Un’inflazione ‘ostinata’ si conferma negli USA

Un’inflazione ‘ostinata’ si conferma negli USA

Il mese di gennaio ha visto l’inflazione salire rispetto al mese precedente, ma il mercato si attende ancora un moderato percorso restrittivo per la Federal Reserve.

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La sorpresa dell’inflazione

Tutti si attendevano un calo dell’inflazione negli Stati Uniti ma a gennaio si è assistito addirittura ad aumento rispetto al mese scorso, anche se questo non ha scomposto più di tanto Wall Street, ancora decisa a prevedere un percorso di moderato aumento dei tassi di interesse per la Federal Reserve.

In particolare, a gennaio l’inflazione su base mensile è risultata (0,5%) in aumento rispetto al dato precedente (+0,1%), anche se in linea con le previsioni (0,5%), mentre su base annuale è calata al 6,4% dal 6,5% precedente, ma meno di quanto si attendessero gli analisti (+6,2%).

Su base ‘core’, escluse le componenti volatili come cibo ed energia, i prezzi sono aumentati del 5,6% su base annua, più del previsto, e dello 0,4% rispetto al mese precedente. Le previsioni indicavano un aumento del 5,5% su base annua e dello 0,4% su base mensile per il CPI core.

Secondo il Bureau of Labor Statistics, i prezzi degli alloggi hanno continuato a essere il fattore dominante nel rapporto odierno sull’inflazione, rappresentando quasi la metà del balzo mensile dell'inflazione.

La categoria degli alloggi, che rappresenta il 30% del CPI (indice dei prezzi al consumo) complessivo e il 40% della lettura core, è aumentata dello 0,7% nel mese e del 7,9% nell’ultimo anno.

Niente paura

Dopo una mattinata passata in verde, la diffusione dei dati spingeva subito in negativo i future sui principali indici di Wall Street, per poi tornare immediatamente positivi.

A meno di un’ora dall’avvio delle contrattazioni di New York, il contratto sul Nasdaq guadagna lo 0,70%, seguito da quello sullo S&P500 (+0,60%) e sul Dow Jones (+0,50%), per poi tornare tutti intorno la parità.

Dopo un movimento rapido post-dati, il dollaro proseguiva sullo stesso andamento di questa mattina nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD si attestava a 1,0763 (+0,40%).

Proseguono ancora in calo i Treasury, con il decennale al 3,696% (-0,60%) e il biennale al 4,5264% (-0,20%).

I rialzi della Fed

Secondo un sondaggio Reuters, la Federal Reserve è vista incrementare i tassi di interesse almeno due volte nei prossimi mesi, escludendo tagli fino a fine 2023.

Il dato emerge da una maggioranza dei sondaggisti del settore privato, in linea con le previsioni della banca centrale USA, lasciando da soli gli operatori dei mercati finanziari a sperare in un calo dei tassi entro la fine dell’anno in corso.

Con un livello inflazionistico a più del doppio del target Fed del 2%, 46 economisti sugli 86 intervistati dalla Reuters per un sondaggio condotto tra l'8 ed il 13 febbraio, hanno previsto che la Fed effettuerà altri due rialzi di 25 punti base a marzo e a maggio, invece che solamente a marzo.Strette monetarie che porterebbero ad un picco del 5,00-5,25% dei tassi di interesse, 25 punti base in più di quanto la maggioranza avesse previsto a novembre.

Tutti i 37 economisti che hanno risposto ad una domanda supplementare, erano concordi nel dire che il rischio maggiore è che il tasso dei Fed funds raggiunga un picco ancora più alto.

“Attualmente ci aspettiamo altri due rialzi, ma il rischio è che i tassi salgano ancora. Il mercato del lavoro rimane solido e ci vorrà ancora un po' prima che inizi a mostrare segni di deterioramento”, secondo Oscar Muñoz, analista macroeconomico per gli Usa di Td Securities.“Questo comporta il rischio di mantenere l'inflazione dei servizi e la crescita dei salari alte per parecchio tempo, il che si ripercuoterà sull'inflazione”, pertanto la Fed manterrà i tassi a livelli elevati ancora per un po'”, ha aggiunto.Nel corso della giornata sono previsti i discorsi di alcuni presidenti delle banche centrali, tra cui Thomas Barkin della Fed di Richmond e Patrick Harper di Philadelphia.

Notizie societarie e pre-market USA

Tesla (+1%): ha modificato i prezzi di una versione di ciascuna delle sue berline Model 3 (+1.000 dollari) e crossover Model Y (-500 dollari), il quarto adeguamento dei prezzi da parte del produttore di veicoli elettrici dall’inizio dell’anno.

Ford (+0,20%): annunciati 3.800 futuri tagli di personale in Europa nel corso dei prossimi tre anni per “rispondere alle condizioni di mercato in rapida evoluzione e a un campo crescente di concorrenti di veicoli elettrici che entrano nel mercato”.

Coca-Cola (+1%): prevede un utile operativo 2023 oltre le stime del mercato grazie all’aumento dei prezzi e della domanda, con un eps rettificato in crescita tra il 4% e il 5% rispetto alla stima media degli analisti (+2,96%) di Refinitiv IBES.

Raccomandazioni analisti

Microsoft

Dresdner Kleinwort Benson: ‘buy’ e aumento del prezzo obiettivo da 280 USD a 300 dollari.

The Home Depot

Goldman Sachs: ‘buy’ e target price alzato da 353 USD a 356 dollari.

Walt Disney

Citigroup: ‘buy’ e prezzo obiettivo ridotto da 145 USD a 130 dollari.

Chipotle Mexican Grill

Deutsche Bank Securities: confermato ‘neutral’ e target price diminuito 1.713 USD a 1.657 dollari.

Trivago

Susquehanna: ‘neutral’ e prezzo obiettivo alzato a 1,75 USD rispetto ai precedenti 1,30 dollari.

Lyft

Susquehanna: conferma ‘neutral’ e target price ridotto da 13 USD a 11 dollari.

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