Una questione di Timing, anche fiscale

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Il 25 agosto è l'ultimo giorno valido per acquistare il certificate cum Maxicedola incondizionata del 16,5% che verrà staccata il giorno successivo. Il certificate tratta a 1054 euro, dunque sopra la pari e staccherà una maxicedola di 165 euro il 26 agosto. In caso di rimborso a 1.000 euro la Maxicedola rende 111 euro +10 di cedola trimestrale, sono 121 su 1054, si tratta dell'11,4% compensabile con eventuali minus in portafoglio recuperando dunque un altro 3% di efficenza fiscale.


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Nei giorni scorsi abbiamo analizzato un Maxicedola incondizionata del 16,5% emesso da Marex Financial sul settore auto. Lo stacco della Maxicedola si avvicina. Il 15 agosto è l’ultimo giorno valido per acquistare il certificate cum Maxicedola incondizionata incorporata. Il giorno successivo arriva lo stacco. Vediamo come questo certificato può essere interessante anche in un’ottica fiscale.

Il certificate con Isin IT0006750811 passa di mano a 1054 euro, su tre sottostanti, Renault e Stellantis sono sopra il livello iniziale, Volkswagen da pochi giorni si è portata appena sotto. Dopo la maxicedola di 165 euro, si passa poi a premi trimestrali dell'1% (4% annuo) se, alle date di valutazione, nessuno dei titoli sottostanti avrà perso più del 40% dal livello iniziale. I premi trimestrali godono dell'effetto memoria per recuperare eventuali cedole trimestrali non staccate. A scadenza la barriera sul capitale è al 60% dal livello iniziale.

Di seguito i livelli di riferimento del prodotto.

Perché il certificato è ancora conveniente

Acquistando il certificate a 1.054 euro e incassando una maxicedola incondizionata di 165 euro, in caso di rimborso a 1.000 euro, il prossimo novembre l’investitore porterà a casa 111 euro (165 euro – 54 euro). A questo andrebbe poi aggiunta una cedola trimestrale di 10 euro. In tutto 121 euro di capital gain, su 1054 sono circa l’11,4%.

Questo è il conto economico di ogni investitore. Ma come sappiamo molto spesso tra capital gain e guadagno effettivo, possono intervenire effetti fiscali talvolta molto interessanti. Questo vale soprattutto con i certificati che, essendo classificati come redditi diversi, permettono la compensazione di eventuali minus in portafoglio.

Compensazione delle minusvalenze

In Italia la situazione si fa più complicata con banche che permettono la compensazione immediata delle plusvalenze con eventuali minusvalenze in portafoglio e altre che invece la permettono solo a scadenza o vendita del prodotto.

Questo per noi crea due situazioni e due calcoli diversi ma la convenienza fiscale rimane importante.

Primo caso compensazione immediata

Le banche che offrono la compensazione immediata sono: Fineco, Intesa SanPaolo, Allianz, Azimut, Fideuram, Banca Generali, Banca Sella, Pop Sondrio, Banco desio, Bnl, Che Banca, Credem, Crédit Agricole, Mps, Widiba

Nel nostro esempio di rimborso a novembre, l’investitore incassa tra maxicedola e cedola trimestrale 175 euro su cui (grazie alla compensazione con delle minusvalenze di tale importo) non paga (o meglio recupera) il 26% di 175 euro ovvero altri 45,5 euro su tasse già versate. Quindi un rendimento di un altro 4% circa all’11,4% già calcolato.

Ovviamente, in caso di vendita del prodotto a 1.000 euro o rimborso dell’emittente, il mio zainetto fiscale registrerà una minusvalenza di 54 euro (1.054 di prezzo di carico) che potrò compensare entro 4 anni, riporto a nuovo minusvalenza magari in scadenza. Dovrò dunque compensare questi 54 euro per non pagarci le tasse ma con questa operazione potrei guadagnare del tempo utile.

Compensazione a scadenza o rimborso/vendita del prodotto

Se invece la mia piattaforma non è una di quelle che offre la compensazione immediata, la convenienza rimane, ma è diversa, ovvero alla scadenza, o al rimborso anticipato o vendita del prodotto, la banca calcolerà 175 euro (es con 10 euro di cedola trimestrali) di cedole a cui toglierà 54 euro di perdita di fatto una plusvalenza netta di 121 euro su cui calcolare il 26% di “risparmio fiscale” legato alla compensazione ovvero altri 31,46 euro (circa il 2,9% sui 1054 di acquisto del prodotto).

Le banche che non offrono la compensazione immediata sono Unicredit, Mediolanum, Iwbank, Webank, Deutsche Bank.

Il certificato

Abbiamo ipotizzato uno scenario comunque positivo ovvero di rimborso a 1.000 euro. Il nostro obiettivo era quello di spiegare bene come funziona la compensazione delle minusvalenze. L’investitore rimane però sempre esposto all’andamento dei sottostanti e questo crea comunque una situazione di rischio, nel caso in cui non scatti alcun rimborso anticipato.

Scenari alla scadenza

Se non dovesse andare in porto il rimborso anticipato alla data di valutazione di novembre, la finestra del rimborso a 1.000 euro si riaprirà ogni tre mesi. E il certificate staccherà cedole con memoria dell’1% al trimestre se i sottostanti non avranno perso il 40% dal livello iniziale.

L’ultima data di valutazione è fissata il 19 maggio del 2025. Come sempre avremmo i due classici scenari:

  • positivo, con tutti i sottostanti sopra barriera il certificate verrà rimborsato a 1.000 euro più tutte le eventuali cedole non ancora staccate
  • negativo con un sottostante sotto barriera, ovvero con una performance negativa di oltre il 40% dal livello iniziale e rimborso che riflette il calo del peggiore dei sottostanti. Se ad esempio Volkswagen, alla data di valutazione finale dovesse aver perso il 41% il certificate verrebbe ritirato a 590 euro. La maxicedola ed eventuali cedole trimestrali (4% all’anno) solo in parte attenuerebbero la perdita.

Analisi dei sottostanti

Più volte abbiamo analizzato il settore auto, tra i più colpiti da inizio anno ma anche quello che finalmente è riuscito a mettere a segno una buona performance a luglio, complici multipli davvero bassi.

Noi crediamo che i tre titoli, Renault, Volkswagen e Stellantis, stiano pagando eccessivamente il fatto di non essere dei costruttori di auto nativi elettrici e dunque di trovarsi ancora impianti con vecchie motorizzazioni da ammortizzare. A nostro parere però il divario con titoli come Tesla, Nio, Lucid è davvero troppo elevato e i multipli dei costruttori tradizionali troppo bassi, inferiori a 4 volte il P/E.

Crediamo che il mercato sottovaluti la veloce trasformazione dei costruttori di auto tradizionali che hanno un portafoglio prodotti con una fortissima presenza di motorizzazioni elettriche. Gli ultimi dati, primo semestre 2022, vedono la Fiat 500 elettrica salire di posizioni (+70%) e conquistare il terzo posto tra le auto elettriche più vendute in Europa alle spalle dei due modelli di Tesla, la Model Y e la Model 3.

Il consensus Bloomberg a Volkswagen assegna un target price a 218 euro contro i 148 euro a cui quota oggi il titolo con 20 raccomandazioni Buy, 5 Hold e un solo Sell. Su Stellantis il target price è a 21,8 euro su 15 circa di capitalizzazione con 24 Buy, 6 Hold e un solo giudizio Sell.

Su Renault il target price è a 39 euro con 12 giudizi Buy, 10 Hold e 4 sell.

Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento. Marex Financial vanta un rating BBB da S&P. I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione. Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.


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Idea di investimento
Maxicedola incondizionata del 16,5% ad agosto e possibili cedole trimestrali dell'1% (4% annuo) su Renault, Volkswagen e Stellantis
Sottostanti:
Stellantis N.V.Renault SAVolkswagen AG
Maxicedola
16,5%
Importo Maxicedola
€165,00
Rendimento p.a.
4%
Cedole
1% - €10,00
Memoria
si
Barriera Cedole
60%
ISIN
IT0006750811
Emittente
Marex Financial
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