Tonfo per le azioni Nike: pressione sulla redditività

Il secondo trimestre fiscale della società ha visto un calo dei margine lordo dovuto all’aumento dei dazi in Nord America, anche se i ricavi sono risultati in lieve aumento.
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Azioni Nike in crollo
Piovono vendite sulle azioni Nike a Wall Street dopo la diffusione dei risultati del secondo trimestre dell’esercizio fiscale 2026, chiuso al 30 novembre, evidenziando ricavi in lieve aumento ma con una significativa pressione sulla redditività.
Il titolo cede il 10% nel pre market USA dopo la chiusura di ieri a 65,63 dollari, lasciando presagire una seduta difficile alla Borsa di New York.
Il crollo di Nike spinge al ribasso anche le azioni di alcuni produttori tedeschi di abbigliamento sportivo quali Adidas e Puma, in calo rispettivamente del 2% e del 3% nei primi minuti di scambi alla Borsa di Francoforte.
Il trimestre di Nike
A preoccupare gli investitori è il calo del margine lordo, sceso a 300 punti base (40,6%), penalizzato principalmente dall'aumento dei dazi in Nord America. L'utile netto è diminuito del 32% a 792 milioni di dollari, con un utile per azione diluito di 0,53 dollari, anch'esso in calo del 32%.
I ricavi sono saliti a 12,4 miliardi di dollari, in crescita dell’1% su base riportata e sostanzialmente stabili a cambi constanti. Il contributo maggiore è arrivato dal canale Wholesale, con vendite pari a 7,5 miliardi, in aumento dell'8%, mentre le vendite Nike Direct sono scese a 4,6 miliardi, registrando un calo dell'8% a causa soprattutto della flessione del digitale e dei negozi diretti. In aumento i costi, con le spese di demand creation cresciute del 13% a 1,3 miliardi, per maggiori investimenti in marketing e sponsorizzazioni sportive, mentre le spese operative generali sono diminuite del 4%. L'EBIT trimestrale è sceso del 29% a 990 milioni, con un margine dell'8%. Dal punto di vista patrimoniale, le rimanenze sono diminuite del 3% a 7,7 miliardi di dollari, mentre cassa e investimenti a breve si sono ridotti a 8,3 miliardi, anche per effetto di dividendi, buyback e rimborsi di debito. Nel trimestre Nike ha distribuito 598 milioni di dollari agli azionisti tramite dividendi, confermando una politica di remunerazione in crescita.
"Nike è a metà del suo percorso di ripresa. Stiamo facendo progressi nelle aree a cui abbiamo dato priorità e rimaniamo fiduciosi nelle azioni che stiamo intraprendendo per guidare la crescita e la redditività a lungo termine dei nostri marchi”, spiega il presidente e Ceo, Elliott Hill, mentre Matthew Friend, Vicepresidente esecutivo e Direttore finanziario di Nike ha aggiunto che il gruppo sta "apportando i cambiamenti necessari per posizionare il nostro portafoglio in vista di una ripresa completa e per prendere decisioni in tempo reale a servizio della salute a lungo termine dei nostri marchi".
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