UniCredit, nuova Opa nell’aria: aumentata la quota su Commerzbank

Piazza Gae Aulenti supera il 20% dell’istituto tedesco e, secondo indiscrezioni di stampa, presto potrebbe avvicinarsi alla soglia del 30%, facendo così scattare l’obbligo di lancio di un’offerta pubblica.
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UniCredit sale in Commerzbank
Messa da parte, almeno per ora, l’operazione Banco Bpm, UniCredit torna alla carica sul fronte tedesco. L’istituto guidato da Andrea Orcel ha aumentato la sua quota in Commerzbank, portandola dal 19,20% al 20,17%, secondo un documento depositato oggi, dopo che lo scorso 8 luglio aveva comunicato di aver raddoppiato la propria partecipazione nell’istituto tedesco, a “circa il 20%”.
La percentuale dei diritti di voto tramite strumenti è ora del 9,16%, rispetto all'8,72% precedente, con il totale che sale a 29,34%, rispetto al 27,92% precedente.
Le mosse di Piazza Gae Aulenti, però, potrebbero non essere finite, visto che sempre a luglio aveva avvisato della sua volontà di aumentare “a tempo debito” la propria partecipazione a “circa il 29%”.
A Piazza Affari, intanto, le azioni UniCredit scambiano positive (+1,30%), vendute a 62,53 euro, ai massimi dal 2010.
Profumo di Opa?
Nel frattempo, MF scrive che Goldman Sachs e UBS, consulenti della banca tedesca, sarebbero in allerta in vista di una possibile mossa da parte di UniCredit. Allo studio ci sarebbe la conversione in azioni dell’ultimo pacchetto di derivati detenuti dalla banca italiana, pari a circa l’8% del capitale.
Con la conversione, la partecipazione in azioni si avvicinerebbe alla soglia del 30% che fa scattare l'obbligo di lanciare un'offerta pubblica, anche se l'intenzione della banca italiana non sarebbe quella di procedere con un'Opa, ma di posizionarsi in modo migliore in vista delle future trattative con i vertici di Commerzbank e con il governo tedesco.
Nella conference call di settimana scorsa sui risultati record del secondo trimestre 2025, arrivati all'indomani della decisione di ritirare l'offerta su Banco Bpm, Orcel ha detto che UniCredit convertirà in azioni la restante quota Commerzbank entro fine anno.
Affrontare le resistenze tedesche
Tra gli scogli che Orcel dovrà affrontare c’è quello della resistenza del governo tedesco: solo pochi giorni fa, il cancelliere Merz aveva espresso giudizi negativi sul tentativo di scalata.
“Ho due motivi di forte perplessità: anzitutto, si tratta chiaramente di un'acquisizione ostile, rivolta sia a Commerzbank sia alla Repubblica Federale. Inoltre, la fusione creerebbe un istituto che, per struttura di bilancio, potrebbe rappresentare un rischio sistemico per i mercati", spiegava il cancelliere.
Pronta la risposta di Orcel, secondo il quale una combinazione con la rivale tedesca sarebbe "un bene per la Germania e per l'Europa, che ha bisogno di una banca più forte per finanziare gli investimenti e sostenere la crescita. Penso che sarebbe un bene per l'Unione bancaria, ma questa è la mia opinione e ad oggi non abbiamo alcun dialogo su questo argomento". Il Ceo ha sottolineato che "la controparte non è pronta a discuterne e quindi rispettiamo il fatto di rimanere investitori" e si è detto "molto lieto di beneficiare di un ritorno sull'investimento del 20%".
Il manager, comunque, continua a mostrare cautela nelle sue mosse e ha lasciato intendere che ogni decisione sarà subordinata all'orientamento dei soci. "Dipenderà molto dalla posizione dei nostri azionisti: se ritengono che questa situazione debba protrarsi nel caso in cui non succeda nient'altro entro il 2027, allora la prolungheremo - ha detto sempre nella call - Se ritengono di preferire che smobilizziamo la posizione, allora lo faremo".
Il CEO di UniCredit resta sicuro del valore da estrarre in Germania: "Consolidando la quota di utili leghiamo il nostro destino al loro, ma restiamo pazienti. Resto però convinto che unire la nostra Hvb a Commerzbank possa creare moltissimo valore, molto più che con le fusioni in Italia".
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