Tim, Poste Italiane ufficialmente primo azionista

Il gruppo italiano ha acquistato il 15% del capitale dell’ex monopolista dai francesi di Vivendi che, secondo indiscrezioni, potrebbero rinunciare al ricorso in appello sulla decisione di cedere gli asset di rete fissa a un consorzio guidato da Kkr senza passare da un'assemblea straordinaria.

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Poste primo azionista Telecom Italia

Ufficializzato ieri il passaggio di quote tra Poste Italiane e Vivendi nel capitale di Telecom Italia, con il gruppo italiano che ora diventa il primo azionista. A seguito della notifica alla Consob dopo il via il bera dell’AGCM (22 maggio), con il passaggio di mano del 15% del capitale annunciato lo scorso 29 marzo Poste sale così al 24,81% di Tim, mentre i francesi scendono al 2,505%.

Poste Italiane considera la partecipazione di “collegamento”, esercitando un’influenza notevole sulla governance, e, in vista dell’assemblea di Tim del 24 giugno, avrebbe tempo fino a fine mese per proporre propri consiglieri, ma nella dichiarazione del 23 maggio ha escluso interventi immediati sulla governance, pur riservandosi future valutazioni. Infine, Poste conferma la sua intenzione di non superare la soglia d’OPA del 25%.

Nella 'dichiarazioni delle intenzioni', obbligatoria quando viene raggiunta una partecipazione rilevante in una società quotata, Poste Italiane ribadisce che l'operazione rappresenta "un investimento di natura strategica, realizzato con l’obiettivo di svolgere il ruolo di azionista industriale di lungo periodo" per favorire sinergie tra le due società, apportare valore aggiunto, e "promuovere il consolidamento del mercato delle telecomunicazioni in Italia".

Vivendi rinuncia al ricorso

La prima conseguenza del nuovo assetto sarebbe la rinuncia di Vivendi al ricorso in appello sulla decisione di Tim di cedere gli asset di rete fissa a un consorzio guidato da Kkr senza passare da un'assemblea straordinaria. La notizia è stata diffusa dall’agenzia Reuters, citando fonti a conoscenza della situazione.

La fine del contenzioso legale avviato da Vivendi presso il Tribunale di Milano era parte dell'accordo con Poste Italiane al momento del perfezionamento dell'acquisto dal gruppo francese del 15% in Tim.

Le conseguenze secondo WebSim Intermonte

Con il venir meno della minoranza di blocco esercitata da Vivendi in assemblea e l’ingresso di un nuovo azionista industriale di lungo termine come Poste, Tim “dovrebbe continuare a beneficiare di una riduzione dello sconto legato al rischio di governance, che ha storicamente pesato sulla valorizzazione del titolo”, prevedono gli analisti di WebSim Intermonte.

Tra le due classi di azioni Tim, “riteniamo che le azioni di risparmio (su cui manteniamo una chiara preferenza, con raccomandazione buy e target price di 0,53 rispetto alle ordinarie di 0,45) siano le principali beneficiarie del nuovo corso, considerando la maggiore probabilità di raggiungere un accordo futuro sulla conversione in titoli ordinari (operazione bloccata 10 anni fa per l’astensione dei francesi) che porterebbe ad una semplificazione e ottimizzazione della struttura del capitale”, proseguono dalla sim.

Dal canto suo, l’entrata di Poste nel capitale “dovrebbe favorire una più veloce estrazione di sinergie, grazie anche alla modifica dell'oggetto sociale di Tim proposta all’AGM”.

“La stima preliminare di 100 milioni/anno di EBITDAaL incrementale, riportata dal Messaggero il 17 maggio e legata all’upselling di nuovi servizi digitali, ci sembra ragionevole: sulle nostre stime 2025-26, implicherebbe un interessante upside di circa il 5% sull’EBITDAaL domestico e di poco inferiore al 3% a livello di gruppo”, concludono da Intermonte.

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