TIM, tutto fermo in attesa delle elezioni

Secondo indiscrezioni di stampa ci sarebbero stati degli incontri tra TIM e i vertici del Tesoro, ma i manager della ex monopolista avrebbero incontrato anche i dirigenti di Fratelli d’Italia, data come prossimo vincitore delle elezioni, da cui sarebbe emersa la volontà di attendere il 25 settembre per l’offerta sulla rete unica.

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Le trattative

Le elezioni del 25 settembre rappresentano un appuntamento fondamentale per il futuro di Telecom Italia e i soggetti coinvolti sembrano attendere la fatidica data per decidere le loro mosse.

A conferma di quanto diffuso nei giorni scorsi, da Il Messaggero ribadiscono le intenzioni di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e Macquarie di rinviare a dopo le elezioni l’offerta non vincolante sulla rete unica, il progetto di integrazione delle rete primarie e secondarie in fibra e rame concentrate in NetCo, quest’ultima acquistata da Open Fiber.

Sul progetto i vertici di Telecom Italia avrebbero incontrato i dirigenti del Ministero del Tesoro (azionista all’82,77%), ma, in vista del possibile cambio di governo, anche quelli di Fratelli d’Italia, dai sondaggi dato come possibile vincitore delle elezioni.

Proprio da questi incontri, scrive Il Messaggero, sarebbe emersa l’opportunità di rinviare a dopo il 25 settembre la delibera della proposta non binding, prevista ai primi di agosto dall’accordo quadro, per poi essere seguita dalla proposta vincolante entro il 31 ottobre.

La posizione di Giorgia Meloni, leader di FdI, prevede l’accoglienza positiva al progetto di rete unica, ma impostata sul modello Terna e Snam, con modalità attuative tutte da definire.

I prossimi appuntamenti in agenda sono il cda di Open Fiber (martedì 20 settembre) e di CDP (28 settembre), ma a questo punto non dovrebbero produrre passi in avanti nell’offerta, prevista congiunta tra CDP, Maquarie e Open Fiber (partecipata dalle prime due rispettivamente al 60% e al 40%).

Le differenze di vedute

Sull’offerta, però, pesa la diversa valutazione di NetCo da parte dei soci, con CDP che potrebbe riconoscere 22 miliardi di euro, lontani dagli oltre 30 miliardi chiesti da Vivendi (socio TIM con il 23,9%).

Inoltre, restano le fibrillazioni all’interno del cda, viste le accuse di conflitto di interesse a Giovanni Gorno Tempini da parte dei francesi, visto il suo contemporaneo ruolo di presidente di CDP e membro del board di TIM.

L’analisi di WebSim

Quanto scrive Il Messaggero non rappresenta “nessuna novità significativa”, scrivono da WebSim.

“Alla luce delle presunte divergenze tra i soci TIM sulla valutazione di NetCo, ma anche dell’incerto contesto politico in cui l’offerta viene presentata, non ci sorprenderebbe una valutazione sulla parte bassa del range (a 20-22 miliardi, in linea con la valutazione di NetCo implicita di 20 miliardi nel nostro Target price su TIM di 0,43 euro), come un atto di coerenza verso tutte le parti che hanno sottoscritto l’MOU a maggio, rimandando qualsiasi decisione sul futuro di TIM ai piani che saranno adottati dal nuovo governo”.

Nel caso di fallimento delle negoziazioni tra CDP e Vivendi, proseguono dalla sim, “potrebbe tornare in auge il piano prospettato ad agosto da FdI su una possibile OPA da parte di CDP con cessione a termine degli asset retail”.

Rimbalzo a Piazza Affari

Nel frattempo, il titolo Telecom Italia oggi risulta il migliore tra le blue chip del Ftse Mib (+0,45%) dopo circa due ore di contrattazioni, vista la crescita del 3,90%, a 0,2128 euro.

Da inizio anno, però, la performance risulta ancora in profondo rosso, con un calo del 53% dallo scorso gennaio.

II consenso degli analisti sul titolo TIM raccolto da Bloomberg evidenzia 9 ‘buy’, 13 ‘neutral’ e soltanto 2 ‘sell’, mentre il prezzo medio è a 0,33 euro, per un upside potenziale del +70% circa.

“Siamo convinti che gran parte della ‘disaffezione per il titolo nelle ultime sedute dipenda dalle tensioni sui tassi di interesse, visto e considerato che TIM è una delle società più indebitate (in termini assoluti e relativi) del listino italiano”, spiegano da WebSim prevedendo che “un rientro dell'emergenza dovrebbe favorire una ripartenza”.

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