Trump ordina l’attacco all’Iran e il petrolio schizza in alto

L’escalation militare degli Stati Uniti fa scattare gli acquisti anche sui beni rifugio come l’oro e argento
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Le tensioni militari muovono i mercati
I venti di guerra tra Stati Uniti e Iran stanno spingendo in alto i prezzi del petrolio e attirando le vendite sui mercati azionari europei, in attesa dell’apertura di Wall Street.
Sia il petrolio greggio che il Brent, infatti, sono arrivati a guadagnare oltre il 3%, mentre cedono oltre l’1% i principali indici europei, compreso il Ftse Mib.
In crescita anche altri beni rifugio quali l’oro, l’argento, lo yen e il franco svizzero, a cui si aggiungono le criptovalute, quest’ultime spesso protagoniste di movimenti di mercati difensivi.
Un raid ordinato da Trump
Un drone americano ha colpito nella notte l’aeroporto di Bagdad con l’obiettivo di uccidere il generale Qassem Soleimani, uomo di fiducia del regime ayatollah.
Soleimani si era reso protagonista in passato di diverse azioni anti americane, come la seconda fase dell’insurrezione in Iraq e diversi attentati contro bersagli israeliani e statunitensi, sempre riuscendo a scappare.
Tra le vittime c’è anche il leader delle Pmu Abu Mahdi Al-Muhandis, il quale aveva guidato la folla nell’assalto all’ambasciata USA lo scorso 30 dicembre.
L’attacco è stato ordinato direttamente dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e potrebbe rappresentare l’inizio di un’escalation militare nella regione.
L’azione è stata confermata dallo stesso Pentagono, mentre da Washington hanno affermato: “proteggeremo sempre i nostri interessi”.
Dall’Iran, è arrivata la risposta dell’Ayatollah Ali Khamenei, promettendo “gravi ripercussioni” verso i responsabili dell’attacco, secondo quanto riportato da Bloomberg.
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