TIM in rosso: pesa downgrade di Fitch
L’agenzia ha peggiorato il suo giudizio sull’ex monopolista a BB- con outlook negativo a causa dell’assenza di una sufficiente riduzione del debito per il 2022 e della minore liquidità da destinare alla copertura delle prossime scadenze dei prossimi due nani.
TIM in fondo al Ftse Mib
Apertura di seduta difficile per il titolo Telecom Italia dopo il downgrade da parte dell’agenzia Fitch, risultando anche il secondo peggiore (dopo Amplifon) tra le blue chip del principale indice di Milano, oggi appena sotto la parità.
Le azioni TIM arrivano a cedere subito oltre il 3% in avvio di contrattazioni, toccando un minimo di 0,2252 euro, ai livelli della prima settimana di novembre.
Ancora fortemente negativa la performance del titolo da inizio anno, con quasi il 50% lasciato sul campo da inizio gennaio, quando quotava 0,45 euro.
Il downgrade di Fitch
L’agenzia di rating Fitch ha appena modificato il giudizio di rating sull’ex monopolista, portandolo da BB outlook negative a BB-, sempre con giudizio negativo.
Il declassamento è stato deciso a causa dell’assenza di una sufficiente riduzione del debito 2022, spiegano gli analisti dell’agenzia, i quali prevedono un rapporto debito netto di un Ebitda superiori di 4,5 volte a partire dal 2023, soglia necessaria per mantenere un rating ‘BB’.
La conferma dell’outlook negativo segnala il minor livello di liquidità per coprire le prossime scadenze per la società, corrispondenti a 3,4 miliardi nel 2023 e di 4,5 miliardi nel 2024, oltre alla copertura degli oneri finanziari a seguito della forte concorrenza di mercato, dell’aumento dell’inflazione e degli alti tassi di interesse.
A pesare sul futuro di TIM resta il contesto macroeconomico, con conseguente aumento dei rischi di execution per la crescita dell’azienda e per la capacità di riduzione del debito.
Principali previsioni per TIM
Fitch prevede un fatturato domestico in calo del 5,7% nel 2022 e del 3% nel 2023, oltre le attese di WebSim (-4,1% e +0,2%), per poi stabilizzarsi nel 2024.
L’EbitdaAl margine è visto al 38,5% per quest’anno, al 38,6% per il prossimo e al 38,9% nel 2024, rispetto ad attese della sim rispettivamente di 38%, 39,4% e 39,8%.
A compensare le maggiori efficienze sui cash cost e l’aumento dei prezzi per l’inflazione saranno la maggiore concorrenza e le pressioni inflattive sui costi, secondo Fitch.
L’indice di copertura degli oneri finanziari (Ebitda/oneri finanziari) è previsto dall’agenzia in riduzione a 3,2x nel 2022 a sotto 3,0x nel 2023, mentre il rapporto net debt/Ebitda dovrebbe essere di 4,3x a fine 2022, 4,7x nel prossimo anno e 4,6x a fine 2024.
Per quanto riguarda il pagamento del dividendo, il periodo 2022-2024 non dovrebbe vedere nessuna cedola, nemmeno sulle azioni di risparmio.
Percepito l’outlook di TIM
“Il downgrade di Fitch recepisce, seppure con maggior cautela, le indicazioni del nuovo outlook di TIM rivisto ad agosto”, spiegano da WebSim, “e arriva con diverse settimane di ritardo rispetto a quelli delle altre agenzie”.
Il nuovo rating “si colloca un notch sopra quello di S&P (B+/negativo, rating rivisto il 14 ottobre) e di Moody’s (B1/ negativo, rivisto il 21 luglio)”, aggiungono dalla sim.
Inoltre, da WebSim ricordano che, “grazie ad un robusto margine di liquidità di 9,3 miliardi, la Società riesce a coprire le scadenze fino a fine 2024 e che circa il 65% del debito lordo è a tasso fisso con un costo medio debito del 3,7%”, oltre a confermare su TIM il giudizio ‘molto interessante’, con target price di 0,43 euro.
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