UBS, la fusione con Credit Suisse viaggia a gonfie vele
La banca svizzera ha comunicato una trimestrale con un utile netto nettamente superiore alle previsioni degli analisti, la prima positiva dopo due consecutive di perdite dovute ai costi sostenuti per assorbire Credit Suisse.
UBS in verde
Torna positiva la trimestrale di UBS per la prima volta dalla fusione di Credit Suisse avvenuta a maggio, con risultati andati oltre le previsioni degli analisti.
Anche il mercato apprezza e il titolo della banca svizzera apre la seduta a Francoforte con una crescita superiore al 2%, con un massimo toccato a 25,87 franchi. Sprint che permette al titolo di tingere di verde la sua performance nel corso di questo 2024, con una crescita dell’1%.
Oltre le attese degli analisti
Il primo semestre della banca svizzera ha visto l’utile netto arrivare a 2,9 miliardi di dollari, di cui 1,14 miliardi nel secondo trimestre, più del doppio rispetto alle previsioni degli analisti (528 milioni) in un sondaggio fornito dalla società.
I nuovi asset nell’ambito della gestione patrimoniale sono arrivati a 27 miliardi, con afflussi positivi in tutte le regioni, con ricavi per oltre 1 miliardo ottenuti grazie ai positivi risultati soprattutto in Asia e nelle Americhe.
In linea con la guidance (100 miliardi) le nuove attività nette nel semestre, pari a 54 miliardi, mentre i ricavi nei mercati globali sono aumentati del 18% su base annua, rappresentando i migliori risultati nel secondo trimestre dal 2013. Nel solo global banking i ricavi globali sono cresciuti del 55% rispetto all’anno precedente.
I risparmi lordi sui costi sono stati 0,9 miliardi, raggiungendo circa il 45% dei suoi obiettivi di risparmio lordo annuo cumulativo.
La banca ha inoltre riscontrato un moderato rallentamento del margine d'interesse a causa dei cambiamenti di mix in corso nel Global Wealth Management e degli effetti del secondo taglio dei tassi della Banca Nazionale Svizzera, non ancora incorporati nel pricing dei depositi nel Personal & Corporate Banking.
L’acquisizione di Credit Suisse
UBS ha registrato un enorme guadagno una tantum che riflette come i costi di acquisizione fossero di gran lunga inferiori al valore di Credit Suisse. Per la banca si tratta del primo trimestre positivo dopo due consecutivi di perdite dovute ai costi sostenuti per assorbire CS.
I risultati del semestre riflettono “significativi progressi” compiuti dalla banca dopo la chiusura dell’acquisizione di Credit Suisse, evidenzia il Ceo Sergio Ermotti, aggiungendo che l’istituto è “ben posizionato per raggiungere i suoi obiettivi finanziari e tornare ai livelli di redditività raggiunti prima che ci venisse chiesto di intervenire per stabilizzare Credit Suisse”.
"Ora stiamo entrando nella fase successiva della nostra integrazione, che sarà fondamentale per realizzare ulteriori e sostanziali benefici in termini di costi, capitale, finanziamenti e imposte”, ha aggiunto.
L'integrazione di Credit Suisse “è sulla buona strada, con conseguenti risparmi sui costi lordi, riduzione delle attività non core e migliori coefficienti patrimoniali”, confermano da JP Morgan.
Le previsioni
Da UBS si attendono che le prospettive macro continueranno a essere offuscate dai conflitti in corso, da altre tensioni geopolitiche e dalle imminenti elezioni negli Stati Uniti, che probabilmente porteranno ad una maggiore volatilità del mercato rispetto alla prima metà dell’anno.
Per quanto riguarda il terzo trimestre, la banca prevede di sostenere circa 1,1 miliardi di dollari di spese legate all'integrazione e che il ritmo dei risparmi lordi sui costi diminuirà in modo modesto su base sequenziale. Le spese legate all'integrazione dovrebbero essere in parte compensate dall'accrescimento di circa 0,6 miliardi di dollari degli effetti contabili dell'acquisto.“Mentre mettiamo in atto i nostri piani, continueremo a investire per posizionare UBS per una crescita sostenibile, rimanendo al contempo vicini ai clienti, offrendo risultati ancora migliori per loro e per le comunità in cui viviamo e lavoriamo”, dichiarava Ermotti.
Infine, viene confermato l’obiettivo di riacquisto di azioni per un massimo di 1 miliardo di dollari nel 2024, il cui piano è stato avviato a giugno ed ha già portato a 467 milioni di dollari di azioni riacquistate alla data del 9 agosto scorso.
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