Trevi ancora ferma in volatilità dopo l’annuncio dell’aumento di capitale

Trevi ancora ferma in volatilità dopo l’annuncio dell’aumento di capitale

Le misure approvate ieri dal consiglio di amministrazione del gruppo prevedono 25 euro di aumento di capitale da offrire ai soci ed uno da 26 milioni riservato ad alcune banche finanziatrici.

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Stop per Trevi

Torna in contrattazioni il titolo Trevi a Piazza Affari ma viene subito fermato nuovamente in asta di volatilità, affondato dall’annuncio delle misure di rafforzamento patrimoniale arrivato ieri sera a mercato chiuso.

Il nuovo stop arriva dopo un crollo del 30% a 0,4045 euro, quando già in apertura le azioni del gruppo erano state bloccate sempre in asta di volatilità dopo solo un minuto a 0,52 euro, con un calo del 10,34%.

Prima della giornata di oggi, il titolo Trevi aveva messo a segno una crescita del 7% negli ultimi 30 giorni, anche se da inizio anno era sceso del 38% rispetto a 0,94 euro di inizio gennaio 2022.

Il rafforzamento patrimoniale

Ieri il consiglio di amministrazione del gruppo ha deliberato un aumento di capitale inscindibile da circa 25 milioni di euro da offrire in opzione ai soci ad un prezzo di emissione pari a 0,3170 per azione.

A questo si aggiunge un aumento per 26 milioni di euro riservato ad alcune banche finanziatrici, “da eseguirsi mediante conversione di crediti per circa 33 milioni di euro”, comunicava la nota della società.

I due aumento saranno eseguiti in sostanziale contestualità e arrivano dopo le linee guida approvate a settembre relative ad una complessiva manovra finanziaria di risanamento.

La manovra approvata dal cda prevede anche la subordinazione e postergazione fino a giugno 2027 di una porzione di debito bancario per circa 6,5 milioni di euro, l’estensione della scadenza finale dell’indebitamento a medio-lungo termine al 31 dicembre 2026, la concessione di linee di credito per firma a supporto dell’esecuzione del Piano 2022-2026, la revisione dei parametri finanziari in linea con le previsioni dello stesso piano, oltre all’estensione dal 31 dicembre 2024 a fine 2026 della scadenza del prestito obbligazionario (2014-2024).

Gli obiettivi della manovra

Le decisioni del cda puntano al miglioramento “sensibile” della situazione finanziaria e patrimoniale del gruppo Trevi, cercando di farlo uscire dall’attuale situazione di crisi e di incertezza in merito alla continuità aziendale.

Inoltre, nelle intenzioni del board c’è il raggiungimento delle condizioni necessarie a raggiungere i target previsti dal Piano consolidato 2022-2026, cercando di arrivare ad “una situazione finanziaria sostenibile e risanata”.

Sempre dalla società spiegano che il via libera del cda arriva alla luce “dell’avanzato stato delle negoziazioni con le banche finanziatrici e della prevedibile sottoscrizione dell’accordo di risanamento” da realizzare entro la fine di novembre.

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