Tonfo Campari dopo il sequestro di azioni

Il presidente e azionista di maggioranza del gruppo è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di dichiarazione fraudolenta e responsabilità amministrativa.
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Azioni Campari in calo
Dichiarazione fraudolenta e responsabilità amministrativa. Con queste accuse, la Guardia di Finanza venerdì 31 ottobre scorso aveva sequestrato un pacchetto di azioni di Campari della Lagfin, la holding lussemburghese del presidente Luca Garavoglia, per un valore di quasi 1,3 miliardi. L’imprenditore controlla il 52% del colosso degli spirits.
La notizia ha attirato forti vendite sulle azioni Campari in apertura di seduta odierna a Piazza Affari: il titolo arriva a cedere il 4% nei primi minuti di scambi, scendendo fino ai 5,67 euro, il peggiore tra le blu chip di un Ftse Mib oggi positivo (+0,70%).
Il sequestro di azioni
Il decreto di sequestro è stato emesso dal gip del tribunale di Monza all'interno delle indagini partite nel 2023 nei confronti della cassaforte a monte del gruppo da 3 miliardi di euro di fatturato. Il reato contestato è quello di "dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici" e per "responsabilità amministrativa delle persone giuridiche", come si legge nel comunicato della Procura della Repubblica di Monza. Nel registro degli indagati sono stati iscritti lo stesso Garavoglia e Alberto Giovanni, legale rappresentante di Lagfin.
L'indagine ha preso avvio da una verifica fiscale dopo la fusione per incorporazione in Lagfin della propria controllata italiana nel 2018.
Dagli approfondimenti sono emerse plusvalenze non dichiarate dalla cosiddetta exit tax per oltre 5,3 miliardi maturate in capo alla società oggetto di incorporazione e non tassate al momento della loro fuoriuscita dal territorio nazionale, come previsto dalla normativa fiscale.
In particolare, secondo gli inquirenti il gruppo societario, attraverso una serie di complesse operazioni effettuate nel 2018, ha solo formalmente trasferito gli asset detenuti dalla società italiana a una branch domestica neo costituita, mentre la gestione effettiva del ramo d'azienda finanziario veniva esercitata a livello di casa madre estera.
Il sequestro, scrivono le Fiamme gialle, è stato integralmente eseguito attraverso l'apposizione del vincolo sulle azioni ordinarie di Campari, grande partecipata della holding lussemburghese, fino a concorrenza dell'importo disposto nel decreto, corrispondente all'imposta non versata all'atto del trasferimento all'estero della società incorporata.
Le precisazioni
Immediata la reazione del gruppo alla notizia: lo stesso giorno, la società pubblicava due note di precisazione sull’accaduto.
Nella prima, il gruppo specificava che “la disputa non riguarda Davide Campari-Milano N.V. né il gruppo Campari”, pertanto “non vi è alcuna conseguenza” per le due entità.
Nella seconda veniva riportato il comunicato stampa diffuso da Lagfin, precisando che la questione “attiene un contenzioso fiscale in essere da circa due anni e che non ha mai riguardato in alcun modo il gruppo Campari”.
Lagfin “è certa di avere sempre operato nel pieno rispetto di tutte le norme, incluse quelle fiscali italiane, e si difenderà vigorosamente con sereno rigore in tutte le sedi deputate”, proseguivano dalla holding.
“Poiché Lagfin detiene oltre l'80% dei diritti di voto di Campari, la misura non è assolutamente in grado di intaccare la partecipazione di controllo di Lagfin in Campari”, concludeva la nota.
Resta l’incertezza
"Sebbene il gruppo Campari non sia coinvolto, la notizia potrebbe esercitare pressione sulle azioni, con un'incertezza che permarrà fino al chiarimento della controversia fiscale”, prevede JP Morgan in una nota. Gli analisti stimano che le azioni sequestrate ammontino a circa il 16% della capitalizzazione di mercato di Campari, che ritengono "significativa" se le autorità italiane dovessero venderle per saldare il debito fiscale.
Gli esperti di WebSim Intermonte sottolineano che il contenzioso fiscale fra Lagfin e le autorità era ben noto e ricorda che Lagfin ha ribadito che la questione non ha mai riguardato il gruppo Campari e che la misura non incide sulla partecipazione di controllo detenuta in Campari.
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