UniCredit, spuntano due fondi interessati alla controllata russa

Secondo indiscrezioni di stampa, nei prossimi giorni potrebbe arrivare un’offerta da parte di due fondi emiratini per AO UniCredit Bank, vendita che potrebbe aiutare Piazza Gae Aulenti nella vicenda Banco Bpm.
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L’interesse dei fondi per la controllata russa di UniCredit
Due fondi degli Emirati Arabi Uniti sarebbero interessati alla controllata russa di UniCredit, finita sotto i riflettori nella vicenda dell’Ops lanciata da Piazza Gae Aulenti su Banco Bpm. L’indiscrezione è stata pubblicata da MF, secondo il quale Asas Capitale e Mada Capital potrebbero fare un’offerta non vincolante congiunta da 1,2 miliardi di dollari e avrebbero già l’approvazione da Palazzo Chigi.
L'asset russo AO UniCredit Bank ha generato ha generato un risultato netto di 423 milioni di euro (frutto principalmente del margine d'interesse, dato l'elevato livello dei tassi in Russia) nonostante lo scorso anno avesse un’operatività ridotta ed è già stato svalutato. Inoltre la reportistica 2024 di Unicredit spiega che le attività della controllata sono iscritte a bilancio per 5,5 miliardi a fronte di riserve negative per 3,3 miliardi già incorporate nel calcolo del Cet1.
I protagonisti
Asas, guidata dal ceo Riyad Alhoraibi, detiene circa 4 miliardi di dollari masse ed e ha in portafoglio anche quote delle statunitensi SpaceX, Airbnb, Uber, Palantir.
Mada Capital, con 639 milioni di masse, è guidata invece da Essam Hawash e opera nel real estate in Medio Oriente e nel private equity su pmi in Europa e Usa.
I due fondi si avvarrebbero dell’expertise della boutique Inweasta, fondata nel 2022 da Andrey Inweasta (ex Deloitte) e specializzata in asset distressed, risoluzione di controversie internazionali e litigation funding. Ha oltre 25 anni di esperienza nel mercato russo e con Asas e Mada Capital ha già messo a segno l'acquisto della filiale russa Ppf Life Insurance dalla ceca Ppf.
Notizia positiva secondo WebSim
La vendita della controllata russa sarebbe “una notizia positiva per UniCredit”, secondo gli analisti di WebSim Intermonte, “in quanto andrebbe incontro a quanto richiesto con le prescrizioni golden power che imponevano l’uscita forzosa”.
Inoltre, “il fatto di vendere la controllata russa al posto di uscire dal mercato in modo forzoso potrebbe compensare parte dell’impatto negativo stimato dalla banca (69bps al primo trimestre 2025)”, aggiungono dalla sim che sulle azioni UniCredit mantengono il giudizio neutral e il target price di 50 euro rispetto ai 56,85 euro di questa mattina (+0,50%).
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