Tod’s, titolo e analisti si adeguano al prezzo dell’offerta
Ieri sera è arrivato l’annuncio di un’offerta lanciata dalla famiglia Della Valle e dal fondo L Catterton con l’obiettivo del delisting dalla borsa di Milano ad un prezzo di 43 euro rispetto ai 36,4 dell’ultima chiusura di venerdì.
Tod’s entra in contrattazioni
Subito reattiva Piazza Affari dopo l’annuncio dell’OPA su Tod’s finalizzata al delisting e il titolo della società italiana specializzata nella produzione di calzature, abbigliamento e accessori di lusso con i marchi Hogan, Fay e Roger Vivier.
Dopo non essere riuscite ad aprire ad inizio seduta, le azioni della società di Della Valle balzano del 17% nella prima mezz’ora e si portano a 42,82 euro, ad un passo dal prezzo offerto.
A questo punto, il titolo sta guadagnando oltre il 28% da inizio 2024, mentre negli ultimi 12 la performance è limitata ad un +21%.
L’OPA
Ieri sera la famiglia Della Valle e L Catterton, il fondo di investimento nel quale Lvmh di Bernard Arnault detiene una percentuale di minoranza, hanno annunciato il lancio di un’opa amichevole su Tod’s con obiettivo il delisting, con un prezzo fissato a 43 euro, rispetto ai 36,4 dell’ultima chiusura di venerdì e corrispondenti ad un premio del 17,59%, per un’operazione da 512 milioni di euro. Rispetto agli ultimi dodici mesi, il premio è del 20,58%, mentre contro i sei mesi del 27,35% e contro i tre mesi del 31,25%.
“Sono molto soddisfatto di questa operazione che porterà ulteriori benefici allo sviluppo futuro del gruppo Tod’s, uno sviluppo fatto di continui investimenti e di obiettivi sfidanti”, dichiara Diego Della Valle, numero uno del gruppo marchigiano che ha superato il miliardo di fatturato. Attualmente la famiglia Della Valle ha il 64% del gruppo Tod’s, mentre Lvmh ne controlla il 10% attraverso Delphine (quota acquisita ad aprile 2021 per 75 milioni di euro). I Della Valle si sono impegnati a portare in adesione all’Opa, entro 5 giorni di Borsa aperta dall’inizio del periodo di adesione, azioni pari al 10,45% del capitale (11,98% dei diritti di voto). A Opa conclusa, i Della Valle terranno il 54%, Delphine il suo 10% e a L Catterton farà capo il restante 36%.
Obiettivo delisting
l delisting potrà essere conseguito innanzitutto qualora le azioni portate in adesione all’offerta - sommate alla partecipazione aggregata DDV e Delphine, alle azioni proprie eventualmente detenute da Tod’s e alle azioni eventualmente acquistate dall’offerente - superino il 90% del capitale sociale di Tod’s.
Gli azionisti di maggioranza e l’offerente hanno concordato che, qualora il delisting non fosse raggiunto al termine e per effetto dell’offerta, lo stesso sarà perseguito mediante la fusione, con la conseguenza che i titolari di azioni Tod’s che non portino in adesione all’offerta le azioni oggetto della stessa detenute o che non esercitino il diritto di recesso diventerebbero, per effetto della fusione, titolari di strumenti finanziari non negoziati in alcun mercato regolamentato e non saranno parte del patto parasociale. “In questo momento, uscire dalla borsa, con la quale abbiamo sempre avuto ottimi rapporti, riteniamo sia la scelta strategicamente più idonea”, prosegue Della Valle.
Equita alza il target price
Oltre al titolo, anche gli analisti di Equita Sim si adeguano al prezzo dell’OPA e alzano il loro target price sul titolo Tod’s, portandolo a 43 euro dai precedenti 35,5 euro, prezzo basato sui fondamentali precedenti.
Gli esperti ricordano come ad agosto 2022 i Della Valle avessero lanciato un’Opa a 40 euro per azione, operazione che però non aveva superato la soglia di efficacia del 90% del capitale, con “l’azionista di maggioranza” che “allora aveva poi deciso di non procedere a delisting tramite fusione con veicolo non quotato, diversamente da quanto anticipato nel relativo documento di offerta. Rispetto all’offerta precedente riteniamo che la minaccia della fusione sia ora più credibile in quanto l’azionista di maggioranza e anche l’azionista di minoranza si sono impegnati con l’offerente a votare a favore della stessa”.
“In caso di fusione agli azionisti che non avessero consegnato le proprie azioni in Opa e che votassero contro la fusione verrebbe riconosciuto un diritto di recesso pari alla media aritmetica dei prezzi di chiusura nei 6 mesi precedenti la pubblicazione dell’avviso di convocazione dell’assemblea degli azionisti chiamata ad approvare la fusione”, aggiungono dalla sim.
“In base ai termini previsti dalla normativa, ci aspettiamo che l’offerta possa partire tra poco più di un mese, salvo richiesta di integrazioni al prospetto da parte di Consob, e chiudersi entro i successivi 40 giorni di borsa aperta, salvo eventuale riapertura dei termini”, concludono da Equita.
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