UBS, utile record grazie all’acquisizione di Credit Suisse


La fusione tra i due istituti svizzeri dovrebbe completarsi entro la fine del 2026, con un risparmio di costi previsti per 10 miliardi di dollari.


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Trimestrale UBS

Utile record per UBS nel periodo marzo-giugno 2023, con l’impatto a bilancio dell’operazione Credit Suisse che ha giocato un ruolo fondamentale.

Nel dettaglio, l’utile netto del secondo trimestre 2023 della banca svizzera è stato pari a 29 miliardi di dollari, al lordo di un avviamento negativo di 29 miliardi di dollari legato all’acquisizione di Credit Suisse, operazione nella quale erano previsti attivi ponderati in funzione del rischio rilevato per 238 miliardi di dollari.

Nel risultato è compreso un utile contabile derivante dall’acquisizione, realizzata anche con l’aiuto di garanzie statali, ad un prezzo nettamente inferiore al suo valore.

L’utile ante imposte sottostante è stato di 1,1 miliardi di dollari, dei quali 2 miliardi dalla banca affiliata.

Per quanto riguarda UBS Global Wealth Management, la raccolta netta (NNM) è arrivata a 16 miliardi di dollari, la seconda più alta su base trimestrale da oltre dieci anni, e la raccolta netta nell'Asset Management è ammontata a 17 miliardi di dollari (o 19,5 miliardi, escludendo i flussi relativi al mercato monetario e delle società collegate).

La diffusione degli utili aiutava il titolo UBS alla borsa di Zurigo, dove iniziava la seduta guadagnando oltre il 6%, con un picco toccato a 23,75 franchi, arrivando così ai massimi da 15 anni (2008).

I numeri di Credit Suisse

Al 30 giugno Credit Suisse SA registrava una perdita ante imposte di 8,9 miliardi franchi svizzeri, esclusi gli effetti relativi all'acquisizione pari a CHF 4,3 miliardi e una perdita ante imposte rettificata di 2,1 miliardi. I nuovi depositi netti per il gruppo su base complessiva sono ammontati a 23 miliardi di dollari nel trimestre, di cui 18 miliardi di dollari ascrivibili alle divisioni Wealth Management e le attività svizzere di Credit Suisse.I deflussi netti di asset sono arrivati a 39 miliardi di franchi svizzeri nel periodo, con il salvataggio che non è riuscito ad arginare la perdita di fiducia nel suo franchise, anche se i deflussi sono avvenuti a un ritmo più lento rispetto ai trimestri precedenti e sono diventati positivi a giugno.

La strategia

“A due mesi e mezzo dalla chiusura dell'acquisizione di Credit Suisse, non sprechiamo tempo per creare vero valore per tutti i nostri stakeholder da una delle fusioni bancarie più grandi e complesse della storia”, spiegava il CEO Sergio Ermotti.

La banca sta cercando riconquistare “la fiducia dei clienti, riducendo i costi e intraprendendo le azioni necessarie per realizzare economie di scala che ci permetteranno di focalizzare meglio le nostre risorse e indirizzare gli investimenti per la crescita futura”, ha aggiunto il manager.UBS punta a completare sostanzialmente l'integrazione di Credit Suisse entro la fine del 2026 e a raggiungere riduzioni annuali dei costi lordi di oltre 10 miliardi di dollari entro tale data. 

“La piena integrazione rafforzerà i punti di forza che fanno di UBS la banca leader in Svizzera”, preservando al tempo stesso la concorrenza sul mercato elvetico, prevedeva Ermotti.

Le previsioni

Secondo la banca, rimangono le incertezze legate alla situazione economica globale, in particolare sulle prospettive future, le valutazioni degli asset e la volatilità dei mercati, le cui conseguenze “rimangono altamente incerte e difficili da prevedere”.

Nonostante questa condizione, la banca resta ottimista per il futuro e prevede “flussi netti positivi di nuovi attivi nelle nostre attività di gestione patrimoniale e asset management”, oltre a “valutazioni più elevate degli asset che avranno un impatto positivo sulle nostre entrate da commissioni nette ricorrenti anno dopo anno”.

Le spese cumulative legate all'integrazione “saranno ampiamente compensate da effetti di accrescimento del valore alla pari di circa 12 miliardi di dollari relativi alle rettifiche al fair value applicate agli strumenti finanziari a costo ammortizzato”.

Previsti anche circa mille esuberi di personale alla fine del 2024 derivanti dall’integrazione delle attività di Credit Suisse e altri 2 mila in Svizzera derivanti dalla necessità di ristrutturazione della banca acquisita.

Infine, la banca ha confermato l’attività di sponsorizzazione delle società sportive e culturali finora finanziate da Credit Suisse.

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