Unicredit, trattative per fusione con Commerzbank fermate dal conflitto
Indiscrezioni diffuse dal Financial Times parlano di trattative avviate ad inizio anno tra i due istituti, ma l’invasione dell’Ucraina avrebbe spinto Unicredit a concentrarsi sulla gestione della sua esposizione in Russia prima di prendere importanti decisioni relative ad operazioni di M&A.
Lo stop alle trattative
Non c’è pace su Unicredit, dopo il fallimento dell’operazione con Monte dei Paschi di Siena. Una possibile fusione con Commerzbank, infatti, sarebbe stata impedita dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Dal Financial Times scrivono che i due istituti erano in procinto di avviare le trattative per una fusione e il Ceo di Unicredit aveva pianificato a inizio anno i primi colloqui informali con il collega Manfred Knof finalizzati ad una possibile fusione tra la controllata Hvb e la banca tedesca.
Proprio prima della messa a punto dei dettagli dell’operazione, il conflitto scatenato da Putin ha spinto Unicredit ad anteporre la gestione della sua esposizione in Russia a qualsiasi deal di grandi dimensioni, secondo quanto raccontato da due fonti del quotidiano americano.
I numeri di un gigante
Il raggiungimento di un accordo avrebbe portato alla creazione della seconda maggiore banca tedesca, con asset calcolati per un totale di 785 miliardi di euro, mille filiali e oltre 48 mila dipendenti.
Interpellate sulle indiscrezioni, però, i due istituti hanno negato qualunque ipotesi. Da Commerzbank hanno ribadito alla Reuters la loro strategia volta a creare le condizioni per rimanere indipendente e il loro portavoce non ha voluto commentare le speculazioni di mercato.
Bocche cucite anche da Unicredit, specificando di non voler commentare i rumor, ma rispondendo ad una domanda sul tema lo scorso dicembre, Orcel aveva ricordato che si tratta di indiscrezioni già diffuse in passato, “ma la tempistica è fondamentale e se da una parte valuteremo sempre le opzioni strategiche di M&A se rispettano chiari requisiti, dall'altra dobbiamo focalizzarci sulla realizzazione del piano strategico, dato che non vogliamo deludere gli azionisti”.
Gli effetti secondo WebSim
Se a Francoforte il titolo Commerzbank guadagna l’1% sulla scia delle indiscrezioni, Unicredit vira in negativo a Piazza Affari, a 9,73 euro per azione.
“Una possibile combinazione tra le due realtà era stata analizzata già nel 2017 e successivamente nel 2019”, ricordano da WebSim, i cui analisti ritengono “che questa notizia confermi l’attivismo del CEO Orcel che rende un po’ meno visibile la strategia delineata nel CMD che prevedeva non transformational deal e operazioni mirate che non mettano a rischio la capacità della banca di distribuire il capitale agli azionisti (16 miliardi in 4 anni)”.
Se “nei mesi passati, la banca ha analizzato diverse ipotesi di M&A sia a livello nazionale che europeo (la banca russa Otkritie, BMPS, BAMI)”, oggi “la guerra in Ucraina rende le ipotesi di M&A sempre meno probabili per il momento”, aggiungono dalla sim.
Pertanto, su Unicredit mantengono la raccomandazione ‘neutral’, con target price a 12,50 euro, mentre “il mercato è anche in attesa di novità sulla cessione/swap degli asset russi”.
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