Unicredit, dopo l’ok a Orcel le attese sulle nuove acquisizioni


Unicredit ancora al centro della scena finanziaria. Il cda di ieri ha confermato all’unanimità la nomina del nuovo ad Orcel. Intanto indiscrezioni di stampa danno nuovi dettagli su un possibile interesse di Gae Aulenti per Banco Bpm. Resta tuttavia il nodo Mps, e anche la Bce sembrerebbe vedere di buon occhio la possibilità di un’acquisizione.


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Mps o Banco Bpm? Il mercato guarda alle future mosse di Orcel

Unicredit ancora al centro delle indiscrezioni in vista di potenziali M&A nel settore bancario nazionale. Dopo l’ufficializzazione (all’unanimità) del nuovo Ceo, Andrea Orcel, nel Cda di ieri pomeriggio, La Stampa di oggi riapre il capitolo di una business combination con Banco Bpm, mentre sul fronte Mps si legge “tra le righe” la possibilità per la Bce di opportunità in tal senso.

Proprio la nomina di Orcel, che entrerà in carica il 15 aprile dopo l’assemblea di rinnovo del board, avrebbe rinfocolato le indiscrezioni di stampa. L’attuale Ceo, Jean Pierre Mustier potrebbe dimettersi dopo la presentazione dei risultati del 2020 a febbraio, con il periodo antecedente la nomina di Orcel coperto da un direttore generale. Le indiscrezioni raccolte dal quotidiano torinese indicano proprio nell’arrivo del banchiere ex Merrill Lynch lo stimolo a nuove aggregazioni con la banca lombarda, ma l’esito dipenderà anche dalla posizione che intenderà assumere il numero uno di quest’ultima, Giuseppe Castagna.

«Dal nostro punto di vista, un’aggregazione tra Banco Bpm e Unicredit avrebbe particolarmente senso dal punto di vista industriale poiché permetterebbe a Unicredit di rafforzare significativamente il proprio posizionamento competitivo in Italia (con una quota di mercato che passerebbe dal’11% al 18% vs 20% di Intesa Sanpaolo-Ubi), specialmente al Nord», hanno commentato gli analisti di Equita Sim, che mantengono rating Hold su Ucg con prezzo obiettivo a 8,8 euro. «Continuiamo a ritenere tuttavia che, in assenza di alternative per Mps, Unicredit resti la candidata principale per un’aggregazione, rendendo quindi meno probabile lo scenario Banco Bpm». A fine mattinata Unicredit cede l’1,44% scambiata a 7,58 euro.

Enria: il consolidamento aiuta la sostenibilità di alcuni business model

Appunto il piatto della bilancia in direzione Mps continua a pesare sulle prospettive di Unicredit. Questa mattina Andrea Enria, presidente del Consiglio di Sorveglianza della Bce, rispondendo a una domanda circa l’efficacia di un consolidamento tra Unicredit e Mps per la stabilità del sistema bancario italiano ha sottolineato come non sia compito della Vigilanza «organizzare matrimoni», tuttavia, nonostante non possa commentare le singole opzioni «a livello generale il consolidamento a livello Ue può aiutare la sostenibilità di alcuni business model: per diverse banche può essere una soluzione».

Oggi Cda di Mps, all’esame il piano per il rafforzamento patrimoniale

Intanto oggi il cda di Montepaschi esaminerà il piano per il rafforzamento patrimoniale da presentare alla Bce entro fine mese. «Il capital plan conterrà una indicazione dei fabbisogni di capitale (di medio termine e non limitati al CET1), quantificati in una misura tra 2 miliardi e 2,5 miliardi, e un' indicazione circa le modalità per soddisfare detti fabbisogni», spiega la banca in una nota.Secondo le indiscrezioni riportate da Reuters, la banca senese dovrebbe proporre un piano in due fasi. Prima un bond At1 da 500 milioni entro giugno 2021, la seconda fase prevedrebbe invece un’emissione di nuove azioni da 1,5 miliardi. In quest’ultimo caso, però si potrebbe procedere solo dopo avere avuto un quadro più chiaro sugli impatti della pandemia e sull’andamento delle potenziali trattative tra il Tesoro ed eventuali operatori interessati alla banca.

Il deficit patrimoniale, secondo quanto annunciato dall’istituto il mese scorso, è stimato in 300 milioni al 30 marzo prossimo e in 1,5 miliardi a fine 2021.

Intorno alle 12 a Piazza Affari il titolo si muove in assoluta parità scambiato a 1,059 euro, mentre l’indice di settore lascia sul terreno lo 0,64 per cento.

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