarie.

Del board non fa parte Vivendi, secondo indiscrezioni ancora ferma sulla valutazione minima di 31 miliardi, quindi sarebbe contraria alle ipotesi di offerte per ora in circolazione.

La decisione, però, potrebbe essere rinviata concedendo un periodo di esclusiva alla coppia, avendo avuto poco tempo per comparare le due offerte.

Il focus degli analisti

Gli analisti di WebSim mantengono una raccomandazione ‘molto interessante’ sul titolo TIM, con un target price a 0,42 euro.

Per quanto riguarda la possibile offerta CDP-Macquarie, dalla sim ricordano che il loro prezzo obiettivo “è costruito su una valutazione floor per la Netco di 20 miliardi e che ogni miliardo di maggiore valutazione per NetCo si riflette in 0,05 euro/azione di upside sul target price”.

L’accelerazione del dossier rappresenta un “readacross positivo”, secondo WebSim, secondo cui “la nuova guidance di EFCF, pur rappresentando un solido floor con potenziali elementi di upside, non è in grado da sola di assicurare un significativo deleverage al gruppo nel triennio”, pertanto “la riduzione del debito rimane strettamente legata a iniziative non organiche, ed in particolare alla potenziale vendita della NetCo”.

Sugli incentivi allo switch off da rame a fibra ipotizzati in queste ore, “in passato (nel 2017-18) con passaggio da FTTC a FTTH, TIM aveva quantificato dalla sola chiusura di 6 mila centrali su 10 mila centrali totali benefici a P&L nell’ordine di quasi 300 milioni l’anno a partire dal 2024, derivanti da minori costi energia e minori rents (la quantificazione era stata fatta prima dell’introduzione dell’ifrs16), per cui la stima di 200 milioni ci sembra ragionevole”, concludono questi esperti.

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