Trimestrale Bper Banca, utile inferiore alle attese


Il secondo trimestre della banca emiliana non raggiunge le previsioni degli analisti per quanto riguarda l’utile netto anche se l’istituto si è detto "ben avviato" per raggiungere i target dell'intero 2024.


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Luci su Bper Banca

Una crescita dell’utile limitata e un risultato netto trimestrale che non raggiunge le attese del consenso. Numeri, questi, che attirano vendite sul titolo Bper Banca in apertura di seduta, arrivato a scendere del 2% a Piazza Affari, toccando un minimo di 4,547 euro. Poi le azioni dell’istituto emiliano riescono a recuperare, indicando un segno positivo (+0,30%) dopo circa un’ora di scambi.

Il secondo trimestre di Bper “è stato condizionato da one-off, con l'utile netto sotto le attese “spiegato da costi di ristrutturazione contabilizzati nell'anno” e “un pre tax che è del 9% sopra le previsioni su base rettificata grazie a un minor costo del rischio”, spiegano gli analisti di Jefferies, confermando la raccomandazione ‘buy’ e il target price di 6 euro.

La delusione dell’utile

L’utile netto semestrale di Bper è cresciuto (+2,78%) a 724,2 milioni, di cui 266,9 milioni nel solo secondo trimestre, al di sotto delle stime del consensus di circa 391 milioni.

L’utile risulta inferiore alle attese “per effetto dei costi dell'ampliamento di un piano di uscite volontarie", pari a 174 milioni di euro e all'origine del rialzo del 17% dei costi operativi”, spiegano gli analisti di Deutsche Bank. "Al netto di questo effetto calcoliamo un utile rettificato di 388 milioni di euro, marginalmente al di sotto delle attese a causa di tasse più alte" mentre "la performance operativa è largamente in linea con le attese", aggiungono dalla banca tedesca.

L'utile netto è "inferiore del 25% rispetto al consensus a causa dei costi di ristrutturazione" evidenzia anche Mediobanca, che tuttavia sottolinea come al netto di questo costo straordinario i risultati sottostanti siano leggermente superiori al consensus (low single digit), grazie a un margine di interesse e a un costo del rischio leggermente superiori alle attese, e anche il Cet1 sia di 20 punti base migliore del consensus.

Gli altri numeri

Passando agli altri numeri, salgono del 7% i ricavi ‘core’ (2,697 miliardi), mentre il margine di interesse si attesta a 1,682 miliardi, in crescita dell'8,9%. Le commissioni nette sono pari a 1,014 miliardi (+4,0%), gli oneri operativi salgono a 1,569 miliardi (da 1,340 miliardi), con un cost-income ratio stabile al 50,6% e un costo del credito annualizzato di 41 punti base (in calo rispetto al 2023 pari a 48 punti). Sul fronte patrimoniale, il Cet1 risulta pari al 15,3% dal 14,5% di fine 2023.

I proventi operativi netti del semestre toccano (+4,1%) i 2,758 miliardi e la raccolta complessiva si è attestata a 298,7 miliardi, in rialzo del 2,9% da fine 2023.

Infine, la raccolta diretta da clientela a 117,6 miliardi (-1%), l'incidenza dei crediti deteriorati lordi verso clientela (Npe ratio lordo), invece, risulta pari al 2,8%, (2,4% a fine 2023), mentre l'incidenza dei crediti deteriorati netti verso clientela (Npe ratio netto) risulta pari all'1,3% (1,2% a fine 2023).

Verso i target 2024

Il management resta ottimista per il resto dell’anno e ritiene che la banca sia “ben avviata” per raggiungere i target 2024 con un margine di interesse visto ora stabile, quando prima era atteso in leggero calo, mentre preannuncia un nuovo piano industriale da lanciare il prossimo 10 ottobre.

Per l'esercizio 2024, Bper vede commissioni nette con una dinamica positiva e oneri operativi in leggero aumento rispetto a quelli del 2023. Atteso, inoltre, un leggero miglioramento per il costo del credito rispetto al 2023 e una redditività netta ordinaria in linea con lo scorso anno, “al netto dell’effetto della fiscalità differita" ed è atteso un rafforzamento della solidità patrimoniale della banca”, conclude la nota.

Lato qualità degli attivi, l'istituto ora prevede di mantenere “un costo del credito in leggero miglioramento rispetto al 2023”. La redditività netta ordinaria, invece, si ritiene “possa prevedibilmente essere in linea con quella del 2023, al netto dell'effetto della fiscalità differita”.

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