Una Bce senza l’appoggio della Bundesbank

La Banca centrale europea si prepara all’uscita della Bundesbank dai programmi di acquisto Pspp. Il motivo: la sentenza della corte costituzionale tedesca, che ha dato tre mesi di tempo a Francoforte per giustificare gli acquisti di Bund. Intanto nell’Eurotower si penserebbe già a un’azione legale “senza precedenti”
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Lo scenario peggiore
La Banca centrale europea si prepara allo scenario peggiore: l’uscita della Bundesbank dai programmi di acquisto Pspp (Public Sector Purchase Programme), l’acquisto massiccio di titoli di Stato.
All’origine di questa eventualità, secondo quanto riferito da Reuters, la sentenza della Corte costituzionale tedesca che, lo scorso 5 maggio, ha dato tempo alla Bce fino ai primi di agosto per giustificare l'acquisto di bond o per continuare il programma senza la Bundesbank.
Quest’ultima, infatti, dovrebbe effettuare più di un quarto degli acquisti obbligazionari. La sentenza si riferisce ai programmi passati ma fonti vicine al dossier dicono che in Germania, l’interpretazione della sentenza sarebbe da estendersi.
La risposta di Francoforte
La Bce avrebbe già pronta la contromossa: l’avvio di un’azione legale senza precedenti contro la banca centrale tedesca, suo principale azionista, per riportarla nell’ambito del piano di acquisto dei bond. Ma un eventuale conflitto potrebbe mettere a dura prova la tenuta dell’euro in un momento di crisi.
La maggior parte delle fonti, sostiene ancora Reuters, prevede che il contenzioso aperto dai giudici della Karlsruhe (dal nome della città in cui ha sede la corte costituzionale tedesca) sarà risolto dalla stessa Bundesbank, dimostrando che la politica monetaria è appropriata, e sciogliendo i timori sui possibili effetti collaterali.
Prepararsi all’incredibile
Sia la Bce sia le banche centrali nazionali della zona euro si starebbero preparando per quello che una delle fonti ha definito «incredibile»: uno scenario in cui la corte vieta alla Bundesbank di prendere parte agli acquisti. Se il timore si dovesse concretizzare, sarebbe la Bce stessa, o meno probabilmente le altre banche centrali della zona euro, ad accollarsi la quota della Bundesbank nel Pspp e ad acquistare bund tedeschi.
Sempre secondo le fonti, tali piani non sono ancora stati finalizzati o discussi ufficialmente dal Consiglio direttivo della Bce. Nessun portavoce dell’Eurotower o della banca centrale tedesca ha rilasciato commenti. Il silenzio conferma la notizia.
Il ricorso alla Corte di giustizia dell’Ue
Mentre si pone anche una questione centrale per la politica tedesca. La cancelliera, Angela Merkel, supportata dal Bundestag (il Parlamento tedesco), starebbe cercando di venire a patti tra l’esigenza di rispettare da un lato, l’indipendenza di Francoforte, dall’altro la decisione della corte suprema tedesca.
Se la Bundesbank non ottemperasse, la Bce potrebbe portare la questione davanti alla Corte di giustizia europea, dando inizio al primo caso del genere da quando l'euro è stato creato nel 1999. La Corte di giustizia europea si è già pronunciata in favore del Pspp, ma la sentenza è stata ignorata dalla Karlsruhe, aprendo un ulteriore conflitto tra le istituzioni tedesche e quelle Ue. Finora il governo tedesco si è mostrato ottimista sul fatto che tale scenario possa essere evitato.
Il nodo del principio di “non condivisione del rischio”
Nel caso in cui le altre banche centrali acquistassero i Bund, quanto imposto dalla Karlsruhe andrebbe anche a scontrarsi contro il principio di "non condivisione del rischio" su cui la Bundesbank ha insistito quando il programma è stato lanciato nel 2015. In base a tale principio ogni banca centrale nazionale acquista i propri titoli di Stato e il rischio è condiviso per un importo limitato di debito acquistato dalla stessa Bce.
Francoforte ha rallentato gli acquisti di bond tedeschi dall'inizio della pandemia di coronavirus per concentrarsi sull'Italia, sotto pressione.
In realtà già ad aprile gli acquisti di Bund da parte della Bundesbank ammontavano a 628 milioni di euro, appena il 2,3% dei titoli di Stato acquistati nell'ambito del Pspp nel mese. Ma l’uscita della banca tedesca metterebbe in ogni caso in crisi il programma. I Bund, infatti, non posso essere esclusi, dato che di fatto fungono da benchmark della zona euro per gli investitori privati grazie al loro rating di credito di prim'ordine e all'ampia disponibilità. A questo si sommerebbe il timore di speculazioni su una possibile rottura della zona euro, voci che la Bce ha cercato di dissipare fin dalla crisi dell'euro del 2010-12.
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