UniCredit non si arrende su Banco Bpm: ipotesi ricorso sul golden power

L’istituto guidato da Andrea Orcel potrebbe rivolgersi al Consiglio di Stato contro l’imposizione del governo di abbandonare la Russia e i tempi potrebbero essere molto stretti.
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UniCredit pronta al ricorso su Banco Bpm
Un’idea che sarebbe in una “fase più che avanzata”. Con queste parole, La Repubblica racconta di una discussione fatta ieri tra i manager di UniCredit su un possibile appello da presentare al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar sul golden power che aveva stoppato la scalata della banca milanese a Banco Bpm.
Addirittura, sul tema si sarebbe svolto un consiglio di amministrazione, anche se non sono arrivate confermate da Piazza Gae Aulenti.
A Piazza Affari, intanto, le azioni UniCredit proseguono positivamente la seduta di questa mattina, guadagnando il 3% dopo due ore di contrattazioni e salendo a 64,94 euro, ai massimi da fine settembre.
La sentenza
Con quella sentenza, arrivata lo scorso 12 luglio, i giudici accolsero solo parzialmente il ricorso presentato da UniCredit contro le prescrizioni imposte dal governo, annullandone solo due su quattro.
Quelle accolte riguardavano l’arco temporale di 5 anni del divieto di ridurre il rapporto tra finanziamenti e depositi praticato da Banco Bpm e UniCredit in Italia, mentre la seconda si riferiva all’obbligo di mantenere il livello del portafoglio di project finance.
Il ricorso, secondo il quotidiano, dovrebbe concentrarsi su una delle due non accolte, ovvero l’uscita dalla Russia, con l’obiettivo di rimuovere questo vincolo in linea con la posizione che la banca sostiene da mesi ossia che solo il Cremlino può decidere tempi e modi di uscita dalla Russia.
Possibile accelerazione
I tempi per un ricorso, però, potrebbero essere stretti, in quanto ci sono 60 giorni per ricorrere dalla notifica della prima sentenza e questi scadrebbero mercoledì prossimo.
Questo potrebbe portare ad un’accelerazione nelle prossime ore e l’ipotesi sarebbe già stata anticipata al governo, anche se dall’esecutivo, secondo fonti del quotidiano, avrebbero parlato di “fastidio” per la mossa della banca.
Per il governo, conclude La Repubblica, si aprirebbe così un altro fronte, in quanto la Commissione europea dovrebbe decidere a giorni sugli eccessi del golden power dell’esecutivo nei confronti di UniCredit.
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