UBS pronta a tagliare il 30% dei dipendenti di Credit Suisse
Secondo indiscrezioni di Bloomberg, i tagli riguarderebbero circa 35 mila dipendenti con un risparmio di sei miliardi di dollari.
Licenziamenti in Credit Suisse
Un’estate di fuoco per i dipendenti di Credit Suisse. Indiscrezioni di Bloomberg, infatti, parlano di un possibile taglio per il 30% della forza lavoro per la banca svizzera come risultato dell’acquisizione di emergenza da parte di UBS.
L’agenzia americana racconta che lo staff della banca avrebbe già comunicato tre possibili round di tagli nel corso di quest’anno, uno entro fine luglio e altri due a settembre e a ottobre.
Complessivamente, la sforbiciata dovrebbe riguardare 35 mila lavoratori rispetto ai 120 mila dipendenti risultanti dalle ‘nozze’ tra i due istituti, di cui 45 mila di Credit Suisse, con un risparmio atteso di 6 miliardi di dollari in costi nei prossimi anni.
Dato, questo, sostanzialmente in linea con la riduzione complessiva di circa 30.000 unità stimata dagli analisti di Redburn in un rapporto su UBS di questo mese.
Le riduzioni di personale dovrebbero riguardare principalmente gli uffici CS di Londra, New York e di alcune aree dell’Asia secondo le fonti Bloomberg, anche da UBS non hanno voluto commentare le indiscrezioni.
A Zurigo, intanto, la notizia aveva sostenuto il titolo UBS, arrivato a guadagnare l’1,65% fino a toccare i 17,83 franchi svizzeri, per poi tornare intorno la parità dopo circa due ore di contrattazioni.
Strategia sul personale
Mentre l’amministratore delegato di UBS, Sergio Ermotti, dichiarava che l’integrazione sta “procedendo molto bene”, UBS fin dall’inizio annunciava l’intenzione di ridurre i numeri in perdita di Credit Suisse, all’origine della perdita di 5,5 miliardi di dollari nello scandalo Archegos Capital Management nel 2021.
Sebbene UBS avesse originariamente pianificato di mantenere il 20% dei migliori dealmaker, in particolare quelli che si occupano di tecnologia, media e telecomunicazioni, molti dei personal banker più performanti hanno lasciato l’azienda o sono stati sottratti dalla concorrenza.
UBS spera di mantenere la maggior parte dei private banker di Credit Suisse, anche se molti di loro hanno già lasciato l'istituto, raccontano le fonti di Bloomberg e, nell’area Asia-Pacifico, UBS sta pianificando di mantenere alcune centinaia di private banker di Credit Suisse, portando il totale a più di 1.200.
Intanto, alcuni private banker di Singapore si trasferiranno negli uffici di punta di UBS già il mese prossimo, in uno dei primi segni concreti della fusione.
La banca dovrà inoltre mantenere, almeno nel breve termine, le persone responsabili della gestione dei prestiti strutturati di CS dei clienti facoltosi e dei portafogli di derivati azionari.
Per quanto riguarda l'attività locale svizzera, UBS prevede di decidere nel terzo trimestre se integrarla completamente con la propria unità svizzera o cercare un'altra opzione, come lo scorporo o la quotazione pubblica.
Per quanto riguarda i livelli dirigenziali, UBS sembra aver già preso il controllo di Credit Suisse, visto che nel consiglio di amministrazione è presente solo un ex di CS, Ulrich Koerner, ancora amministratore delegato della banca acquisita.
Nell’unità di gestione patrimoniale, infine, solo cinque dei 24 dirigenti provengono della banca svizzera acquisita.
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