TIM, le novità emerse dalle nuove offerte per la rete

Resta ancora aperta la partita per NetCo alla luce delle due nuove offerte arrivate da KKR e dalla coppia CDP/Macquarie, anche se i francesi di Vivendi bocciano anche le novità dello scorso fine settimana.

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Rilanci per TIM

Attenzioni ancora puntate verso Telecom Italia dopo le nuove offerte arrivate venerdì da parte di Kohlberg Kravis Roberts (KKR) e del consorzio formato da CDP Equity e Macquarie Asset Management (MAM) per NetCo, la società che comprende la rete primaria e secondaria di TIM ed i cavi sottomarini di Sparkle.

A questo punto, il cda valuterà le offerte ricevute nel corso delle prossime riunioni in agenda per i prossimi 19 e 22 giugno, previa istruttoria del Comitato Parti Correlate.

In attesa di conoscere i dettagli in maniera ufficiale, l’agenzia Ansa riportava alcune indiscrezioni secondo le quali la nuova offerta di KKR potrebbe arrivare fino a 23 miliardi di euro, con un rilancio di 2 miliardi rispetto alla precedente di 21 miliardi datata 4 maggio, mentre il termine di validità dell’offerta è fissato al 30 luglio 2023.

I dettagli delle offerte

Il Sole 24 Ore scriveva che l’offerta degli americani continuerebbe ad essere la migliore, mentre la cordata italo-australiana avrebbe azzerato gli earn-out senza ritoccare in modo sensibile la valutazione. La differenza reale tra le due offerte non sarebbe sul piano economico ma su quello operativo e regolatorio.

Oltre ai 23 miliardi offerti, KKR avrebbe proposto una soluzione alternativa che offrirebbe a TIM una quota di minoranza in NetCo e migliori garanzie sul MSA NetCo/ServiceCo, e il fondo garantirebbe una rapida esecuzione del piano e la risoluzione di possibili temi antitrust senza considerare la fusione con Open Fiber (OF).

Dall’altro lato, l’offerta di CDP-Macquarie (40% in OF) resta a 19,3 miliardi ma comprende lo scorporo da Open Fiber delle aree nere, lasciando a CDP (al 60% in OF) le aree bianche e grigie, permettendo agli australiani di uscire dall’offerta di acquisto per NetCo e dando via libera a CDP in modo da superare lo scoglio della Golden Power e dell’Antitrust.

Il Ceo di CDP, Dario Scannapieco, aveva parlato di tempi probabilmente più lunghi per il dossier NetCo, ma sottolineava che non ha senso creare due reti in fibra per erogare il servizio, apprezzando la scelta del management di TIM di superare la rete e sviluppare la concorrenza sui servizi come accade in altri settori.

Bocciatura Vivendi

A questo punto, resta ancora il veto dei francesi di Vivendi, soci con il 23,746%, i quali hanno bocciato anche i nuovi rilanci, giudicandoli inconsistenti e auspicando una bocciatura da parte del board.

In particolare, secondo Vivendi “la retorica per cui TIM debba vendere la rete per sopravvivere va smentita fortemente perché esistono altri piani che raggiungono lo stesso obiettivo con meno sforzo economico”.

Pertanto, concludono i francesi, “occorre un cambio di passo per aprire un nuovo capitolo con una visione strategica industriale e non puramente finanziaria”.

Andamento del titolo e analisti

A Piazza Affari, intanto, l’inizio di settimana resta debole per TIM nonostante le novità del weekend e il titolo arriva a cedere oltre l’1%, a 0,25 euro, per poi tornare lentamente verso la parità.

Gli analisti di Jefferies hanno ridotto il target price sul titolo a 0,38 euro dal precedente 0,39, confermando la raccomandazione ‘buy’ e aggiornando il loro modello dopo i conti del primo trimestre 2023 del gruppo, con stime su ricavi ed Ebitda 2023-2025 sostanzialmente invariate.

Equita Sim conferma la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 0,4 euro su Tim e segnala quale novità la disponibilità di Macquarie di acquisire le aree nere di OF, lasciando invece a CDP le aree grigie e bianche, oltre che una dote.

Giudizio ‘molto interessante’ per WebSim Intermonte, con prezzo obiettivo a 0,41 euro, con questi esperti che sottolineano come la vera novità arrivata dalle indiscrezioni di stampa riguardino “il piano di break-up di OF, operazione che porterebbe ad un disimpegno di MAM nel dossier su NetCo e offrirebbe maggiori chance per un’offerta congiunta di CDP e KKR senza incorrere in rischi di natura antitrust (una delle condizioni poste da KKR), pur determinando un allungamento dei tempi”, ma consentendo a CDP “anche di limitare l’impegno finanziario per acquisire una partecipazione qualificata di NetCo a fianco di KKR”, possibile “solo nel caso in cui l’unica offerta sul tavolo resti quella degli americani” e che CDP “stipuli fin da subito (l’offerta di CDP/MAM scade il 30 luglio) un accordo vincolante di coinvestimento con KKR in NetCo, senza dover necessariamente aspettare il break up di OF e i successivi conferimenti di asset da parte di CDP”.

“Continuiamo a ritenere che un’offerta congiunta di KKR e CDP, possibilmente con il supporto del governo, rappresenti lo scenario ideale per TIM, perché farebbe venir meno i rischi di veti incrociati tra CDP (esercizio golden power) e KKR (placet per cessione di FiberCop) e portare verosimilmente ad un miglioramento della valutazione di NetCo (in questo caso, upside da sinergie derivante dalla combinazione di NetCo con aree grigie e bianche di OF)”, concludono da WebSim.

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