Unicredit e le banche italiane promosse agli stress test dell’EBA


Nello scenario avverso ipotizzato dall’Autorità bancaria europea, la banca milanese vedrebbe una riduzione del livello di capitale inferiore rispetto ai risultati dei test effettuati nel 2021, confermando il buon momento degli istituti italiani.


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Unicredit promossa

Unicredit supera la prova degli stress test del 2023 condotti dall’Autorità bancaria europea (European Banking Authority, EBA), risultando anche in condizioni migliori rispetto al passato.

Nello scenario più avverso ipotizzato dall’EBA, la banca milanese vedrebbe una riduzione del livello di capitale “significativamente minore che nei risultati dello stress test del 2021”, sottolinea la nota dell’istituto.

Questi risultati sono stati ottenuti grazie “ad un punto di partenza molto più robusto basato su un miglioramento significativo nella generazione di capitale, una solida qualità dell'attivo e prudenti overlays”, condizioni che pongono Unicredit “in una buona posizione rispetto a potenziali shock macroeconomici”, aggiungono da Piazza Gae Aulenti.

Venendo al dettaglio dei risultati, per lo scenario base ipotizzato dall’EBA Unicredit avrebbe nel 2025 un CET1r fully loaded al 19,97%, 397pb in più rispetto al CET1r fully loaded a fine dicembre 2022; nel 2025 un CET1r transitional al 19,97%, 329pb in più rispetto al CET1r transitional a fine dicembre 2022.
In caso di scenario più avverso, nel 2025 per Unicredit ci sarebbe un CET1r fully loaded al 12,51%, 349pb in meno rispetto al CET1r fully loaded a fine dicembre 2022; nel 2025 un CET1r transitional al 12,51%, 417pb in meno rispetto al CET1r transitional a fine dicembre 2022.

Gli stress test

Queste prove sono state realizzate dall’EBA in collaborazione con il meccanismo di vigilanza unico (Single Supervisory Mechanism, SSM), la Banca centrale europea (BCE) e il Comitato europeo per il rischio sistemico (European Systemic Risk Board, ESRB).

L’obiettivo è quello di aiutare le autorità competenti a valutare la capacità delle banche analizzate di soddisfare i requisiti prudenziali in scenari avversi dall’orizzonte temporale di tre anni (2023-2025).

Il test è stato condotto analizzando il bilancio statico degli istituti a fine dicembre 2022, pertanto non tenendo conto di future strategie di business e altre azioni manageriali delle banche decise da quel momento in poi.

Sotto esame complessivamente 70 banche dell’eurozona, pari a circa l’80% degli asset del sistema bancario, sulla base di uno scenario avverso, il peggiore mai utilizzato dall’EBA, che considera come esempio un calo del PIL cumulato del 6%, inflazione cumulata al 20%, alta disoccupazione e crisi del real estate.

Le banche europee hanno mostrato un’ottima resilienza a questo tipo di scenario, con un Cet1 ratio che in media calerebbe di circa 459 punti base, ovvero da un livello medio del 15% di dicembre 2022 al 10,4%, e perdite complessive da rischi di credito e mercato per circa 496 miliardi.

Le banche italiane

Oltre a Unicredit, anche altri istituti italiani sono stati oggetto dei test dell’EBA, risultati essere in buona salute.

In particolare, il Cet1 di Intesa Sanpaolo passerebbe da 13,53% di fine 2022 al 10,85% a fine 2025, Mediobanca da 14,03% a 8,73%, Banco BPM da 12,83% a 8,99%, Bper Banca da 12,04% a 7,89% e Monte dei Paschi di Siena dal 15,64% di fine 2022 al 10,13%.

“Riteniamo che l’esito degli stress test confermi i miglioramenti intrapresi dalle banche italiane sia in termini di derisking, sia di capitale e redditività”, sottolineano da WebSim Intermonte.

A questo punto, dalla sim non si aspettano “che la vigilanza riveda in maniera peggiorativa gli SREP delle banche oggetto di analisi e quindi le attuali politiche di remunerazione degli azionisti possono essere confermate o migliorate”.

A conferma della buona notizia per le banche italiane, questa mattina i titoli degli istituti coinvolti aprivano la settimana tra gli acquisti, in particolare Banco BPM, Bper Banca e Mps, tutte in crescita di oltre il 2% nei primi scambi, seguite da Unicredit (+0,60%) e Intesa Sanpaolo (+0,80%).

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