Tonfo TIM dopo lo stop alla rete unica da parte del governo
Mercoledì sarebbe dovuta arrivare l’offerta non vincolante di CDP sull’ex monopolista ma indiscrezioni di stampa parlano di una bocciatura dell’operazione decisa dal Governo di Giorgia Meloni, lasciando ancora incertezza sul futuro della società.
TIM in rosso
Telecom Italia in grossa difficoltà a Piazza Affari dopo le indiscrezioni del weekend circa lo stop alla rete unica arrivato da parte del governo di Giorgia Meloni.
Le azioni TIM iniziano la settimana sprofondando del 4%, a 0,216 euro, confermando così l’andamento negativo del 2022, con un dimezzamento del loro valore da inizio gennaio.
Stop alla rete unica
Indiscrezioni pubblicate ieri dal quotidiano La Repubblica raccontano della bocciatura da parte della Premier Giorgia Meloni della lettera d’intenti firmata da CDP lo scorso maggio, destinata a trasformarsi in un’offerta non vincolante su TIM entro il prossimo mercoledì 30 novembre.
Secondo la ricostruzione del quotidiano, Meloni avrebbe chiesto un tavolo alternativo finalizzato allo studio di nuove soluzioni da condividere con tutti gli stakeholders, resettando di fatto l’operazione.
La decisione è arrivata dopo un incontro svoltosi giovedì scorso tra Meloni, il capo di gabinetto, Gaetano Caputi e il sottosegretario Alessio Butti, con la Premier che decideva di affidare le deleghe con ampi poteri per gestire l’operazione a quest’ultimo.
Lo stesso Butti si era dichiarato più volte critico nei confronti della rete unica a causa del conflitto d’interessi di CDP (azionista di Open Fiber al 60% e di TIM al 9,9%), auspicando una soluzione di mercato come l’Offerta pubblica da parte di CDP su TIM, per poi scorporare la rete.
È il famoso ‘Piano Minerva’, in contrasto, però, con la volontà del governo di mantenere pubblica TIM, considerando anche la mole di debito che CDP dovrebbe incorporare nel caso di acquisto della maggioranza dell’ex monopolista.
Notizia negativa
In sostanza, il “governo avrebbe deciso di lasciar cadere il Memorandum of Understanding tra Tim, CDP, Open Fiber, Macquarie e KKR per la rete unica, preferendo avallare un percorso alternativo per arrivare al controllo statale della rete”, sintetizzano da Equita Sim.
Il percorso, però, resta “ancora in fase di definizione” e “dovrebbe essere messo a punto nei prossimi 2-3 mesi”, proseguono dalla sim.
In questa situazione, secondo Equita “rimane chiaramente sul titolo un appeal speculativo, viste le indicazioni del Governo di voler riportare il controllo statale sulla rete e le indiscrezioni sul possibile lancio di un’offerta pubblica su Tim nell’ambito del progetto Minerva”.
Le indiscrezioni rappresentano “una notizia negativa per il titolo in quanto si rimanda ancora una volta una decisione su temi molto importanti e impellenti per il gruppo (riduzione del debito, valorizzazione della rete fissa, reperimento di nuove risorse per lo sviluppo degli asset ex-rete), azzerando un piano lungamente negoziato e analizzato per privilegiare percorsi alternativi ancora da mettere a punto”, concludono da Equita Sim, mantenendo un rating ‘hold’, con prezzo obiettivo di 0,39 euro.
La strada preferibile
La bocciatura del governo “non ci sorprende”, spiegano da WebSim, “considerando le basse chance legate alla distanza sulle valutazioni e la posizione scettica sull’operazione più volte espressa dal governo”.
Secondo la sim, “un’OPA totalitaria finalizzata al delisting della Società ci sembra la strada preferibile e più market friendly: in questo scenario verrebbero infatti maggiormente tutelati ex ante gli azionisti minoranza TIM grazie alla possibilità di essere liquidati ex ante con un premio cash senza essere esposti ad alcun execution risk legato al break up e alla successiva dismissione degli asset retail, mentre nello scenario della cessione della sola NetCo i soci TIM resterebbero azionisti di una società telefonica solo retail, il cui modello di business non ha precedenti nella industry e la cui sostenibilità finanziaria non risulta ad oggi ancora testata”.
Inoltre, proseguono, “nel caso di eventuale OPA collettiva seguita dal break up degli asset retail, l’impegno finanziario per CDP potrebbe essere limitato dalla compartecipazione di altri soci (KKR, Macquarie) e della stessa Vivendi che potrebbe valutare di reinvestire nel veicolo”.
“Gli eventuali rischi di un’OPA sul 100% di TIM sono legati alla posizione dell’antitrust europeo da parte di un veicolo controllato da CDP ma riteniamo che l’integrazione verticale dovrebbe essere superata grazie alla cessione a termine degli asset retail di TIM, mentre i rischi di concentrazione verticale potrebbero essere mitigati dalla presentazione di impegni volontari (o imposizione di remedies) per la dismissione di asset in eccesso (partendo dagli asset in overlap tra la rete di TIM e quelli di OF)”, concludono da WebSim, ribandendo la raccomandazione ‘molto interessante’ sul titolo TIM, ad un prezzo obiettivo di 0,43 euro.
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