Titoli petroliferi in difficoltà con il calo delle materie prime energetiche


Le dichiarazioni di Putin su un possibile aumento delle forniture di gas riduce la pressione sui prezzi delle materie prime energetiche e attira le vendite sul mercato azionario legato all’energia.


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Le vendite sul settore energetico

Seduta in controtendenza per il settore azionario legato alle materie prime energetiche. Mentre il rimbalzo tinge nuovamente di verde i principali indici europei dopo il sell-off di ieri, il calo del petrolio e del gas, in particolare, manda in rosso l’azionario collegato.

Il greggio WTI segna un nuovo brusco stop e torna a 75,70 dollari dopo un inizio di settimana in cui aveva sfiorato quota 80 dollari. Il Brent segue la scia e scende sotto la soglia degli 80 dollari al barile.

Calo del 4% per il gas, scambiato a 5,4 dollari dopo le dichiarazioni di Putin sulla fornitura in Europa.

A Piazza Affari soffre particolarmente Saipem, in flessione del 3%, mentre gli analisti di Jefferies hanno ridotto il target price a 1,3 euro dal precedente 1,4 euro. Male anche Saras e Tenaris, entrambe in calo dell’1%

Eni acquista azioni proprie

Le vendite continuano anche su Eni (-1,70%), nonostante il rialzo del prezzo obiettivo da parte di Santander dai precedenti 14,5 euro agli attuali 15,5 euro.

La società petrolifera ha annunciato l’acquisto tra il 27 settembre e il primo ottobre di 2.335.000 azioni proprie, al prezzo medio ponderato di 11,346644 euro per azione e un controvalore complessivo di 26.494.413,90 euro, nell'ambito dell'autorizzazione all'acquisto di azioni proprie deliberata dall'Assemblea del 12 maggio 2021.

Dall'inizio del programma, l'azienda che opera in tutta la filiera dell'energia ha acquistato 10.951.318 azioni proprie (pari allo 0,30% del capitale sociale) per un controvalore complessivo di 117.492.411,22 euro.A seguito degli acquisti effettuati fino al primo ottobre 2021, considerando le azioni proprie già in portafoglio, Eni detiene 43.996.515 azioni proprie pari all'1,22% del capitale sociale.

Le dichiarazioni di Putin sulle forniture di gas

Nel mezzo dell’‘energy crunch’, il Presidente russo Vladimir Putin annunciava un futuro aumento delle forniture di gas ai paesi europei, fortemente dipendenti da Mosca dal punto di vista energetico.

Le sue parole si inserivano in un contesto in cui la richiesta di gas aumentava a fronte di un’offerta limitata, in particolare proprio per colpa della Russia, uno dei fornitori principali non solo dell’Europa.

Putin respingeva le accuse di un mancato aumento significativo di forniture, ammettendo poi che nel breve periodo potrebbe decidere un incremento verso l’Europa.

Queste brevi parole erano bastate a rassicurare i principali mercati, spingendo al ribasso i prezzi del gas naturale e del petrolio.

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