Timori sulla “bolla tech”, a Tokyo stop alla corsa di SoftBank

Brusca frenata per il titolo del colosso giapponese questa mattina a Tokyo. Le vendite seguono le ipotesi di una responsabilità della conglomerata nell’aumento del valore dei tecnologici sul Nasdaq.
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Battuta d’arresto per SoftBank: chiusura a -7,15% sul Nikkey 225
Una frenata del 7,15% sul listino azionario giapponese ha interrotto la corsa di SoftBank Group. Questa mattina il titolo della finanziaria giapponese è sceso per la prima volta sotto i 6mila yen in due mesi (a 5.881 yen): la maggiore débâcle rispetto all’indice di riferimento: il Nikkei 225 (chiusura a -0,5%).
Il colosso giapponese ha così messo la prima battuta d’arresto a un rally che va avanti da mesi e, secondo quanto riporta il Financial Times, è anche una delle cause dei forti acquisti sul Nasdaq.
A Wall Street, infatti, nelle ultime due sedute il serpeggiare di timori per le valutazioni elevate ha provocato il drastico calo del Nasdaq (ricco di tecnologici) e segnato uno stop significativo dopo sei mesi di forti guadagni (chiusura della scorsa settimana a -3,2%).
Forti acquisti di opzioni call sui titoli tecnologici
Alla base delle fibrillazioni tra le due sponde del Pacifico ci sarebbero le mosse aggressive dell’ad di Softbank, Masayoshi Son. Dopo aver fatto incetta di azioni Amazon, il gruppo avrebbe anche fatto significativi acquisti di call option in aziende tecnologiche, in particolare sui titoli Tesla e Apple (reduci dal recente split azionario, 5 a 1 per Tesla e 4 a 1 per Apple), per scommettere sul loro rialzo. Softbank sarebbe stata molto attenta anche nel coprire il rischio, con opzioni che vanno nella direzione opposta (put options).
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, le opzioni di 4 miliardi di dollari hanno generato un'esposizione di circa 50 miliardi di dollari, ed è appunto questa esposizione a preoccupare gli investitori.
SoftBank sarebbe indicata dunque una degli artefici della bolla speculativa sul Nasdaq: ad agosto la puntata rialzista del colosso giapponese aveva fatto esplodere il mercato delle opzioni sui singoli titoli a 335 miliardi di controvalore giornaliero, tre volte la media degli ultimi due anni.
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