Titoli cinesi a Wall Street? Per Credit Suisse meglio quelli quotati a Hong Kong

Secondo Jack Siu, chief investment officer per Greater China, gli investitori dovrebbero essere più prudenti e passare ai titoli quotati a Hong Kong con una doppia quotazione.
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Prudenza sui titoli cinesi quotati negli USA
I controlli delle autorità di Pechino si fanno più serrati, soprattutto per le società del settore tecnologico e immobiliare. In più la Securities and Exchange Commission (SEC), l'ente statunitense preposto alla vigilanza della Borsa, non rende la vita facile alle società cinesi quotate a Wall Street, che rischiano il delisting da New York Stock Exchange e Nasdaq se non soddisfano i requisiti di revisione. In particolare, la SEC ha adottato alcuni emendamenti per finalizzare le regole che implementano i requisiti di presentazione e divulgazione della Holding Foreign Companies Accountable Act (HFCAA). In sostanza, si tratta delle norme che obbligano le società straniere ad aprire i loro libri contabili al controllo degli Stati Uniti.
Le nuove regole danno il via a un processo che potrebbe portare al delisting di oltre 200 società da Wall Street.
Dal 17 novembre al 3 dicembre il Nasdaq Golden Dragon China Index (composto da società quotate in borsa negli Stati Uniti che hanno sede o sono costituite nella Repubblica Popolare Cinese) è crollato del 23%, recuperando nell’ultima settimana solo l’8%, un terzo della perdita.
L’esperto di Credit Suisse ha spiegato che le incertezze sul fronte normativo potrebbero persistere fino a marzo del prossimo anno, specialmente nei "settori strategici".
Meglio puntare su quelle quotate a Hong Kong
Per questa ragione Siu suggerisce agli azionisti esposti a questi titoli di diversificare maggiormente gli investimenti, “magari puntando su società quotate a Hong Kong, dove c'è una doppia quotazione per proteggersi dal rischio delisting”.
Negli ultimi anni un numero crescente di società cinesi quotate negli Stati Uniti ha ottenuto una doppia quotazione alla borsa di Hong Kong, compresi i giganti dell’e-commerce Alibaba, JD.com e la piattaforma di social media Weibo.
Jack Siu ha aggiunto che “gli investitori dovrebbero rimanere sui settori supportati dai regolatori cinesi, come le energie rinnovabili e i veicoli elettrici”.
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