TIM, mossa inaspettata di KKR: confermata l’offerta per la rete
L’ex monopolista ha comunicato le indiscrezioni dei media circa un’offerta non vincolante ricevuta dal fondo americano per l’acquisto delle attività gestionali e infrastrutturali della rete fissa, compresi gli asset di FiberCop.
TIM in rally
Apertura sotto una pioggia di acquisti per il titolo Telecom Italia dopo la conferma pubblicata questa mattina prima dell’apertura di mercato di un’offerta ricevuta da KKR per la rete fissa.
Dopo non essere riuscite ad aprire con un +13% teorico, le azioni entravano in contrattazione con un balzo del 12% a 0,29 euro, ai massimi di metà giugno 2022.
La crescita odierna permette al titolo di incrementare i guadagni arrivati nel corso del 2023, con una crescita del 30% rispetto ai 0,22 euro di inizio gennaio.
La conferma
Questa mattina l’ex monopolista ha confermato tramite una nota pubblicata sul suo sito le indiscrezioni diffuse ieri dai mass media circa un’offerta non vincolante ricevuta dal fondo KKR relativa alla rete fissa.
In particolare, l’offerta riguarda l’acquisto di una partecipazione in una costituenda società coincidente con il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, inclusivo degli asset e attività di FiberCop, oltre alla partecipazione in Sparkle (ovvero la ‘NetCo’).
La quota partecipativa dell’offerta è riferita ad “una quota partecipativa da definire, fermo restando che dall’acquisto scaturirebbe la perdita dell’integrazione verticale rispetto a TIM”, spiega la nota.
Oggi è attesa la riunione del consiglio di amministrazione convocato per avviare il processo relativo all’esame dell’offerta non vincolante.
Secondo La Repubblica (primo giornale a diffondere la notizia ieri sera) l’offerta potrebbe attestarsi tra 18-20 miliardi senza comprendere Sparkle (EV di 1,5 miliardi circa) e il backbone (circa 3 miliardi) e non vedrebbe il diretto coinvolgimento di CDP per evitare complicazioni di natura antitrust.
Dal governo, intanto, il Ministero delle imprese e del Made in Italy guidato da Adolfo Urso ha dichiarato di seguire con attenzione l’offerta di KKR, ribadendo di reputare centrali “la salvaguardia dei livelli occupazionali e la sicurezza di una infrastruttura strategica quale la rete nazionale di telecomunicazioni" e su questi presupposti si valuteranno gli sviluppi che riguardano la prima azienda di telefonia italiana”, TIM.
Mossa inaspettata
Gli analisti di WebSim definiscono l’offerta come ‘una mossa inaspettata’, arrivata “in un momento di sostanziale stop-and-go nelle trattative dopo l’uscita di scena di Vivendi dal CdA di TIM”.
Mossa che “potrebbe velocizzare il dossier per la cessione di NetCo, cristallizzando un interessante floor valutativo per l’asset se dovesse essere confermata l’importo da almeno 18-20 miliardi (15-16 miliardi immaginiamo al netto della quota di KKR in FiberCop)”, proseguono dalla sim.
Nel comunicato diffuso da TIM, si puntualizza “sulla quota partecipativa da definire e lascia spazio ad un coinvestimento a fianco di KKR da parte di CDP o magari di altri soggetti pubblici (come F2i o Poste, come riportato dal Corriere della Sera) per scongiurare issue antitrust (CDP ha oggi il 60% di OF), questa apertura ci induce a pensare che la mossa di KKR possa essere letta in linea di principio come non ostile al governo”, ipotizzano gli esperti.
Inoltre, proseguono, “la precisazione sull’inclusione nel perimetro di Sparkle, asset sotto golden power, dovrebbe peraltro rafforzare la necessità di un presidio pubblico esercitabile o tramite un presidio diretto nell’azionariato della NetCo e/o tramite opportuni meccanismi di governance (azioni speciali riservate a CDP/governo, put&call, veti su decisioni strategiche)”.
La view di WebSim
Per quanto riguarda le valutazioni, da WebSim stimano su TIM “una EV per NetCo in area 20 miliardi (9x EbitdaL’22E), assumendo una valutazione standalone di 16.7 miliardi (rete primaria 7 miliardi, FiberCop 8,1 miliardi e Sparkle 1,5 miliardi) e includendo un 50-60% delle sinergie da eventuale integrazione con OF (stimabili nella parte alta del range 4.5-5 miliardi)”.
“Escludendo le sinergie (3,3 miliardi) e il Backbone (3 miliardi), un’offerta da 18-20 miliardi sarebbe ben superiore alla valutazione implicita nella nostra SOP e garantirebbe a TIM spazio per un significativo deleverage nell’ordine di 15-16 miliardi (al netto della quota già detenuta da KKR in FiberCop quantificabile in circa 3-4 miliardi), lasciando alla ServiceCo con una leva di flessibilità finanziaria di circa 1,5-2x”, concludono dalla sim, mantenendo la raccomandazione ‘molto interessante’ sul titolo TIM, target price a 0,42 euro.
Equita positiva
Gli analisti di Equita Sim hanno modificato la il loro rating sul titolo TIM, raccomandandone l’acquisto, dopo le “notizie di queste settimane” che “a nostro avviso confermano l’appetibilità dell'asset, visto l’interesse sia dal punto di vista strategico, che dal punto di vista di fondi infrastrutturali, che da parte dell'azionista principale Vivendi che continua a ribadire di ritenere il valore dell’asset significativamente superiore a quanto emerso a oggi”.
“Ci aspettiamo che anche i risultati 2022 e i target di piano che saranno presentati il 14 febbraio potranno essere di supporto, con un ritorno alla crescita del business domestico e un forte controllo dei Capex”, prevedono dalla sim milanese.
“Passiamo quindi a ‘buy’ sul titolo, sia ordinario che di risparmio, con una preferenza che rimane nel medio termine sul titolo di risparmio grazie all’opzione di conversione e di pagamento del dividendo cumulato a valle di un’operazione rete”, concludono da Equita.
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