Torna a brillare l’oro ai massimi degli ultimi due mesi.

Bene rifugio per eccellenza il metallo giallo torna a 1.320 dollari l’oncia. Alle tensioni geopolitiche si aggiungono i timori sulla crescita economica
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Lo scenario economico aiuta l'oro
La guerra commerciale tra Cina e Usa, la minaccia di nuovi dazi americani al Messico, la forza del dollaro, e il crollo delle criptovalute riaccendono l’amore per l’oro: bene rifugio per eccellenza che schizza a 1.320 dollari l’oncia.
Sullo sfondo si delineano anche i timori di un rallentamento del ciclo economico corredati da nuovi interventi delle banche centrali che buttano giù i rendimenti dei titoli governativi rendendoli sempre meno interessanti.
I rendimenti dei Treasury , i titoli di Stato Usa sono crollati al 2,1% sui minimi da settembre 2017.
Non aiutano i dati macro con l’indice Pmi manifatturiero Usa di maggio – diffuso ieri pomeriggio – che ha deluso le attese, scendendo a 52,1 (dai 52,8 punti di aprile), il livello più basso da ottobre 2016.
Analisi tecnica
A sostenere le quotazioni del metallo giallo anche l’analisi tecnica, il rally dell’oro ha guadagnato forza dopo che le quotazioni venerdì sono riuscite a superare in sequenza diverse soglie tecniche, tra cui quella dei 1.300 dollari l’oncia, significativa anche a livello psicologico.
I mercati sono sempre più convinti che la Federal Reserve taglierà i tassi di interesse quest’anno, due se non addirittura tre volte, e la discesa del costo del denaro è uno dei fattori più favorevoli in assoluto per il metallo prezioso, che com’è noto non stacca cedole.
Secondo i dati della Cftc gli investitori stanno chiudendo le posizioni corte (ovvero quelle che puntavano a un ribasso dell’oro) di fatto acquistando . L’esposizione rialzista degli hedge funds rimane limitata: la settimana scorsa le posizioni nette lunghe sono aumentate di 8.757 contratti (opzioni e futures) al Comex, ma nel complesso rimangono storicamente basse (33.174 contratti).
C’è stato anche un risveglio di interesse per gli Etf sull’oro negli ultimi giorni: a livello globale il patrimonio è salito a circa 1.670 tonnellate secondo dati Reuters, un aumento dello 0,5% dal 18 maggio, quando la tendenza alle liquidazioni si è invertita. Rispetto all’inizio dell’anno gli asset in gestione sono comunque tuttora in ribasso del 3%.
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