UniCredit accelera sul ritiro dalla Russia

Indiscrezioni provenienti dai media russi parlano della vendita ad una società locale di un portafoglio a lungo termine detenuto dall’unità leasing dell’istituto milanese, mentre anche diversi manager stanno lasciando la banca italiana.
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La mossa di UniCredit in Russia
UniCredit avrebbe fatto passi avanti nell’uscita dalla Russia, cercando così di adempiere agli obblighi relativi alle sanzioni, proseguendo quel processo già avviato dopo l’invasione russa all’Ucraina con la dismissione delle prime attività.
A riportare l’indiscrezione è stato il quotidiano locale Kommersant, secondo il quale la banca italiana avrebbe venduto alla società russa PR-Leasing quasi l’intero portafoglio a lungo termine di UniCredit Leasing, che comprende contratti per un valore di 3 miliardi di rubli.
A conferma dell’accelerazione, Kommersant riporta anche che alcuni manager stanno lasciando AO UniCredit Bank (la controllata russa), tra cui il presidente del consiglio di gestione, Kirill Zhukov-Emelyanov, che lavorava in banca da oltre 20 anni e la guidava da cinque, con Alexey Oborin, membro del cda e responsabile delle attività finanziarie, che è stato nominato presidente ad interim. Anche Vadim Aparkhov, membro del cda e responsabile dell'unità corporate e investimenti, e Olga Petrova, Chief Operating Officer della banca, stanno lasciando la banca.
L’istituto milanese sta spingendo il gruppo a ridurre la presenza in Russia, seguendo l’esempio di Intesa Sanpaolo, sottolinea il quotidiano, e questa strategia potrebbe ridurre le perdite finanziarie derivanti dalla vendita della banca russa.
Notizia positiva secondo WebSim
A Piazza Affari, intanto, le azioni UniCredit guadagnano circa mezzo punto percentuale dopo due ore di scambi, salendo così a 65,43 euro e portando al 70% la crescita ottenuta in questo 2025.
L'uscita definitiva dalla Russia “sarebbe una notizia positiva”, spiegano gli analisti di WebSim Intermonte, “in quanto comporterebbe l’uscita da un mercato nel quale UniCredit non ha più emesso alcun tipo di prodotto”.
“Tuttavia, la divisione russa continua a generare utili, circa 700 milioni nei primi nove mesi del 2025, ponendo il tema di come poter compensare la perdita di questo tipo di utili in futuro”, aggiungono dalla sim, confermando il target price di 58 euro sul titolo, con giudizio fondamentale neutral.
“Nessun regalo ai russi”
Sul tema degli asset a Mosca si era recentemente espresso l’amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, il quale aveva affermato di non voler “fare regali ai russi”. Da quando è iniziata la guerra con l’Ucraina, ha ricordato il manager, “avevamo circa il 6% dei nostri prestiti e dei nostri depositi in Russia. Se si passa rapidamente ad oggi, abbiamo lo 0,2% dei nostri prestiti in Russia e lo 0,2% dei nostri depositi”.
Inoltre “non abbiamo concesso nuovi prestiti dal momento dell’invasione. Abbiamo circa 700 milioni in prestiti, di cui 4.500 sono mutui. Altri 200 probabilmente diminuiranno e poi si fermeranno lì e non li rinnoviamo”.
Orcel ha più volte spiegato che la banca ha ripetutamente tentato di lasciare la Russia dal 2022, anno di invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Tre società degli Emirati Arabi (Asas Capital, Mada Capital e Inweasta) hanno presentato in passato offerte per l’acquisizione di Unicredit Bank, ma non sono andate a buon fine.
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