Tornano a salire i prezzi del petrolio mentre Trump incontra Arabia Saudita e Russia

02/04/2020 10:30
Tornano a salire i prezzi del petrolio mentre Trump incontra Arabia Saudita e Russia

Il greggio supera i 22 dollari al barile sulle ali dell'ottimismo di Trump e la notizia che la Cina potrebbe riprendere i suoi acquisti di petrolio

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Il petrolio torna a salire ma la domanda resta bassa

Tornano a crescere i prezzi del petrolio nella giornata di oggi, dopo il netto calo dei giorni scorsi. Il greggio torna sopra i 22 dollari, mentre il Brent viene scambiato a 26 dollari al barile.

Dall'agenzia Bloomberg scrivono che la Cina starebbe per dare avvio ad un nuovo programma di acquisti di petrolio col fine di approfittare dei bassi prezzi, utilizzando per lo stoccaggio anche spazi commerciali, oltre che alle riserve statali.

Nell'attesa del ritorno agli acquisti da parte cinese, la domanda di petrolio non accenna ad aumentare. Secondo le stime di State Street Global, infatti, “nel mondo vengono consumati 20 milioni di barili di petrolio in meno al giorno, senza alcun segno di miglioramento imminente della domanda”.

“Circa il 50% del consumo globale di petrolio viene utilizzato per i trasporti in auto (benzina), il trasporto aereo (cherosene), i settori marittimo e ferroviari”, spiega l'analista di State Street Global, Ben Jones.

“Guardando le immagini delle strade deserte di Londra, New York e altre grandi città del mondo, è ovvio che nel 2020 saranno percorsi molti meno chilometri. Il consumo di benzina negli Stati Uniti, che da solo ammonta mediamente a nove milioni di barili al giorno durante tutto l'anno, dovrebbe normalmente aumentare nei prossimi mesi con l'inizio della driving season (da aprile a settembre)”, aggiunge Jones.

Trump 'entra in campo'

Negli Stati Uniti, però, la situazione resta ancora difficile sul fronte del coronavirus in quanto il paese resta indietro sul fronte della lotta alla pandemia. Pertanto, da un lato questa situazione lascia presagire che la domanda di petrolio resti ancora lontana dall'aumentare, mentre si aggiunge la crisi delle aziende petrolifere statunitensi.

I prezzi bassi del petrolio, infatti, hanno fatto già la prima vittima tra le società statunitensi, con Whiting Petroleum, importante società dello scisto statunitense, che ha dichiarato fallimento. Il titolo della società ha chiuso a Wall Street nella giornata di ieri con un calo del 44%.

“La bancarotta non significa che Whiting fermerà o ridurrà la produzione”, e “Whiting potrebbe dover lasciare il greggio nel terreno come asset da vendere, ma è anche piuttosto possibile che parte del processo di bancarotta richieda a Whiting di continuare a pompare per poter pagare i conti”, spiega Ellen R. Wald, esperta del settore petrolifero.

Dalla Casa Bianca, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato un incontro con i dirigenti petroliferi di Arabia Saudita e Russia, affermando di essere convinto che metteranno fine alla loro 'guerra dei prezzi' in pochi giorni.

In tutto il mondo, l'industria petrolifera è stata devastata", ha detto Trump, spiegando che il crollo delle quotazioni petrolifere fa male alla Russia ed anche all'Arabia Saudita. "Penso che faranno un accordo", ha aggiunto fiducioso.

Inoltre, Trump incontrerà i dirigenti delle grandi imprese petrolifere statunitensi, tra cui Exxon Mobil, Chevron, Occidental Petroleum, per discutere di eventuali misure di sostegno al settore.

“Sapevamo che i produttori petroliferi USA sarebbero stati in grande difficoltà con prezzi del greggio bassi e dovremmo aspettarci altre brutte notizie come quella su Whiting regolarmente. Ma questo non significa che la produzione petrolifera USA crollerà immediatamente”, spiega Wald.

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