Trump apre un altro fronte nella trade war: nuovi dazi su acciaio e alluminio anche in Europa

Terminata la Fase 1 della guerra commerciale con la Cina, Donald Trump firma l’aumento di nuovi dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio. Allarme anche per le società italiane coinvolte dalle nuove tariffe
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Trump apre un nuovo fronte sui dazi
Se la guerra commerciale con la Cina è attesa dall’avvio delle trattative per la Fase 2, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha aperto un nuovo fronte mettendo nel mirino anche l’Europa.
Dall’8 febbraio prossimo, infatti, scatteranno nuovi dazi sulle importazioni negli USA relativamente ai derivati dell’acciaio, colpiti del 25%, e dell’alluminio vedranno un aumento dei ‘balzelli’ del 10%.
La decisione è stata presa per motivi di “sicurezza nazionale, col fine di proteggere una base industriale domestica definita “essenziale per la difesa e le infrastrutture di importanza critica”, secondo quanto annunciato da Trump.
Dalla decisione sono stati esclusi solo un gruppo di paesi comprendenti l’Argentina, l’Australia, il Brasile, il Canada, il Messico e la Corea del Sud, per quanto riguarda l’acciaio, mentre per l’alluminio la lista comprende Argentina, Australia, Canada e Messico
Le preoccupazioni per le aziende italiane
Il Governo italiano si è detto “fortemente contraria ad ulteriori penalizzazioni per il Made in Italy”, ritenendo i dazi “controproducenti per gli stessi importatori americani”. La posizione era stata espressa dal sottosegretario agli Esteri, Ivan Scalfarotto, che tra oggi e domani sarà in missione a Washington.
Secondo gli esperti di Mediobanca Securities, tra le società italiane più colpite dall’impatto delle nuove tariffe c’è CNH Industrial, in quanto tra i settori che potrebbero avere conseguenze più negative “ci sono quelli delle auto, dell’agricoltura, delle costruzioni e dei camion”.
Particolarmente esposto è il settore delle costruzioni di impianti siderurgici, con la multinazionale Danieli a rischio. “Il primo aumento delle tariffe ha innescato un incremento degli investimenti negli Usa per rilanciare la capacità produttiva esistente il che si è tradotto in commesse per l'unità di produzione degli impianti", aggiungono da Mediobanca, e ora "questo nuovo aumento può portare una certa dose di volatilità a livello locale ma potrebbe anche portare ad altri ordini negli Usa".
Infine, gli esperti dell’istituto valutano limitati gli effetti su Tenaris a causa del volume delle importazioni dall’Italia “limitato”. Inoltre, la società italiana specializzata in tubi potrebbe rivolgersi verso il Messico, il Canada e l’Argentina, esclusi al momento dai nuovi dazi, concludono dalla banca.
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