UBS, accantonamenti fatali al trimestre e prospettive future ancora “incerte”


Le conseguenze di una vicenda legale del 2007 ha costretto la banca ad aumentare gli accantonamenti ma le previsioni dell’istituto parlano di un secondo trimestre caratterizzato da bassi livelli per le attività di raccolta.


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UBS in rosso

Inizio di seduta in rosso fisso per UBS dopo il calo degli utili segnalato dai numeri del primo trimestre 2023.

Le azioni della banca svizzera cedono oltre il 4% dopo circa mezz’ora dall’avvio delle contrattazioni e scendono a 17,22 franchi svizzeri.

Se nel corso del 2023 la performance del titolo resta di poco sotto la parità (-1%), l’andamento delle sue azioni risente ancora dell’acquisizione di Credit Suisse, segnando un calo del 10% dalla data della notizia dell’operazione.

Gli accantonamenti

La banca ha registrato un calo del 52% degli utili nei primi tre mesi di quest’anno, dovuto principalmente ad un aumento degli accantonamenti per 665 milioni decisi a causa di un vecchio contenzioso legale e al netto di questi effetti, l’utile prima delle imposte è stato di 2,35 miliardi di dollari, il 22% in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.

La banca era stata emittente e sottoscrittrice di titoli garantiti da mutui ipotecari residenziali statunitensi nei cinque anni precedenti al 2007.

La vicenda ha spinto le autorità USA ad avviare un’azione legale nel 2018 contro la banca svizzera, chiedendo sanzioni per il suo coinvolgimento in numerose operazioni di questo tipo. In seguito UBS ha perso una causa in tribunale sulla questione.

“Siamo in fase avanzata di discussione con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e sono lieto di constatare che stiamo facendo progressi verso la risoluzione della questione che risale a 15 anni fa”, spiegava nella nota l’amministratore delegato Sergio Ermotti, appena tornato alla guida della banca per guidare l’acquisizione di Credit Suisse.

Il trimestre

La banca ha realizzato un utile netto attribuibile agli azionisti di 1,03 miliardi di dollari, sotto la stima media di 1,71 miliardi di dollari previsto da un sondaggio condotto dalla stessa banca e inferiore ai 2,14 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente.

I ricavi sono calati del 6,8% a 8,74 miliardi dai 9,38 di un anno prima, su cui hanno pagato gli accantonamenti, anche se gli effetti sono stati in parte compensati dall’afflusso di nuovi capitali netti nella sua attività di gestione patrimoniale globale legato all’operazione con Credit Suisse, arrivate a 19,7 miliardi di dollari nel periodo.

Di “solida performance” e “forti afflussi” parla il Ceo del gruppo, Sergio Ermotti, dimostrando che la banca continua a “essere una fonte di stabilità per i clienti in un periodo di forte incertezza”.

“Il nostro bilancio per tutte le stagioni e un modello di business diversificato e generatore di capitale ci hanno permesso di essere parte della soluzione in un momento critico per il sistema finanziario svizzero e globale”, ha aggiunto il manager.

Prospettive

In un contesto di persistente inflazione elevata e un “rigido mercato del lavoro” che hanno spinto le “banche centrali a continuare ad aumentare i tassi di interesse”, oltre ai recenti problemi di liquidità per il settore bancario e le tensioni geopolitiche (USA e Cina), hanno “determinato una notevole incertezza nelle valutazioni degli asset e nelle prospettive di crescita economica”, sottolinea la banca nella nota.

In questo contesto, “i clienti hanno continuato a diversificare le disponibilità liquide investendo i loro depositi in strumenti del mercato monetario, mentre il sentiment e i livelli di attività sono rimasti in sordina nel primo trimestre del 2023”, proseguono da UBS.

Per quanto riguarda il futuro, prevedono dall’istituto, “la situazione macroeconomica futura rimane incerta e le preoccupazioni per la stabilità delle banche si sono attenuate, ma non sono scomparse” e “di conseguenza, i livelli di attività dei clienti potrebbero rimanere bassi nel secondo trimestre del 2023”, influendo “sulla futura attività di raccolta”.

Un elemento positivo per UBS dovrebbe arrivare dal reddito netto da interessi, previsto a livelli “più alti rispetto all’anno scorso, dovuto all’attuale contesto dei tassi d'interesse”.

Acquisizione di Credit Suisse

La banca prevede, infine, il completamento dell’acquisizione di Credit Suisse, operazione conclusa per 3 miliardi di franchi svizzeri e fino a 5 miliardi di franchi di perdite, “probabilmente nel secondo trimestre del 2023”.

L’operazione “farà avanzare la nostra strategia, in particolare nel Global Wealth Management e in Svizzera”, mentre “la complessità dell’integrazione richiederà un impegno costante e diligente”, ma l’istituto assicura che il management non si distrarrà dall’obiettivo “primario: assistere i clienti con consulenza e soluzioni”.

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