TSMC supera Tencent e diventa prima per capitalizzazione in Asia
I risultati del secondo trimestre confermano le forti prospettive di crescita della principale fonderia di chip al mondo. Varato un piano di investimenti da oltre 100 miliardi di dollari. Coro unanime di Buy fra gli analisti, ma il dopo Afghanistan getta un’ombra sull’evoluzione dei rapporti fra Taiwan e Pechino.
Il calo dei tech cinesi ha portato TSMC sul podio con una market cap di 572 mld di dollari.
Ribaltone nella classifica delle società con maggiore capitalizzazione in Asia. Il recente calo dei titoli tech cinesi, culminato mercoledì 18 luglio con la caduta del 4% di Alibaba e dello 0,7% di Tencent, ha portato la taiwanese Taiwan Semiconductor Manufacturing (TSMC) sul gradino più alto della classifica con un valore di Borsa di 572 miliardi di dollari.
Messa nel mirino dalle politiche regolatorie di Pechino, che da mesi sta stringendo le maglie dei controlli attorno alle piattaforme Internet, Tencent ha perso circa il 30% dall’inizio di giugno e ha quindi abbandonato la posizione di leader per market cap, scivolando a un valore di Borsa di 557 miliardi di dollari. Alibaba è adesso in terza posizione fra le maggiori società dell’Asia con una market cap di 481 miliardi di dollari.
Dall’inizio dell’anno le azioni di TSMC mostrano una performance sostanzialmente piatta (+1,4%), mentre negli ultimi 12 mesi hanno messo a segno un rialzo del 39%.
Taiwan Semiconductor Manufactoring è la principale “fonderia” di chip al mondo, produce semiconduttori per tutta l’industria mondiale, dal gaming all’elettronica di consumo, dal settore automotive alle telecomunicazioni, all’High performance computing (HPC). Dall’inizio della pandemia il valore delle azioni è raddoppiato mentre la società è stata travolta dal boom della domanda di chip per elettronica domestica, dalle console di videogiochi ai pc.
Crescita esponenziale della domanda di chip per auto e in particolare per EV.
La crescita esponenziale della domanda di semiconduttori nell’industria automotive, e in particolare nel segmento degli EV (Electric Vehicle), ha portato il management di TSMC a varare un gigantesco piano di investimenti per i prossimi anni, con un impegno complessivo che supera i 100 miliardi di dollari.
Secondo diverse società di ricerca, la carenza mondiale di chip e i tempi non brevi con cui l’industria dei semiconduttori riuscirà ad aumentare la sua capacità produttiva, garantiranno a TSMC ancora diversi anni di fortissimo sviluppo.
I risultati del secondo trimestre 2021, diffusi a metà luglio, hanno mostrato una crescita dei ricavi del 19,8% (sullo stesso periodo dell’anno precedente) a 13,3 miliardi di dollari, con un utile netto di 4,8 miliardi (+11,2%). Per il terzo trimestre il Cfo Wendell Huang ha detto di aspettarsi una forte domanda per i circuiti integrati a tecnologia più avanzata (da 5 e da 7 nanometri) che riguarda tutte le quattro grandi piattaforme produttive del gruppo, vale a dire Smartphone, HPC, IoT e Automotive.
Il consensus degli analisti si aspetta per l’intero 2021 ricavi a 56,2 miliardi di dollari e un utile netto di 20,7 miliardi. Nel 2022 i ricavi dovrebbero salire a 65,4 miliardi (+16%) con profitti pari a 23,8 miliardi (+15%).
Alla prezzo attuale di 110 dollari per azione (la società è quotata al Nyse a New York), TSMC capitalizza 27,6 volte gli utili attesi quest’anno e 10,1 volte il fatturato.
Preoccupato il presidente Mark Liu: la pace è a beneficio di ogni Paese.
La posizione di mercato di TSMC è così forte, che il suo utile è pari a più della metà dei profitti complessivi della produzione mondiale di chip. Finora gli analisti non hanno mostrato dubbi, sostenendo che il titolo è assolutamente da comprare: su 29 analisti censiti da MarketScreener, 26 consigliano l’acquisto e tre hanno un giudizio neutrale (Hold). La media dei target price a 12 mesi è 142 dollari.
L’unico rischio per le potenzialità di crescita di TSMC e delle sue quotazioni riguarda l’evoluzione della situazione geopolitica. Alcuni analisti sostengono che l'azienda potrebbe diventare un punto critico nelle relazioni tra Taiwan e la Cina continentale. A luglio, il presidente di TSMC, Mark Liu, ha affrontato i timori di una potenziale invasione di Taiwan da parte della Cina, che considera l'isola parte del suo territorio. “Tutti vogliono avere una situazione di pace fra Cina e Taiwan – ha detto il manager -, perché è a beneficio di ogni Paese”. Attualmente il 59% delle vendite di TSMC è verso clienti Usa e il 19,4% verso la Cina.
Finora questi dati hanno rappresentato una garanzia di equilibrio dei comportamenti, ma la situazione potrebbe evolversi alla luce di due novità preoccupanti: la crescente aggressività di Pechino, che sempre più spesso afferma di volere annettere Taiwan, e la spaventosa prova di debolezza militare-strategica mostrata dagli Usa in Afghanistan.
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