Trump contro il Chips Act. Non è un problema per Intel e Marvell

Il presidente Usa è convinto che i dazi avranno gli stessi effetti positivi della legge voluta da Biden, senza pesare sui contribuenti. Intel ha già rinviato la costruzione della nuova fonderia in Ohio. Marvell annuncia risultati migliori delle attese.

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Una legge che stanzia 53 miliardi per il settore dei chip

Il presidente Trump vuole che il Congresso americano cancelli il Chips Act, la legge approvata sotto la presidenza di Joe Biden che ha stanziato circa 53 miliardi di dollari per incentivare la produzione di semiconduttori sul territorio Usa e ridurre la dipendenza dagli stabilimenti asiatici, in particolare da Taiwan.

Intel è una delle aziende che ha maggiormente beneficiato dei fondi del Chips Act, avendo ricevuto a novembre circa 8 miliardi di dollari per potenziare la propria produzione negli Stati Uniti, inclusi nuovi stabilimenti in Ohio. Tuttavia, il colosso dei semiconduttori ha recentemente annunciato il rinvio dell'apertura della nuova “fonderia” in Ohio al 2030, citando la necessità di allineare gli investimenti alla domanda del mercato. Quindi non si è ancora esposta finanziariamente sull’utilizzo dei fondi governativi.

Titolo Intel debole in attesa della nomina del nuovo Ceo

Il violento attacco di Trump al Chips Act, ripetuto nel discorso di martedì notte al Congresso (“E’ un errore orribile, orribile”, ha detto il presidente) non ha avuto ripercussioni particolarmente negative a Wall Street. Mercoledì Intel ha chiuso in calo del 2,4% a 20,81 dollari. Il titolo rimane debole più che altro per lo stato di incertezza che avvolge la società dopo l’uscita a dicembre del Ceo Pat Gelsinger, non ancora sostituito.

Dall’inizio dell’anno Intel registra un lieve rialzo del 3,8%, ma il valore della società negli ultimi 12 mesi si è dimezzato. Lo scorso agosto le azioni Intel hanno subito il peggior calo in un solo giorno degli ultimi 50 anni dopo che l'azienda ha annunciato risultati trimestrali deludenti.

Avviato il licenziamento del 15% dei dipendenti

Rimasta drammaticamente indietro nella corsa ai chip per AI, Intel sta cercando di recuperare terreno nei confronti di Nvidia e di AMD, ma la situazione resta ancora confusa dopo l’annuncio di un piano di ristrutturazione che dovrebbe portare all’eliminazione del 15% dei dipendenti.

Su 44 analisti che coprono Intel, 38 hanno una posizione neutrale. La media dei target price è 22,7 dollari (+9% rispetto all’ultima chiusura

Gli analisti di Raymond James: improbabile la cancellazione del Chips Act

L'obiettivo di Biden con l’approvazione del Chips Act era duplice: rafforzare la sicurezza nazionale e stimolare l'industria americana dei chip. Trump oggi sostiene che l’imposizione di dazi sui semiconduttori importati avrebbe lo stesso effetto di incentivare la produzione locale, senza l’onere finanziario per i contribuenti. Tuttavia, gli analisti di Raymond James ritengono improbabile che il Chips Act venga revocato completamente, lasciando prevedere che il credito d’imposta del 25% per gli investimenti infrastrutturali rimarrà in vigore. Fra l’altro, gli incentivi ottenuti da Intel sono per costruire due nuovi impianti in Ohio, lo Stato del vicepresidente J.D. Vance.

Marvell prevede ricavi superiori alle attese del mercato

Intanto nel settore dei chip Usa si registrano i buoni risultati di Marvell Technology, specializzata in semiconduttori per data center e infrastrutture di rete. I dati del quarto trimestre 2024-2025 (chiuso a febbraio) mostrano che la divisione data center di Marvell, la più brillante, ha registrato una crescita dei ricavi del 78% rispetto all'anno precedente, raggiungendo 1,37 miliardi di dollari nel quarto trimestre, pari al 70% del fatturato del gruppo. L'azienda prevede che il fatturato del primo trimestre 2025-2026 sarà di 1,88 miliardi di dollari, superiore alla stima media degli analisti di 1,87 miliardi di dollari.

La sua crescita di Marvell è trainata da clienti come Microsoft, Meta e Amazon, che stanno sviluppando propri chip AI per ridurre la dipendenza da Nvidia. Su 38 analisti che coprono Marvell, 33 raccomandano di comprare le azioni e la media dei target price, pari a 129 dollari, indica un potenziale upside del 43% rispetto all’ultima chiusura a 90,1 dollari.

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