Triplice record a Wall Street, rialzo in Asia

Ieri l'indice Dow Jones ha superato per la prima volta quota 46.000, guadagnando l'1,4% nella giornata e segnando la sua quarta chiusura record dell'anno. L'S&P 500 e il Nasdaq Composite hanno registrato un aumento rispettivamente dello 0,9% e dello 0,7%. Entrambi hanno raggiunto la loro 24ª chiusura record del 2025.
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L’inflazione negli Stati Uniti resta su livelli vicini alla soglia che desta qualche timore tra gli economisti, ma l’andamento dei prezzi al consumo non è un elemento di disturbo per gli investitori, graniticamente convinti di essere alle soglie di una lunga discesa dei tassi d’interesse: tre da qui a fine anno e altri due, forse anche tre, nel corso del 2026.
Ieri l'indice Dow Jones ha superato per la prima volta quota 46.000, guadagnando l'1,4% nella giornata e segnando la sua quarta chiusura record dell'anno. Barron’s segnalava ieri sera che sono passati 191 giorni di negoziazione dal raggiungimento di quota 45.000. In questo periodo, Goldman Sachs, Microsoft e JPMorgan hanno contribuito maggiormente alla corsa dell’indice.
L'S&P 500 e il Nasdaq Composite hanno registrato un aumento rispettivamente dello 0,9% e dello 0,7%. Entrambi hanno raggiunto la loro 24ª chiusura record del 2025.
L’INFLAZIONE ALTA NON FERMA IL TAGLIO TASSI
“Sebbene le pressioni inflazionistiche a breve termine rimangano elevate e nei prossimi mesi siano probabili ulteriori segnali positivi, dal momento che le aziende stanno esaurendo le scorte e scaricando gli aumenti dei costi, la Fed dovrebbe trarre conforto dalle aspettative di inflazione ancorate e dall'assenza di surriscaldamento nel mercato del lavoro, due fattori che riducono i rischi di effetti collaterali”, si legge nella nota di commento al dato di ieri firmata da Simon Dangoor, Head of Fixed Income Macro Strategies di Goldman Sachs Asset Management.
Per queste ragioni, “Continuiamo a ritenere che a causa dei dati deboli sul mercato del lavoro la Fed taglierà i tassi la prossima settimana, a cui potrebbe far seguito un ulteriore allentamento in ottobre”.
TROPPI STIMOLI FANNO MALE AL TORO
Wellington Management consiglia agli investitori di tenersi pronti a cambiare rotta, in quanto “esiste una possibilità concreta che i mercati escano bruscamente dall’attuale “zona grigia” e spingano i rendimenti dei titoli di Stato a livelli impensabili solo pochi anni fa, con conseguenze rilevanti per tutti gli asset rischiosi”, si legge nella nota firmata da John Butler, Macro Strategist e Marco Giordano, Investment Director della casa di gestione del risparmio.
Per il momento l’ambiente tutto sommato favorevole, siamo dentro quella che Butler e Giordano identificano come la “zona grigia”, un’area sospesa tra due visioni contrastanti: “Da un lato, la narrativa dominante nei mercati e nelle politiche economiche, secondo cui servono ulteriori stimoli; dall’altro, i dati concreti che indicano un ciclo economico maturo ma ancora solido”.
Tutti vogliono stimoli e le banche centrali sembrano volersi piegare alla richiesta in arrivo dai mercati e dalla politica, anche se, dice la nota, forse il mondo non ne ha tutto questo bisogno. I dubbi di Wellington Management nascono da queste quattro considerazioni.
Forte crescita della spesa privata - Nei mercati sviluppati, la spesa nominale del settore privato cresce al ritmo più veloce degli ultimi 20 anni, escludendo il picco anomalo seguito alla riapertura dell’economia dopo il lockdown per la pandemia di COVID.
Inflazione ostinatamente elevata - La crescita nominale rimane vigorosa, ma gran parte di essa riflette prezzi maggiori. In effetti, l’inflazione globale è ai livelli più alti da 30 anni (fuori dal periodo COVID) e sembra stabilizzarsi su queste soglie elevate.
Occupazione storicamente elevata - I tassi medi di disoccupazione nelle economie sviluppate restano vicini ai minimi storici, segnalando scarsissimo margine inutilizzato nell’economia globale. E di solito è proprio questo eccesso di capacità produttiva inutilizzata che contribuisce a stabilizzare l’inflazione.
Deglobalizzazione - Più barriere commerciali, catene di fornitura frammentate e minori flussi migratori sono i tratti distintivi della nuova era economica. Questa inversione di tendenza rispetto alle forze che per decenni hanno tenuto bassa l’inflazione coincide con il rallentamento della produttività e l’impatto crescente dell’invecchiamento demografico.
Il clima di fondo resta buono perché c’è la piena convinzione di una discesa del costo del denaro, nell’immediato però, a far salire i prezzi è il tema dell’intelligenza artificiale. A questo riguardo, nel corso della notte si è chiarita l’identità di uno dei nomi di punta di questa nascente industria.
OPENAI
La start-up ha dichiarato di essere prossima alla sua conversione in una società a scopo di lucro più tradizionale, il passo è stato deciso dopo una lunga trattativa con il principale finanziatore, Microsoft.
I termini dell’accordo prevedono che 100 miliardi di dollari in azioni vengano trasferiti alla controllante senza scopo di lucro. In questo modo, dice il presidente Bret Taylor , nascerà "una delle organizzazioni filantropiche con maggiori risorse al mondo”. Bloomberg aggiunge che la partecipazione potrebbe anche aumentare in futuro. Il soggetto no profit avrà così, inizialmente, un quinto del capitale di OpenAI, ipotizzando che venga concluso un accordo per consentire ai dipendenti di vendere azioni a una valutazione di 500 miliardi di dollari. Tale transazione renderebbe OpenAI la più grande startup al mondo.
Entrambe le mosse sono state considerate passi essenziali che consentiranno a OpenAI di portare avanti il piano di ristrutturazione, passando dall'essere gestita da un'organizzazione no profit a diventare una società di pubblica utilità.
Tra il 2019 e il 2023, Microsoft ha investito più di
13 miliardi di dollari in OpenAI, il che ha garantito al gigante tecnologico circa il 49% dei profitti futuri di OpenAI. Microsoft si è mostrata riluttante a modificare il proprio accordo con OpenAI senza ricevere un adeguato compenso.
Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in lieve rialzo, future del Dax di Francoforte +0,1%.
In Asia Pacifico si sta per chiudere una seduta positiva per quasi tutti i listini.
Indice Hang Seng di Hong Kong +1,3%. Hang Seng Tech +2% grazie al rialzo di oltre il 5% di Baidu e di Alibaba.
Solo un lieve rialzo per le borse di Shanghai Shenzhen. L’indice Kospi di Seul guadagna l’1,3%, il bilancio settimanale è +5,6%.
Nikkei di Tokyo +0,9%.
GIAPPONE E YEN
Gli Stati Uniti vogliono che il Giappone e altri Paesi del G7 impongano dazi più elevati alla Cina e all’India, come punizione per i loro continui acquisti di petrolio dalla Russia. Lo anticipa l'agenzia Kyodo, che cita un funzionario del dipartimento al Tesoro Usa: la nuova stretta dell'amministrazione Trump "fa parte della strategia per porre fine il prima possibile al conflitto in Ucraina". Il portavoce del Tesoro ha dichiarato che i ministri delle finanze delle principali democrazie terranno oggi una riunione online per discutere la richiesta di Washington.
Il segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent e il ministro delle Finanze giapponese Katsunobu Kato hanno ribadito in una dichiarazione congiunta il loro impegno fondamentale a lasciare che siano i mercati a determinare i tassi di cambio delle valute e a non perseguire obiettivi di vantaggio competitivo. "Le politiche fiscali e monetarie rimarranno orientate al raggiungimento dei rispettivi obiettivi interni utilizzeranno strumenti nazionali e non punteranno sui tassi di cambio per scopi competitivi ".
I due ministri hanno comunque lasciato spazio a un intervento in determinate circostanze.
TITOLI
Mediobanca. Standard & Poor's ha posto sotto osservazione con implicazioni negative la propria valutazione di 'BBB+' sul merito di credito di Mediobanca. La decisione fa seguito all'acquisizione del controllo dell'istituto da parte di Mps .
Stellantis. L'aumento dei ricavi grazie a nuovi modelli, ha detto il nuovo Ceo Antonio Filosa, sarà un pilastro fondamentale della strategia futura del gruppo e un modo per ripristinare la generazione di cassa.
Ferragamo ha lasciato l'incarico il cfo Pierre La Tour, la cui carica passa ad interim a Paolo La Morgia.
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