Unicredit, Goldman Sachs e Jefferies alzano il target price dopo i conti
Continuano i giudizi positivi sulla banca milanese dopo la semestrale comunicata la scorsa settimana e alcuni analisti considerano Piazza Gae Aulenti ancora in corsa per eventuali future operazioni di fusioni e acquisizioni.
Analisti positivi su Unicredit
Unicredit sempre protagonista dopo la semestrale comunicata la scorsa settimana e gli analisti continuano a migliorare le loro valutazioni sul titolo della banca milanese.
Questa mattina è il turno di Goldman Sachs, i cui analisti hanno alzato il target price da 45,50 a 49 euro, confermando la raccomandazione d’acquisto, rispetto ai 38,095 di questa mattina (+0,20%). Il titolo è reduce da sei settimane positive di seguito che hanno spinto la sua valutazione sui massimi dal 2011, mentre da inizio anno sta guadagnando circa il 54%, performance nettamente migliore di quella del FTSE MIB (+11%).
Solo ieri da Jefferies avevano incrementato il loro prezzo obiettivo su Unicredit da 42,70 a 48 euro e ora il consenso aggiornato di Bloomberg registra 20 ‘buy’, 6 ‘hold’ e nessun sell, con un tp medio cresciuto a 44,75 euro dai 32,90 euro di inizio anno.
Altri giudizi positivi dopo la semestrale erano arrivati la scorsa settimana, quando UBS (buy) aveva alzato il target price da 50,52 euro, JP Morgan (buy) lo aveva portato da 43 a 46 euro, Barclays (overweight) da 44,3 a 47,7 euro e per Berenberg (buy) ora il prezzo giusto è 45 euro (da 44 euro).
La view sulla semestrale
Rialzo del prezzo obiettivo del 5% per gli analisti di Equita Sim, con target price ora fissato a 45 euro e consiglio di acquisto confermato. Per la sim l’investment su Unicredit rimane pienamente confermato: la banca continua a trattare a multipli molto attraenti se rapportati alla profittabilità prevista, è attesa distribuire circa il 30% della sua market cap nei prossimi due anni (senza assumere distribuzione di excess capital), ha ampia opzionalità nell'utilizzo dell'excess capital e c’è spazio per rerating in caso di pieno successo nell'implementazione della strategia sulle commissioni.
Di “trimestre di risultati record” parla l’analista Johan Scholtz, senior equity analyst di Morningstar Holland BV, che “prolunga un trend di crescita che dura da tre anni e mezzo”. In particolare, l’esperto apprezza “Apprezziamo le modifiche strutturali apportate da Unicredit agli accantonamenti per perdite su crediti, che hanno migliorato la qualità del portafoglio prestiti, mantenendo al contempo margini stabili negli ultimi due anni”.
“Con uno dei rapporti costi/ricavi più bassi del settore, Unicredit rimane altamente redditizia, anche con un eccesso di capitale significativo. Poiché l'espansione del margine d'interesse netto appartiene chiaramente al passato, l'attenzione si sposterà su altre leve che Unicredit può utilizzare. Siamo quindi impressionati dalla robusta crescita dei ricavi da commissioni e dal solido contenimento dei costi evidenziato nel secondo trimestre. L'eccesso di capitale è un bel problema, ma il mercato chiederà sempre più a Unicredit di accelerare l'impiego o il rientro del capitale in eccesso. Abbiamo alzato leggermente la nostra stima di fair value a 35 euro da 33 euro per azione”, aggiunge l’analista.
Per quanto riguarda i dividendi, il management ha annunciato distribuzioni per 3,1 miliardi attraverso dividendi e riacquisti di azioni, “ma non crediamo che questo ridurrà l’elevatissimo Common Equity Tier 1 ratio di Unicredit, che si attesta al 16,2%, ben al di sopra del requisito minimo del 10%”, conclude Scholtz, prevedendo per il futuro distribuzioni “più consistenti” e ritenendo che la banca “manterrà un CET1 intorno al 16% per il 2024, posizionandosi bene per le opportunità di fusioni e acquisizioni”.
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