Una Apple bannata avvelena ancora Wall Street

Una Apple bannata avvelena ancora Wall Street

Le decisioni del Governo di Pechino di vietare l’uso degli iPhone ai dipendenti statali e l’indagine avviata dagli USA su Huawei intensificano le preoccupazioni sui rapporti tra le due superpotenze mondiali, mentre Wall Street già guarda ai dati sull’inflazione in agenda per la prossima settimana.

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Wall Street sotto la parità

Future sugli indici azionari statunitensi in sordina prima dell’apertura ufficiale di Wall Street, mentre proseguono le preoccupazioni per la situazione di Apple che potrebbe anche inasprire i rapporti USA-Cina, mentre si attendono i prossimi dati sull’inflazione, in agenda per mercoledì prossimo.

A circa un’ora dal suono della campanella, i contratti sul Nasdaq scendono dello 0,30%, con quelli sullo S&P500 (-0,20%) e quelli sul Dow Jones (-0,10%) in scia.

Pochi movimenti nel forex, con l’indice del dollaro piatto e la coppia EUR/USD poco mossa a 1,0699.

Fermi anche i rendimenti dei Treasury USA, con il biennale appena sotto quota 5% e il decennale al 4,26%.

Una Apple avvelenata

Ieri il Nasdaq ha perso lo 0,9% ed il Nasdaq Golden Dragon, il paniere delle società cinesi quotate a Wall Street, il 4%.

Le chiusure negative riflettevano le incertezze sulla tenuta della quota di mercato di Apple in Cina, dove indiscrezioni dei media riportavano di uno stop all’uso degli iPhone per i dipendenti statali deciso dalle autorità del Governo di Pechino, aumentando così i timori per un clima da guerra fredda tra Cina e Stati Uniti nel cruciale settore dell’high tech.

Forse come risposta, il governo degli Stati Uniti avviava un’indagine ufficiale su un chip avanzato made in China inserito nell’ultimo smartphone di Huawei, una rivelazione che ha dato il via a un dibattito a Washington sull’efficacia delle sanzioni destinate a contenere un rivale geopolitico.

Il Dipartimento del Commercio, che negli ultimi due anni ha adottato una serie di restrizioni contro Huawei e l’industria cinese dei chip, ha affermato che sta lavorando per ottenere maggiori informazioni su un “presunto” processore da 7 nanometri scoperto all’interno del Mate 60 Pro.

Il chip è stato realizzato dalla cinese Semiconductor Manufacturing International, che, come Huawei, è inserita nella lista nera degli Stati Uniti e non può accedere alla tecnologia americana.

Per quanto riguarda Apple, secondo uno studio di Morgan Stanley, potrebbe subire al massimo un calo del 4% dei ricavi quest'anno a causa del ban deciso dalla Cina.

Secondo l’analista Erik W Woodring, le perdite azionarie di Apple negli ultimi due giorni sono state “esagerate”, in quanto non crede che le limitazioni porteranno impatti particolari sul business di Cupertino.

Inflazione is coming

In questa settimana, i dati sull’attività dei servizi più forte del previsto e il calo delle richieste settimanali di disoccupazione hanno riacceso i timori di tassi di interesse elevati tra i gli investitori.

Sul radar c’è l'indice dei prezzi al consumo di agosto, in agenda mercoledì 13 settembre, a cui seguirà la decisione politica della Federal Reserve il 20 settembre.

“Sebbene il nostro scenario di base non preveda ulteriori rialzi in questo ciclo, riteniamo che l'incertezza economica manterrà i mercati azionari volatili e circoscritti nei prossimi mesi”, spiega Mark Haefele, chief investment officer di UBS Global Wealth Management.

Secondo il FedWatch Tool del CME, i mercati monetari vedono una probabilità del 93% che i tassi di interesse rimangano ai livelli attuali a settembre, mentre scontano una probabilità del 55,4% di una pausa nei rialzi dei tassi nella riunione di novembre.

In queste ore, il presidente della Fed di New York John Williams manteneva aperte le sue opzioni sulla futura politica dei tassi di interesse, mentre la presidente della Fed di Dallas, Lorie Logan, riteneva che “potrebbe essere appropriato” saltare un aumento dei tassi nel prossimo incontro, ma che “potrebbe essere necessario un ulteriore inasprimento della politica”.

Nel corso della giornata di oggi sono previsti ulteriori commenti da parte dei politici, tra cui quello del vicepresidente della Fed per la supervisione Michael Barr.

Notizie societarie e pre-market USA

Apple (+0,10%): ieri quasi il -3% per effetto delle preoccupazioni sulla tenuta della quota di mercato in Cina, dopo che, secondo indiscrezioni, il governo di Pechino ha vietato ai dipendenti statali l’uso dell’iPhone.

GameStop (-2%): la Commissione per i Titoli e gli Scambi degli Stati Uniti sta indagando sul miliardario Ryan Cohen, presidente di GameStop, per la sua proprietà e la vendita a sorpresa di azioni di Bed Bath & Beyond, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal.

DocuSign (+3%): alzate le previsioni di ricavi per l'anno a 2,73 - 2,74 miliardi di dollari, rispetto al precedente intervallo di 2,71 - 2,73 miliardi di dollari.First Solar (+2%): JP Morgan alza il prezzo obiettivo a 239 da 222 dollari, ribadendo il rating "neutrale"; il nuovo PT rappresenta un rialzo del 32,4% rispetto all'ultima chiusura del titolo.

Smith & Wesson Brands (+12%): vendite nette per il primo trimestre a 114,2 milioni di dollari rispetto agli 84,4 milioni di un anno fa.

Braze (+1%): alzate le previsioni per i ricavi dell'esercizio 2024 a un intervallo compreso tra 451,5 e 454,5 milioni di dollari, rispetto alla precedente previsione di 442,5 - 446,5 milioni di dollari.

Raccomandazioni analisti

Apple

JP Morgan: ‘buy’ e target price ridotto da 235 USD a 230 dollari.

Boeing

Jefferies: ‘buy’ e prezzo obiettivo fermo a 275 dollari.

Barclays: ‘neutral’ e target price ribadito a 210 dollari.

Nike

Williams Trading: ‘sell’ e prezzo obiettivo diminuito da 95 USD a 91 dollari.

Docusign

Citigroup: ‘buy’ e target price alzato a 81 USD dai precedenti 78 dollari.

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