Unicredit, JP Morgan alza il target price


Un rapporto degli analisti americani conferma la sua fiducia nel settore finanziario italiano, ma a Milano i titoli bancari restano deboli a causa della guerra in Medio Oriente iniziata in queste ore.


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Fiducia da JP Morgan su Unicredit

Nuove decisioni da parte di JP Morgan sugli istituti italiani, in particolare su Unicredit, a cui si aggiunge anche il giudizio su Banco BPM e Intesa Sanpaolo.

In una nota di ricerca, Delphine Lee, analista della banca americana, ha confermato il giudizio positivo su Unicredit con consiglio d’acquisto (‘buy’) e ha alzato il target price sul titolo di Piazza Gae Aulenti, portandolo dai precedenti 30 agli attuali 32 euro.

Prezzo obiettivo aumentato anche su Banco BPM, alzato a 5,1 euro rispetto ai precedenti 4,6 euro, mentre su Intesa Sanpaolo JP Morgan conferma i 3,3 euro, con consiglio d’acquisto.

L’importanza dei dividendi

Unicredit è stata al centro di un rapporto pubblicato da Barclays nelle ultime ore intitolato “Se stai cercando rendimenti sostenibili, questo è il posto giusto”.

La crescita del suo dividendo, secondo le stime di consenso degli analisti raccolte da FactSet, supporta questa opinione della casa d'investimento.

In soli tre anni la remunerazione di Unicredit è prevista dalla banca britannica crescere fino al 36%, passando dagli 1,42 euro per azione che gli esperti prevedono che la banca distribuirà rispetto al 2023, già la più alta della sua storia, a 1,93 euro che, in base ai prezzi correnti, si avvicina ad una redditività del 9%.

Anche se questa forma di remunerazione utilizzata da Unicredit, seppure elevata, non è una delle più attraenti del settore europeo, soprattutto dopo i forti rialzi accumulati dai suoi titoli in borsa (+65%), a differenza delle società che compensano i propri azionisti, attraverso il riacquisto di azioni proprie, non esiste banca in Europa che possa eguagliare quelle dell’entità italiana.

Secondo un rapporto di JP Morgan, la redditività dei riacquisti di Unicredit nel 2023, 2024 e 2025 supera in tutti i casi l’8% e quest’anno raggiungerà addirittura il 10%.

Il consensus degli esperti raccolto da FactSet stima in 3,340 miliardi di euro il riacquisto di azioni proprie nel 2023, per poi salire a 4 miliardi nel 2024.

Tenendo conto di queste cifre, si tratterebbe dei riacquisti di azioni più grandi del continente europeo, dopo quelli della britannica e della francese HSBC e BNP Paribas, secondo FactSet.

Tuttavia, la redditività dei riacquisti di queste banche, data la loro dimensione borsistica (HSBC supera in valore di mercato Unicredit di 107 miliardi milioni di euro e BNP di 30 miliardi), raggiungerà appena il 4,8% e il 6,8% rispettivamente nel 2023.

I bancari e la guerra

Nel frattempo, oggi i titoli bancari di Piazza Affari restano sotto pressione a causa dei venti di guerra in Medio Oriente.

L’avvio di seduta aveva visto i finanziari cedere tra il 3% (Bper Banca e Banco BPM) e il 2% (Mps, Banca Mediolanum, Banca Generali, Finecobank, Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Unicredit), con l’indice europeo del settore in calo di oltre l’1%.

“Analizzando le performance dei mercati borsistici principali dopo l'inizio di conflitti militari si nota una reazione negativa nell'immediato mentre su un orizzonte di due mesi l'andamento evidenzia spesso un recupero a seconda delle implicazioni del conflitto sulla crescita economica”, sottolineano gli analisti di WebSim Intermonte.

“In questo contesto di incertezza e alla luce dell'attuale situazione macro caratterizzata da un repentino rialzo di inflazione e tassi di interesse non possiamo escludere che possano proseguire spinte a prese di profitto sui mercati e, in particolare, su settori maggiormente legati al ciclo economico che hanno registrato buone performance borsistiche da inizio anno”, aggiungono dalla sim.

I titoli bancari sono tra quelli che hanno corso di più da inizio anno grazie alla spinta del rialzo dei tassi da parte della Banca centrale europea: da inizio anno lo Stoxx segna +12,8%.

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Codice: UCG.MI
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