Unicredit nell’Euro Stoxx 50 ma a Milano pesa il caso Raiffeisen


La banca milanese è la quinta italiana presente nell’indice e oggi ha smentito di aver ricevuto qualunque richiesta di informazioni circa le sue attività in Russia come nel caso della banca austriaca.


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Unicredit nell’Euro Stoxx 50

Diventano cinque le società italiane nell’indice Euro Stoxx 50, tra i più importanti per il mercato azionario europeo.

Dopo le già presenti Enel, Eni, Intesa Sanpaolo e Stellantis, dal prossimo lunedì 27 febbraio si unirà anche Unicredit, portando così a 5 la pattuglia di società italiane nell’indice.

La banca milanese sostituirà Linde, la maggior azienda di gas industriali al mondo, a seguito del suo delisting dalla borsa di Francoforte (DAX), deciso a gennaio dagli azionisti e sostituita da Commerzbank, restando quotata solo a New York (NYSE).

“L’indice Euro Stoxx 50 raccoglie le prime cinquanta grandezze dei listini della zona euro ed è molto seguito dagli investitori istituzionali, che spesso lo utilizzano come benchmark di riferimento”, sottolineano da WebSim.

Titolo in rosso a Milano

A Piazza Affari, intanto, le azioni Unicredit aprono la settimana in rosso, arrivando a cedere l’1,60% dopo due ore di contrattazioni, a 19,242 euro, con una performance peggiore rispetto a quella del Ftse Mib (-0,20%).Da inizio anno, però, il titolo guadagna oltre il 40%, confermandosi anche il miglior titolo dell'indice Stoxx del settore bancario europeo dal primo gennaio ad oggi, salito del +18%.

Gli analisti continuano a migliorare la loro visione sulla banca milanese, con il consenso aggiornato raccolto da Bloomberg che esprime un target medio a 22,45 euro, da 18,06 euro pre-trimestrale, con 25 ‘buy’, 3 ‘neutral’ e nessun ‘sell’.

Kbw ha alzato da 20,33 a 25,9 euro il prezzo obiettivo su Unicredit, confermando la raccomandazione outperform e mantenendo il titolo quale ‘top pick’ degli analisti tra le banche italiane, mentre migliora del 40% la stima di eps sul 2023, del 18% sul 2024 e del 16% sul 2025.

L’affare Raiffeisen

Un portavoce di Unicredit ha smentito qualunque indiscrezione circa alcuna richiesta arrivata alla banca dall’Office of Foreign Assets Control (OFAC) del dipartimento del Tesoro statunitense, che sta indagando sulla concorrente austriaca Raiffeisen per le sue attività legate alla Russia.Gli austriaci hanno comunicato la ricezione a gennaio di una richiesta di informazioni dalla OFAC sulle sue attività russe, notizia che sta facendo affondare il titolo in borsa (-7%).

Le questioni sollevate dall'OFAC “sono di natura generale e mirano a contrastare l’attività di pagamento e i relativi processi mantenuti da Raiffeisen Bank International (RBI) alla luce dei recenti sviluppi relativi a Russia e Ucraina”, spiega una nota diffusa dalla banca e “non è stata attivata da alcuna specifica transazione o attività commerciale”.Raiffeisen e UniCredit sono banche europee con forti legami con la Russia, dove entrambe possiedono una banca locale e, a differenza della francese Société Générale, che ha venduto la controllata russa con una perdita dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, entrambe hanno deciso di non uscire dal Paese.

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