TKMS, debutto da guerra: la Borsa tedesca premia il riarmo

TKMS, debutto da guerra: la Borsa tedesca premia il riarmo

La controllata di ThyssenKrupp entra in Borsa e raddoppia la valutazione attesa, superando i 6 miliardi. Gli investitori si gettano sull’industria militare, galvanizzando tutto il comparto europeo della difesa. Forte rialzo di Leonardo e Fincantieri

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Dopo un avvio a 60 auro, le azioni valgono ora 92 euro

Le azioni della società TKMS (ThyssenKrupp Marine Systems) hanno debuttato oggi sulla Borsa di Francoforte con un rialzo folgorante: partite a 60 euro, hanno sfiorato quota 100 nelle prime ore di contrattazione, per poi stabilizzarsi intorno a 92 euro. Con questa corsa, la capitalizzazione della società ha superato i 6,2 miliardi di euro, più del doppio rispetto alla forchetta di valutazione iniziale compresa tra 2,7 e 4 miliardi, stimata dagli analisti prima dello spin-off.

L’operazione, attesa da mesi, segna il completamento della separazione da ThyssenKrupp AG, che mantiene una partecipazione del 51% nella nuova società. Agli azionisti della casa madre è stato assegnato un titolo TKMS ogni 20 azioni ThyssenKrupp possedute. Una distribuzione che, combinando i due titoli, ha portato i portafogli dei vecchi azionisti a una rivalutazione complessiva del 14%.

Il budget dell’esercito tedesco salirà a 160 miliardi nel 2029

Il successo del collocamento riflette l’entusiasmo degli investitori per un settore che sta vivendo una vera e propria età dell’oro. Dopo decenni di declino successivi alla fine della Guerra Fredda, la spesa militare europea è tornata a crescere a ritmi vertiginosi, spinta dalle tensioni geopolitiche e dal riarmo accelerato seguito all’invasione russa dell’Ucraina. Secondo i piani del governo tedesco, la Bundeswehr porterà il proprio budget annuale oltre i 160 miliardi di euro entro il 2029.

TKMS è il primo costruttore al mondo di sottomarini non nucleari

TKMS rappresenta uno dei pilastri di questa nuova corsa alla difesa. L’azienda, con sede a Kiel sul Mar Baltico e oltre 9.000 dipendenti, è il primo costruttore al mondo di sottomarini non nucleari e produce anche fregate, corvette, piattaforme senza equipaggio e sistemi elettronici subacquei. La società dispone di un portafoglio ordini record di 18,6 miliardi di euro, triplicato in cinque anni, e punta a una crescita media annua del 10% con un margine EBIT superiore al 7% nel medio periodo.

“Oggi apriamo un nuovo capitolo nella storia di TKMS”, ha dichiarato l’amministratore delegato Oliver Burkhard durante la cerimonia di quotazione. “La nostra indipendenza ci permetterà di essere più agili e flessibili, a beneficio dei nostri clienti e dei partner NATO impegnati nella modernizzazione delle flotte marittime”.

L’effetto traino sull’intero settore della difesa

L’euforia per il titolo ha avuto effetti immediati sull’intero comparto europeo della difesa. A Piazza Affari, Fincantieri e Leonardo hanno chiuso entrambe in rialzo del 4,2%, mentre a Francoforte Rheinmetall ha guadagnato oltre il 4%, seguita da Hensoldt e Renk, entrambe in progresso di oltre il 6%.

Negli ultimi dodici mesi, l’indice Bloomberg European Defense è salito dell’80%, con Rheinmetall in progresso del +181% e Fincantieri +368%. In questo contesto, TKMS viene considerata una “must have” del decennio, grazie alla nuova generazione di sottomarini 212 e alla crescente domanda di soluzioni integrate per la sicurezza marittima.

Se alcuni investitori sono entusiasti, non si può ignorare che il “boom bellico” in Borsa, alimentato dalle tensioni globali e dal deterioramento dei rapporti tra le potenze, rischia di rappresentare la forma più tragica di euforia finanziaria. L’aumento vertiginoso del valore di TKMS non deriva da profitti presenti, ma da aspettative future di commesse e programmi di riarmo. Il che alla lunga non porterà niente di buono.

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