TIM, Macquarie pronta lanciare un’offerta per la rete in coppia con CDP


Indiscrezioni di stampa parlano di una possibile offerta da 15 miliardi per la rete di TIM, ma questa potrebbe essere rifiutata dai soci di Vivendi, salvo inserimento di earnout significativi.


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Australiani pronti all’offerta

Con l’avvicinarsi del nuovo governo, la ‘partita’ per la rete di TIM sembra scaldarsi. Secondo quanto riportato da Bloomberg, gli australiani di Macquarie sarebbero pronti a far coppia con CDP per lanciare un’offerta congiunta per la rete di Tim.

La decisione sarebbe arrivata a seguito di una riunione del comitato d’investimento del gruppo svoltasi ieri, con i dirigenti che avrebbero optato per un’offerta formale da presentare dopo l’insediamento del nuovo governo, previsto per fine ottobre.

Il prezzo non è giusto

L’offerta di Macquarie si fermerebbe a 15 miliardi di euro, secondo quanto scrive Il Tempo, e incontrerebbe l’opposizione dei soci di Vivendi.

I francesi, scrive Il Sole 24 Ore, non accetterebbero mai un’offerta inferiore ai 25 miliardi, cifra ridotta rispetto alla loro valutazione di 31 miliardi, se non nel caso in cui sia comprensiva di un miglioramento del quadro della regolamentazione.

In particolare, spiega il quotidiano, Vivendi accetterebbe una cifra inferiore solo se inclusiva di earnout "significativi", ovvero un sistema di clausole contrattuali che puntano a ridurre il rischio derivante dalla vendita.

Al momento, però, non c’è stata ancora nessuna convocazione di cda straordinari, necessari per sbloccare la partita e dare il via all’offerta non vincolante.

La view di WebSim

L’ipotesi di inserimento di significativi earnout appare “realistica” secondo gli analisti di WebSim, oltre che “piuttosto incoraggianti per raggiungere un accordo, su cui si dovrà esprimere anche il nuovo governo”.

Questi esperti calcolano per la NetCo un EV di ritorno di circa 20 miliardi, “assumendo una valutazione standalone di 16,7 miliardi per la NetCo e includendo un 50-60% delle sinergie”.

Tuttavia, proseguono, “non escludiamo la possibilità di un punto di convergenza con Vivendi a 24-25 miliardi, livello coerente con i multipli prospettici pagati da CDP e Macquarie per Open Fiber”.

A queste valutazioni, “l’incasso dalla cessione di NetCo consentirebbe di ridurre significativamente il debito netto a fine 2022 (nostra stima 20,7 mld) e di lasciare elevata flessibilità finanziaria alla ServCo per intraprendere un nuovo percorso di riposizionamento commerciale”, calcolano dalla sim.

Da WebSim mantengono la raccomandazione ‘molto interessante’ sul titolo TIM, con target price di 0,43 euro, mentre oggi il titolo viene scambiato a 0,1923 euro, indebolita da una mattinata di vendite a Milano, con il Ftse Mib in calo (-0,30%).

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