TIM, voci di addio di Vivendi dal capitale sociale

Indiscrezioni dei mass media ipotizzano la vendita della quota detenuta dai francesi nell’azionariato di Telecom Italia, mentre il ricorso da loro presentato potrebbe vedere una conclusione solo in tempi lunghi che secondo gli analisti non pregiudicherebbe la conclusione a giugno della vendita della rete alla coppia composta da KKR e MEF.

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Vivendi e ipotesi addio a TIM

Vivendi ancora sofferente nei confronti della decisione di vendita della rete fissa di Telecom Italia al fondo KKR con l’accordo del Governo italiano e i francesi sarebbero addirittura pronti ad abbandonare il capitale dell’ex monopolista.

L’indiscrezione è stata pubblicata dal quotidiano La Repubblica, secondo il quale non sarebbe escluso un ‘coup de theatre’, ovvero la vendita della quota (24%) o di una parte detenuta da Vivendi, nonostante il prezzo attuale del titolo di 0,2455 (oggi +0,10%) sia circa la metà degli 0,50 euro per azione chiesti dai francesi per uscire. Tra le ipotesi ci sarebbe la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie che diluirebbe i francesi al 17% e quella di CDP al 7% (dal 10%), una soglia tale da poter liquidare Vivendi senza dover lanciare un’OPA sul gruppo.

La conversione delle azioni di risparmio “dovrebbe essere approvata da un'assemblea straordinaria, assise nella quale Vivendi detiene con il suo 24% una minoranza di blocco: l'operazione deve quindi essere concordata con i francesi”, sottolineano da WebSim Intermonte che sul titolo Telecom Italia hanno mantengono un giudizio ‘interessante’, con target price di 0,38 euro.

Il ricorso dei francesi

Ieri, intanto, si è tenuta la prima udienza della causa intentata da Vivendi contro TIM per la procedura seguita nel processo di cessione della rete. Nel corso dell’udienza, Vivendi avrebbe fatto richiesta per un supplemento di informativa da parte di TIM, KKR e MEF, mentre secondo i legali di TIM tutti gli elementi informativi sarebbero già disponibili e si dovrebbe procedere con la discussione della causa nel merito.

Non è ancora stata fissata la nuova udienza in cui il giudice dovrà esprimersi sulla richiesta di Vivendi di avere nuova informativa, lasciando presagire “tempi lunghi” e “successivi al perfezionamento dell’operazione di cessione della rete”, prevedono da Equita Sim.

Secondo Il Sole 24 Ore, l’antitrust europeo potrebbe richiedere un’estensione di una decina di giorni lavorativi rispetto alla scadenza ufficiale del 30 maggio per decidere se completare l’analisi in fase 1 o richiedere un approfondimento in fase 2, ipotesi indicata, per altro, dall’articolo come “improbabile”.

Di tempi “particolarmente lunghi” parlano anche da WebSim, “per cui quel che avviene in tribunale non dovrebbe pregiudicare la possibilità di arrivare al closing della cessione di NetCo, atteso entro giugno”, pertanto, “nel caso di un eventuale pronunciamento del giudice a favore di Vivendi (a nostro avviso estremamente improbabile), le probabilità di annullare retroattivamente l’operazione e il trasferimento delle quote di NetCo a KKR/MEF ci sembrano alquanto remote. Resta aperta la possibilità di raggiungere un accordo extragiudiziale con Vivendi, eventualmente attraverso indennizzi economici a suo favore che potrebbero rivelarsi funzionali a negoziare l'uscita dal capitale”.

“A nostro avviso, la causa legale intentata da Vivendi ha pochi impatti sul titolo TIM, in quanto non pone a rischio la chiusura dell’operazione NetCo, che attende solo i risultati dell’autorità europea”, spiegano da Equita, mantenendo la raccomandazione ‘buy’ su TIM, con target price di 0,37 euro.

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