Unicredit pronta a stupire: attesa trimestrale “solida” e revisione della guidance 2022


La banca diffonderà mercoledì 26 ottobre i risultati del suo terzo periodo 2022 e gli analisti si attendono un “altro solido trimestre”, oltre alla revisione della guidance per l’anno in corso.


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Previsione sul settore bancario

Entra nel vivo la stagione degli utili di Piazza Affari e questa settimana sono attesi i risultati di nomi importanti come Unicredit, Moncler, Saipem, Campari, Eni, Mediobanca, STMicroelectronics, Piaggio e Saras, tra le altre.

Con l’occasione, gli analisti di Equita Sim hanno fatto il punto sulla situazione del settore bancario, alzando le loro stime relative al periodo 2022-2024, con Unicredit tra le “banche favorite” insieme a Banco BPM e Credem.

Dalla sim si attendono “un altro buon trimestre dal punto di vista operativo” per il settore, “supportato dal beneficio al margine netto di interesse derivato dall’aumento dei tassi di interesse” della Banca centrale europea, attesa questa settimana (giovedì) restringere nuovamente la sua politica monetaria.

Per tener conto di uno scenario più realistico sui tassi di interesse, da Equita hanno aggiornato le loro stime, incrementando “il valore degli utili netti relativi al 2022 in media dell’11% e quelli 2023-2024 del 4%”.

I conti di Unicredit

Con in calendario domani il consiglio di amministrazione, anche per Unicredit da Equita Sim prevedono “un altro trimestre solido con attesa revisione della guidance”, ricordando che la banca milanese “riporterà i risultati del terzo trimestre il 26 ottobre”.

“Ci aspettiamo un altro buon trimestre dal punto di vista operativo, con ricavi +4% su base annua principalmente grazie alla dinamica positiva del margine netto di interesse (sostenuto dall’incremento dello spread commerciale) e commissioni resilienti, grazie a una buona tenuta delle transactional e financing fees. Il cost to income C/I è atteso a un buon 52%”, spiega Andrea Lisi di Equita SIM.

Sotto la linea operativa, prosegue Lisi, “sebbene ci aspettiamo che il CoR (costo del rischio) ‘underlying’ si mantenga su livelli estremamente contenuti, ipotizziamo un CoR in area 50bps con l’accantonamento di ulteriori overlays”.

I dettagli sulla trimestrale

Il terzo trimestre 2022 di Unicredit è visto da Equita Sim con un NII o margine netto di interesse per 2,6 miliardi, segnando una crescita del 4% su base trimestrale e del 14% su base annua.

I ricavi dovrebbero attestarsi a 4,6 miliardi di euro, in calo del 9% su base trimestrale ma in aumento del 4% su base annua.

L’utile operativo è visto dagli analisti a 2,2 miliardi, anche in questo caso segnando una riduzione del 9% su base trimestrale e un incremento dell’11% annuale, con C/I al 52%, mentre l’utile netto dovrebbe arrivare a 1 miliardo di euro (900 milioni ex Russia).

Inoltre, gli accantonamenti per perdite su crediti (LLPs) dovrebbero scendere di 577 milioni (50bps).

Guidance 2022

L’attesa per i conti di Unicredit aumenta di giorno in giorno, in quanto recentemente il Ceo, Andrea Orcel, aveva annunciato la revisione al rialzo della guidance 2022 al momento della diffusione dei dati sul terzo trimestre, “considerando il beneficio al margine netto di interesse NII (beneficio da incremento dei tassi) dal rialzo dei tassi di interesse e ai progressi sulla riduzione dei costi operativi”, ricorda Lisi.

Pertanto, sulla base delle indicazioni della banca, Lisi spiega che Equita ha rivisto le stime 2022-23-24 ex Russia “del 18%-6%-9% rispettivamente, principalmente per riflettere maggiore NII, parzialmente compensato da una dinamica più prudente sull’evoluzione delle investment fees e un CoR (costo del rischio) 2023-24 incrementato in media di 13bps p.a. nel 2023-24”.

Rating e target price

Con le nuove stime “e un Ke più elevato per riflettere l’aumento dei tassi risk free”, il target price di Equita “è stato alzato del 3% a 15,3 euro per azione, a fronte di un P/E 2023 pari a 7.3 volte e un P/TE di 0,45 volte con ROTE superiore al 7%)”, mentre oggi il titolo Unicredit tratta a 11,44 euro.

Da Equita mantengono il rating ‘buy’ visto “l’eccellente profilo di capitale e asset quality, con presenza di significativi overlays non rilasciati (attesi per un valore superiore a €1 miliardo a fine 2022) e safety buffers per affrontare un peggioramento dello scenario macro” e “la significativa accelerazione della performance operativa”, conclude Lisi, ricordando anche i “multipli compressi (2023E P/TE 0,33x circa) e la remunerazione attraente (> 50% dell’attuale capitalizzazione di mercato in arco piano)”.

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