Unicredit corre ai ripari dopo il rosso di ieri. Oggi si riunisce il Comitato nomine
Unicredit cerca di arginare il crollo del titolo. Oggi la prima riunione del Comitato nomine. Anche Mps, dopo due giorni di guadagni, scivola in territorio negativo.
Continuano le vendite su UniCredit
Questa mattina il titolo Unicredit rallenta l’emorragia di vendite e alle 12 si porta in negativo dell’1,35% scambiato a 7,84 euro dopo la débâcle di ieri, quando ha chiuso la seduta in rosso dell’8%. Sempre ieri, in serata, un portavoce dell’istituto ha messo una pezza sullo strappo che ha portato all’annuncio di dimissioni di Jean Pierre Mustier dal ruolo di Ceo e al possibile deal con Banca Mps.
«Il Cda non accetterà mai alcuna operazione che possa danneggiare gli interessi del gruppo e in particolare la sua posizione patrimoniale», ha dichiarato il portavoce, confermando quanto indicato nelle linee guida in merito al «ripristino della politica di distribuzione del capitale, soggetto ai via libera dei regolatori, a partire dall’anno solare 2021». La dichiarazione si è posta come argine alla perdita di 1,5 miliardi di euro di capitalizzazione, ed è stata letta dal mercato anche come un freno all’acquisizione di Mps.
Il mercato guarda adesso al comitato nomine di Unicredit, con la riunione calendarizzata per questo pomeriggio e presieduta da Stefano Micossi (domani si riunirà il cda). Mustier rimarrà in carica con ogni probabilità fino all'individuazione del nuovo ceo per garantire una «transizione ordinata».
Anche Mps si porta in fase discendente
Il titolo Mps dopo la chiusura della seduta di martedì in rialzo del 3,7% sulla scia delle indiscrezioni sul risiko bancario, oggi si porta anch’esso in flessione scambiato a 1,19 euro a -1,16%. La “pausa” avviata dalle dichiarazioni del portavoce di Unicredit non chiudono completamente la porta all’acquisizione dell’istituto ma servono a tranquillizzare gli animi in attesa di un asset ripulito non soltanto dagli Npl (trasferiti nella bad bank con Amco) ma anche dai 10 miliardi di rischi legali e con una valorizzazione importante delle Dta (Mustier pensava a 2,5 miliardi).
Intanto arrivano i commenti degli esperti sulla futura fusione tra i due istituti. In un’intervista rilasciata a Repubblica, Alberto Chiandetti, gestore in Italia di Fidelity International, ha definito un’eventuale fusione tra Unicredit e Mps come «un’operazione di sistema». Nell’attesa, e nell’incertezza, «la reazione degli investitori è comprensibile».
Gli analisti di Berenberg invece hanno ridotto la raccomandazione su Unicredit da buy a hold, con prezzo obiettivo che scende da 9,5 a 8 euro. «Una delle ragioni chiave per cui ci piaceva Unicredit era che il Ceo, Jean Pierre Mustier, aveva abbandonato la vecchia strategia della banca di perseguire la crescita invece di favorire una riduzione nel costo e nel rischio», sottolineano gli analisti. «Con Unicredit che si muove in una nuova direzione che probabilmente includerà M&A e molto probabilmente un deal per B.Mps, non vediamo ragioni per essere coinvolti nel titolo».
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