Unicredit, voglia di trimestrale con rafforzamento in Romania

Unicredit, voglia di trimestrale con rafforzamento in Romania

Al completamento dell’operazione nascerà la terza banca del Paese mentre domani è già tempo dei conti del terzo trimestre per l’istituto milanese.

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Unicredit acquista Alpha Bank

Sono i giorni di Unicredit, tra la trimestrale attesa domani e le mosse in Romania, dove ha completato l’acquisizione del 91,1% di Alpha Bank. L’operazione è stata annunciata ieri e prevede la cessione del 9,9% del capitale sociale di Unicredit Bank S.A. (‘Unicredit Romania’) a Alpha International Holding, attuale controllante al 100% di Alpha (proprietaria di Alpha Bank), a cui Piazza Gae Aulenti dovrà aggiungere 255 milioni di euro in contanti.

L’operazione rientra nella partnership strategica tra Unicredit e Alpha Services and Holdings annunciata il 23 ottobre 2023, con la quale si avvia il processo di graduale integrazione di Alpha Bank Romania nel gruppo italiano. Il completamento è previsto terminare nella seconda parte del 2025, fatte salve le fasi legali e autorizzative.

"Il cambio di proprietà di Alpha Bank Romania non comporterà cambiamenti immediati per i suoi clienti, che continueranno a essere serviti come prima, sia attraverso i canali elettronici che nelle filiali", assicura Unicredit in una nota. "Durante questo periodo di transizione garantiremo lo sviluppo del business, un servizio di qualità ai nostri clienti e il miglior ambiente di lavoro possibile per i dipendenti, concentrandoci sulla crescita e sulla trasparenza mentre il processo di fusione procede", aggiunge Mihaela Lupu, ceo di Unicredit Bank Romania.

L’impatto sul Cet1

L’ad di Unicredit, Andrea Orcel, al momento della presentazione dell’accordo aveva parlato di “alleanza migliore che avremmo potuto raggiungere”, con il “miglior utilizzo del capitale per ottenere i massimi vantaggi”. Di fatto, il gruppo Unicredit diventerà la terza banca per totale di attivi in Romania, con una quota di mercato del 12%, prevedendo, al momento dell’annuncio, oltre 100 milioni in termini di utili aggiuntivi, a fronte di un impatto di 15 punti base sul Cet1.

Fiducia da Fitch

Ieri la banca milanese ha comunicato che l'agenzia Fitch ha migliorato il Long-Term Issuer Default Rating ('IDR') dell'istituto da ‘BBB’ a ‘BBB+’, il viability rating a ‘bbb+’, mentre i corrispondenti rating sui depositi a lungo termine, Senior Non-Preferred, Tier Non Preferred, Tier 2 e Additional Tier 1 sono stati migliorati di un gradino ciascuno. Lo Short-Term Rating è stato confermato a ‘F2’. Ora il rating è un gradino al di sopra del rating sovrano italiano. L'outlook è migliorato da ‘stabile’ a ‘positivo’.

La decisione dell’agenzia riflette la posizione di forza di Unicredit rispetto ai peer nazionali sostenuta da un'efficace diversificazione in economie con buoni risultati o in crescita, sottolinea Fitch nella nota, ritenendo che ciò attenuerebbe le pressioni sulla banca anche “nell'improbabile caso di un grave stress sovrano italiano”.

A seguito di questa decisione, gli analisti di Equita Sim hanno confermato il buy sul titolo Unicredit, con target price a 45 euro, mentre questa mattina le azioni della banca scambiavano a 42,67 euro (+0,90%).

Previsioni sulla trimestrale

Intanto è già tempo di trimestrale e il consensus si attende un fatturato del terzo trimestre in media di 5,927 miliardi di euro, in leggero calo rispetto ai 6,3 miliardi del periodo precedente. Per l’intero anno le previsioni vedono in media ricavi pari a 24,349 miliardi, ridotti a 23,66 miliardi nel 2025 e a 23,797 miliardi nell’anno successivo.

Anche l'utile netto è stimato in calo, a 2,272 miliardi rispetto ai 2,679 miliardi del trimestre precedente, e a 9,262 miliardi per l'intero 2024. Il consensus stima inoltre ricavi per 8,988 miliardi e 8,968 miliardi rispettivamente per il 2025 e 2026.

Infine, le decisioni della Banca centrale europea sui tassi di interesse dovrebbero ridurre il margine netto di interesse (NII) a 3,488 miliardi, quando nel trimestre precedente era arrivato a 3,6 miliardi, portando così quello annuale a 14,003 miliardi.

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