Unicredit festeggia in borsa la vittoria di Letta a Siena: accordo su Mps più vicino?


Le elezioni suppletive di ieri a Siena hanno visto vincere nettamente Enrico Letta, attirando acquisti sulle azioni Unicredit sulla prospettiva di un rafforzamento del governo sull’operazione Mps e una possibile accelerazione dell’operazione.


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La vittoria di Letta a Siena e il rally di Unicredit e Mps

Apertura di seduta con forti acquisti su Unicredit a Milano, il giorno dopo le elezioni suppletive di Siena. Le azioni Unicredit scattano subito e arrivano a guadagnare oltre il 3%, toccando quota 11,69 euro, recuperando così le perdite di ieri (-1,15%) e posizionandosi tra le migliori blue chips del Ftse Mib. Positiva anche Monte dei Paschi, in crescita del 2% a 1,10 euro per azione.

Il mercato attendeva l’esito delle elezioni di ieri nel collegio Toscana 12, rimasto libero dopo le dimissioni di Carlo Padoan.

Il risultato ufficiale del collegio uninominale di Siena ha visto il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, vincere con il 49,92% (33.391 voti), risultato nettamente migliore dello sfidante di centrodestra, Tommaso Marrocchesi Marzi, fermo al 37,83% (25.303 voti).

“Sono orgoglioso di aver fatto una campagna di territorio, abbiamo vinto sul campo... abbiamo vinto perché abbiamo parlato dei temi”, ha detto il leader dem, che aveva annunciato le dimissioni in caso di sconfitta.

Le posizioni politiche su Mps

Vista l’importanza di Mps nel tessuto economico e sociale di Siena, il tema del futuro della storica banca era entrato nella campagna elettorale, con posizioni diverse tra Pd e centrodestra.

Letta aveva fissato dei punti per Unicredit, affermando che l’operazione non doveva concludersi a qualunque costo. In particolare, il segretario del Pd aveva indicato quattro punti da rispettare: salvaguardia dell'occupazione, unità della banca e del marchio, una direzione senese, accompagnamento della presenza dello Stato dentro l'istituto.

“Per Mps non c'è solo UniCredit”, aveva ribadito Letta, sottolineando come rispetto a inizio luglio la situazione fosse cambiata: “il clima lì era la si dà a chiunque sia disponibile a prenderla e alle condizioni del compratore”.

Di trattativa “oscura a due” aveva parlato Matteo Salvini nel corso della campagna elettorale. “Ci sono fondi d’investimento italiani e stranieri che al brand Mps sarebbero interessati”, dichiarava il leader della Lega, chiedendo di “aprire la trattativa anche ad altri”.

La trattativa Mef - Unicredit

Le dimissioni da deputato da parte di Padoan era state decise per andare a ricoprire la carica di Presidente del consiglio di amministrazione di Unicredit. Padoan era stato Ministro dell’Economia e aveva svolto un ruolo importante nel salvataggio di Banca Mps nel 2017, con la ricapitalizzazione da 5,4 miliardi di euro di contributo pubblico.

In questi mesi, il Tesoro sta negoziando con Unicredit un accordo per la cessione di parti selezionate dell’istituto senese. Le trattative in esclusiva dovevano concludersi il 13 settembre scorso, ma dal Mef decidevano il rinvio di 40 giorni, proprio in attesa dell’esito delle elezioni a Siena, che a questo punto potrebbe accelerare il raggiungimento di un accordo.

Secondo quanto filtrato nei giorni scorsi, da Unicredit restano fermi sulla scelta di acquisire solo un perimetro ben selezionato di Mps, con uno scorporo di attività.

In particolare, Unicredit potrebbe rilevare un ramo bancario con 1.100 filiali su un totale di 1.400 in capo alla banca senese che porterebbe in dote 50 miliardi di attivi su un totale di 90 miliardi e un portafoglio crediti senza oneri aggiuntivi in termini di future svalutazioni (per cui la banca chiederebbe un’adeguata copertura).

Esclusa l’acquisizione dello storico marchio Mps (valutato 500 milioni di euro), Unicredit non sarebbe interessata anche altre entità legali che danno lavoro a circa 5-6 mila addetti, corrispondenti a circa un terzo del totale della banca senese (oltre 21 mila dipendenti).

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