UniCredit, Orcel: "stop a Ops su Banco Bpm se golden power non cambierà"

L’ad di Piazza Gae Aulenti sottolinea come le imposizioni decise dal Governo avranno un’influenza sulla decisione finale sull’offerta lanciata verso la banca guidata da Giuseppe Castagna.
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Possibile stop di UniCredit all’Ops su Banco Bpm
Appare sempre più in bilico l’operazione messa in campo da UniCredit su Banco Bpm nei mesi scorsi dopo le dure imposizioni del governo decise in sede di golden power. Ad avvisare di un possibile stop all’Ops è stato Andrea Orcel, ad della banca milanese, secondo il quale si potrebbe fermare tutto se le condizioni imposte dall’esecutivo non cambieranno.
Quella tra UniCredit e Banco Bpm è "un'operazione valida industrialmente, valida strategicamente, però si scontra su visioni diverse che rendono l'operazione de facto non economica", spiegava Orcel durante il suo intervento al 129° consiglio nazionale della Fabi riferendosi alle prescrizioni imposte nel golden power.
Alla luce dei ricorsi al Tar avanzati, per motivazioni diverse, sia dalla stessa UniCredit che da Banco Bpm, il processo legale non si concluderà prima del termine dell'Ops e in questo caso l'offerta potrebbe decadere, dice Orcel. "Siamo andati al Tar ma il responso non arriverà in tempo per darci certezza della chiusura dell'operazione. Quindi potrebbe decadere" e a quel punto potrebbe essere riproposta, proseguiva il manager.
"Come sapete abbiamo ottenuto una sospensione da Consob, che era necessaria per aspettare la risposta del Governo sul golden power. Il Governo ci ha mandato il decreto e ci ha chiesto delle opzioni. Abbiamo risposto. Il secondo elemento è l'Antitrust europea. Queste misure avranno un'influenza sulla decisione finale. Queste due cose ci mettono in posizione di attesa", aggiungeva Orcel.
Il caso dell’Italia non è nuovo secondo l’ad: "Esiste un fattore nuovo in Europa. L'intervento di placet dei governi sui sistemi bancari italiani. Anche Bbva in Spagna ha gli stessi identici problemi. Non è una problematica solo italiana. L'influenza degli stati e dei governi sulle operazioni è diventata molto significativa".
Le altre operazioni
Sullo sfondo resta l’operazione su Commerzbank e Orcel ha ribadito che questa, come quella di Banco Bpm, non è obbligatoria. “Se ci saranno le condizioni le operazioni le faremo, se non ci saranno non le faremo”, spiegava l’ad, definendo entrambe le situazioni “molto interessanti".
Se "su Banco Bpm abbiamo fatto un'opa. In funzione di operazioni fatte da Banco Bpm ed esogene la nostra capacita di creare valore si è ridotta", su Commerzbank "non abbiamo mai lanciato l'operazione. Abbiamo il 30%. Il fatto che siamo persone educate e corrette non toglie il fatto che abbiamo il 30%. Aspettiamo tempi giusti per parlare con il Governo".
Infine, Orcel ha parlato anche l’ipotesi scalata su Generali, ventilata da indiscrezioni di stampa. "Lo possiamo escludere", dichiarava Orcel rispondendo ad una domanda dopo che ieri il numero uno di Intesa Sanpaolo Carlo Messina ha dichiarato che se Unicredit decidesse di scalare Generali la prima cosa che farebbe sarebbe chiamare Andrea Orcel e gli direbbe di fermarsi.
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