UniCredit, ipotesi Alpha Group dietro interesse per vendita di asset russi

Indiscrezioni di stampa ipotizzano che i fondi degli Emirati Arabi Uniti sarebbero guidati dall’interesse della banca russa per le attività dell’istituto milanese, evitando così le sanzioni decise dall’Unione europea.
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Alpha Group dietro l’interesse per le attività russe di UniCredit
Società degli Emirati Arabi Uniti utilizzate per evitare le sanzioni dell’Unione europea. Questa è l’ipotesi del quotidiano russo Kommersant relativa alla proposta fatta al Tesoro italiano per l’acquisto delle filiali russe del gruppo UniCredit da parte di Alpha Group.
Se i potenziali acquirenti emiratini sono pronti ad acquisire la banca russa di UniCredit, con lo sconto del 60% previsto dalla legge russa, le fonti del quotidiano ritengono che dietro l’accordo ci siano parti russe interessate, in particolare strutture di Alpha Group.
Il gruppo fondato nel 1989 è uno dei maggiori conglomerati finanziari industriali privati russi e i suoi interessi spaziano dal petrolio al gas, dal commercial e investment banking, dalla gestione patrimoniale alle assicurazioni, passando per il commercio al dettaglio, le telecomunicazioni e la tecnologia. La sua società di punta, Alpha-Bank, è la maggiore banca privata della Russia, ed è soggetta a sanzioni da parte dell’UE.
Secondo le fonti di Kommersant, uno dei fondi degli Emirati Arabi Uniti sarebbe legato ad A1, il braccio di investimento di Alpha Group, pertanto il suo utilizzo è indispensabile per evitare le sanzioni decise da Bruxelles.
In particolare, sarebbe coinvolta Inweasta, una delle tre società emiratine al centro delle indiscrezioni di ieri di Messaggero e Reuters, gruppo fondato nel 2022 dall'ex capo di A1, Andrey Elinson. Realizza i suoi progetti in oltre 12 paesi e gestisce asset per un valore di oltre 1 miliardo di dollari e, nel 2024, ha acquisito le attività assicurative russe del gruppo ceco PPF, PPF Life Insurance.
L’entrata in Alpha Services
Proprio ieri UniCredit aveva annunciato la sottoscrizione di strumenti finanziari relativi a una partecipazione di circa il 9,7% in Alpha Services, a un prezzo a sconto rispetto al precedente prezzo di chiusura del titolo (2,79 euro, che implica un 2026E P/E = 7,2 volte, P/BV = 0,8 volte).
Contestualmente la banca milanese aveva indicato che presenterà alla BCE la richiesta per incrementare la propria partecipazione in Alpha fino al 29,9%. Infatti, considerando il 9,6% già posseduto (di cui il 9% acquistato in data 13 novembre 2023 al prezzo di 1,39 euro per azione), la partecipazione complessiva in Alpha passerà a circa 20%. Il closing dell’operazione è previsto entro la fine del 2025.
“L’operazione permetterà il consolidamento della quota in Alpha attraverso Equity Method e comporterà per i prossimi un utile netto aggiuntivo di circa 180 milioni rispetto al 2024. L’impatto a capitale è limitato e pari a circa 40 bps (16,1% al primo trimestre 2025)”, sottolineano gli analisti di EQUITA.
“L’operazione permette di rafforzare ulteriormente il posizionamento pan-europeo di UniCredit (incrementandone la diversificazione) e la partnership avviata con Alpha, così come di poter beneficiare dalle prospettive di crescita della banca nei prossimi anni, a fronte di un consumo di capitale limitato”, aggiungono dalla sim che sulle azioni UniCredit mantengono il target price di 60 euro rispetto ai 57,50 euro di questa mattina (+1%). La sim presta o ha prestato negli ultimi 12 mesi servizi di finanza aziendale a favore di UniCredit
Il golden power su Ops su Banco Bpm
Intanto, ieri i media diffondevano notizie circa alcune frizioni tra i diversi partiti di maggioranza relativamente alle imposizioni decise dal Governo in sede di golden power sull’Ops promossa da UniCredit su Banco Bpm.
I contrasti riguarderebbero la Lega (contraria ad una modifica) e Forza Italia, mentre La Stampa riporta che la Premier Giorgia Meloni sarebbe disposta a considerare piccole modifiche, al fine di evitare richiami da parte della Commissione Europea sulle modalità di utilizzo del golden power.
Diversi articoli riprendono le dichiarazioni del Vice-Presidente del Consiglio Tajani che si è detto favorevole a rivedere le prescrizioni, in particolar modo quelle sulla Russia (con riferimento a un’estensione dei tempi di uscita), considerando anche un rapporto arrivato dall’ambasciata italiana a Mosca.
Piazza Gae Aulenti, pur condividendo gli obiettivi del governo di proteggere il risparmio e i prestiti a PMI e famiglie, aveva indicato che le prescrizioni imposte con il golden power avrebbero reso l’operazione non fattibile. Dall’altro lato, eventuali aperture a chiarimenti/modifiche delle prescrizioni andrebbero nella direzione di facilitare l’offerta.
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